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Troppa neve, Simone Moro rinuncia al Cerro Torre

19 settembre 2005 – Una folta coltre di neve, alta almeno due metri, e il pericolo continuo di valanghe hanno costretto Simone Moro e compagni a rinunciare all’impresa di salire il Cerro Torre in "invernale".

  

moroCi hanno tentato. Per sedici ore e a più riprese. Ma proprio non ce l’hanno fatta a salire la mitica via del Compressore aperta da Cesare Maestri nel 1970. E così dopo giorni e giorni di nevicate ininterrotte hanno deciso di abbandonare e tornare a casa.

 

Sabato notte hanno lasciato il campo base, circondati da un deserto bianco. " Le neve era talmente alta che non siamo riusciti nemmeno a raggiungere il campo avanzato", ha dichiarato Moro. "Eravamo completamente sprofondati nella neve. Tanto che non siamo riusciti nemmeno a rintracciare le corde attrezzate la settimana precedente. Era troppo difficile proseguire in queste condizioni. Anche per i rischi di valanghe che si staccavano dal versante".

 

L’obiettivo del gruppo composto dallo stesso Simone Moro (nella foto di repertorio), da Bruno Tassi, dal cameraman americano Joby Odgwyn e da Franco Acerbis era la salita al Cerro Torre nel periodo più difficile. Solo due spedizioni ce l’avevano fatta prima, nel 1985 e nel 1999.

 

Per Simone Moro è stata comunque un 2005 positivo. Falliti gli assalti al Cerro Torre e al Batura II, l’alpinista bergamasco può comunque contare sulla salite allo Shisha Pangma in invernale e del Botokschi. E soprattutto il salvataggio del compagno di salita al Batura, Joby Odgwyn.

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