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Un’iniziativa del CAI Domegge riaccende il dibattito sull’eliturismo

L’appoggio della sezione cadorina a una manifestazione sportiva che includeva dei voli turistici è stato attaccato dal CAI nazionale. Il noto autore e traduttore Luca Calvi, iscritto al CAI di Domegge, pensa che sia l’occasione per una riflessione importante

Elicotteri sì, elicotteri no, elicotteri forse. Poche questioni come questa riescono a dividere i frequentatori della montagna. Applaudiamo i piloti e i soccorritori del CNSAS che ogni giorno volano per aiutare escursionisti e alpinisti. Accettiamo tranquillamente gli elicotteri che portano i rifornimenti ai rifugi. La diffusione dei droni ha ridotto i voli per realizzare riprese per film o documentari, ma anche questi vengono tollerati da tutti. 

Il problema, com’è noto, riguarda i voli “inutili”, quelli legati all’eliturismo e all’eliski. Il CAI ha dovuto affrontare la questione più volte, a iniziare dal lontano 1980, quando la Commissione Ambiente del Club ha criticato i troppi voli per l’inaugurazione della nuova Capanna Margherita. Poi la questione è rimasta accesa sotto la cenere, per infiammarsi ogni tanto. 

E’ accaduto di nuovo nei giorni scorsi, quando la Sezione CAI di Domegge, in Veneto, ha dato il suo appoggio al Cadore Vertical Challenge, una gara di corsa in montagna organizzata per domenica 22 settembre dal Gruppo Marciatori Calalzo. Pietra dello scandalo, la frase della locandina che prevedeva la possibilità di salire in elicottero all’arrivo o di effettuare dei voli turistici. Per la domenica successiva, 29 settembre, lo stesso servizio era previsto per l’inaugurazione del nuovo Bivacco Montanel. In questo caso i voli sono stati annullati. 

Sabato 21 settembre, un durissimo comunicato del CAI nazionale, firmato dal presidente Antonio Montani, ha definito “inaccettabile” l’adesione della Sezione di Domegge all’iniziativa, ha ricordato che il CAI “da decenni condivide la contrarietà all’uso turistico degli elicotteri”, e che “oggi è il momento della coerenza e del rigore”. 

Poco dopo, sulla sua pagina Facebook, Luca Calvi, traduttore e autore molto legato a Domegge ha cercato di riportare la calma con una lettera aperta al “carissimo Antonio”, cioè a Montani. Abbiamo chiesto a Calvi la sua opinione. 

Che idea ti sei fatto della questione?
Sono socio del CAI Domegge, una piccola ma attiva e volitiva sezione del Cadore, oggi presieduta da Liliana Lilly Fedon e per anni guidata da Gianfranco Valagussa, “il Nonno”. La notizia della manifestazione e dei voli ha provocato accuse e richieste di punizioni esemplari. Invece, secondo me, non ci si è resi conto che i veri buoni in questa gazzarra sono i membri del direttivo del CAI Domegge.

In che senso?
Intanto è bene ricordare che la gara era dedicata a due volontari del Soccorso Alpino, Enrico Frescura e Alessandro Marengon, scomparsi sull’Antelao. Impossibile non sentirsi parte di un simile evento per chi vive a Domegge. Nei giorni scorsi, in fin dei conti, abbiamo tutti applaudito l’installazione sul Pelmo, ovviamente grazie a un elicottero, di un nuovo bivacco dedicato ad altri due soccorritori, Aldo Giustina e Alberto Bonafede, uccisi da una frana nel 2011 durante una missione di recupero. 

Non c’è una linea netta tra l’utilizzo dell’elicottero per portare in quota un bivacco e l’uso dello stesso mezzo per gite turistiche?
E’ inutile nascondersi dietro a un dito. Nelle piccole realtà locali, tipiche delle valli montane, la situazione è diversa da quella delle città. I soci CAI “di montagna” e quelli “di città” hanno spesso posizioni diverse a proposito dello “sfruttamento” (o “fruizione”) della montagna. Chi propone di conservare la natura viene spesso bollato come talebano ambientalista. 

Esiste una via diversa?
Sì, è composta da elementi “di città” e da “locals” che vogliono lavorare per una comprensione della montagna e delle sue problematiche. Fa parte di questo mondo il direttivo del CAI Domegge, che in questo modo ha portato alla ribalta la questione dell’eliturismo. In Veneto mancano regolamenti precisi come quelli del Trentino, e voli turistici in elicottero vengono spesso proposti da enti e gruppi con i quali il CAI ha collaborato e collabora, e dei quali spesso fanno parte anche soci CAI. 

Il tuo intervento su Facebook è stato commentato da decine di persone. Una signora, socia del CAI Domegge, ha ricordato che alcune persone anziane del paese hanno collaborato a realizzare il nuovo bivacco, che è doveroso dare la possibilità anche a loro di partecipare, e che l’elicottero è l’unica soluzione, per “renderli di nuovo partecipi della vita di montagna”. Che ne pensi?
Sono meno talebano di altri, stiamo parlando di qualche ultraottantenne e di un paio di persone con gravi handicap di deambulazione. Fermo restando che il migliore degli abbattimenti è il superamento delle barriere personali (penso ad Andrea Lanfri o a Paul Pritchard, per capirci) possono esistere situazioni eccezionali per le quali è possibile una deroga. 

E quindi?
Sottolineo che il CAI Domegge ha il merito di aver riportato all’attenzione il mai risolto problema dei limiti all’eliturismo. Sarà compito del CAI far confrontare le piccole sezioni delle valli di montagna con le grandi (numericamente) sezioni di città. “Locals” e cittadini devono capire come poter godere al meglio delle bellezze delle montagne, e come vivere delle stesse in una prospettiva di sviluppo sostenibile e virtuoso, contrapposto al mordi e fuggi del turismo di massa o dei falsi grandi eventi asserviti alla politica.

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