Rifugi

Il rifugio Forcella Vallaga, in Val Sarentino, ha una nuova gestione. Dal sapore squisitamente indiano

Il 27enne Kailash Soni sposa piatti tradizionali dell’Alto Adige, dove vive da 10 anni, a specialità del proprio Paese d’origine. La romantica scelta di gestire la prima struttura che diede lavoro al padre quando arrivò in Italia

Per raggiungere il rifugio Flaggenschartenhütte/Forcella Vallaga – situato a 2.480 metri, in Val Sarentino – occorrono meno di 1.000 metri di dislivello, tutti da percorrere fra scorci da cartolina e una tranquillità d’altri tempi, rara all’epoca del turismo di massa. 

Così com’è inconsueta la storia del nuovo gestore, Kailash Soni: 27 anni, originario della regione del Rajasthan, in India, Kailash è bolzanino d’adozione da ormai dieci anni. Frequentando con successo la scuola alberghiera Savoy di Merano, Soni ha imparato a parlare sia l’italiano che il tedesco, per potersi cimentare nel settore della ristorazione, in cui già lavorava il padre.

«Ho lavorato nella gastronomia, – racconta Kailash – soprattutto in contesti alberghieri. Poi però, maturato un certo grado di esperienza, ho voluto provare ad essere indipendente, prendendo in gestione questo rifugio». Un luogo speciale per Kailash, visto che proprio il Flaggenschartenhütte fu la prima struttura a dare lavoro al padre, che vi ha svolto il mestiere di cuoco nel periodo in cui la famiglia Soni si era appena trasferita in Italia. 

«Anche adesso che sono gestore mio padre mi aiuta in cucina – prosegue Kailash – e a completare la squadra ci sono altri tre collaboratori, fra cui mio fratello come tuttofare». Ma la cosa più curiosa rimangono le pietanze: gli immancabili piatti della tradizione altoatesina – canederli, gulasch e polenta – si fondono magistralmente con alcuni cibi tipici della cucina indiana, creando suggestive commistioni che finora gli escursionisti sembrano gradire molto.

Come arrivare al rifugio Flaggenschartenhütte/Forcella Vallaga

Partendo dal lago di Valdurna (1.550 metri), prendere le indicazioni per Malga Seebalm fino a raggiungere il rifugio, seguendo il sentiero 16, dopo un percorso relativamente breve (7 km circa) ma in costante salita, soprattutto nel tratto finale.

I più allenati, sempre dal lago di Valdurna, possono seguire il segnavia 5 e poi 5A, per raggiungere Cima San Giacomo (2.742 metri), salendo su tratti di roccia parzialmente esposti. Dopo aver goduto di un pregevole panorama dalla vetta, proseguendo lungo il sentiero 5A – sempre per tratti rocciosi protetti ad un certo punto anche da una fune – si scende fino a raggiungere il rifugio. In quest’ultimo caso i chilometri totali sono quasi 15, per un dislivello che comunque non supera i 1.200 metri. Per il rientro è consigliato il primo percorso, lungo il sentiero 16. 

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