Un fulmine. Un maledetto fulmine. Così è morto Archil Badriashvili, mentre con tre compagni stava scendendo dal Monte Shkhelda (4.338 m), nell’area nord-occidentale della Georgia, il suo Paese. Non è chiaro che il fulmine lo abbia colpito direttamente oppure se abbia causato la caduta del fortissimo scalatore georgiano che poi è precipitato lungo la montagna. Ma questi sono dettagli che a questo punto contano poco. I compagni di ascensione hanno immediatamente chiamato i soccorsi che però, a causa del maltempo, hanno raggiunto il luogo dell’incidente solo il giorno dopo, individuando il corpo di Badriashvili, e trasportando a valle i sopravvissuti rimasti fortunatamente illesi.
La comunità degli alpinisti piange così la scomparsa di uno dei protagonisti dell’arrampicata. Badriashvili -medico e guida alpina – aveva ricevuto il Piolet d’Or nel 2022 per la scalata del Saraghrar Northwest (7.300 m), nell’Hindu Kush, effettuata con Bakar Gelashvili e Giorgi Tepnadze. All’inizio dell’estate, Badriashvili aveva tentato con Marko Prezelj e Manu Pellisier di aprire una nuova via sul Nanda Devi East, nell’Himalaya indiano. La scalata non ha avuto successo soprattutto per la neve troppo molle a causa del caldo, ma i tre si erano ampiamente rifatti raggiungendo la vetta dell’inviolato Nanda Shori (6.344 m) Una cima inviolata e una nuova via per Pellissier, Prezelj e Badriashvili nell’Himalaya indiano, splendida piramide sulla sinistra del Nanda Devi.