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Pensare come una montagna, l’originale mostra diffusa nelle valli bergamasche

La GAMeC, Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo, ha dato il via a una rassegna biennale che coinvolge artisti di respiro nazionale ed internazionale per riflettere su temi come la sostenibilità e la collettività

Inaugurato il primo ciclo di “Pensare come una montagna”, il programma culturale diffuso promosso da GAMeC, Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo, che porta il Museo fuori dalle proprie mura e dai confini cittadini. Nel biennio 2024-2025, dopo l’anno Capitale della Cultura e l’ingresso nella nuova sede del Museo prevista per il 2026, GAMeC vuole rendere speciale questo “tempo di mezzo” creando nuovi legami con il territorio e le sue attività imprenditoriali coinvolgendo, oltre gli spazi museali, il territorio della Provincia di Bergamo, le zone prealpine, le valli bergamasche e i parchi urbani.

Si tratta di un progetto di condivisione di esperienze artistiche per riflettere su temi importanti come la sostenibilità e la collettività oltre ad avviare un dibattito sul ruolo dell’istituzione artistica locale in vista della nuova GAMeC. «Quello che avrebbe potuto essere un periodo di attesa sarà un’occasione di sperimentazione di nuove pratiche e di coinvolgimento delle comunità.afferma Lorenzo Giusti, Direttore di GAMeCÈ un progetto che alimenta un pensiero attivo della territorialità, un percorso di condivisione che coinvolgerà artisti e abitanti dei territori, tra interventi nello spazio pubblico, azioni partecipate e laboratori.

“Pensare come una montagna”, è un concetto coniato dall’ecologo americano Aldo Leopold, che interpreta gli intenti del nostro programma, racchiude una riflessione sulla sostenibilità, sui rapporti interspecie e sulla necessità di preservare e fare esperienza delle aree naturali. Pensarci come una montagna significa guardarci, per un periodo, da una certa distanza – come individui, come museo e come comunità – per provare a operare diversamente e per immaginare un futuro “altro”, da scrivere assieme».

Il progetto si sviluppa nelle aree verdi della provincia di Bergamo: dai rilievi prealpini alle valli bergamasche, passando per i boschi cittadini del Parco dei Colli di Bergamo, arrivando alle zone fluviali agricole della Bassa Bergamasca. La montagna è al centro del progetto sia come luogo fisico che come prospettiva, come distanza e come dimensione temporale da cui osservare il mondo e le sue dinamiche. Con vette che superano i 3000 metri di altitudine, le Alpi Orobie sono separate dalle Prealpi Bergamasche da valli secondarie della Val Brembana, Val Seriana e Val Camonica. Oltre a conservare un interessante patrimonio naturale, le valli bergamasche che connettono le zone montuose alla pianura cittadina, sono un territorio altamente antropizzato. Abitate fino dalle epoche preistoriche, raccolgono una comunità coesa e dinamica ricca di storia e di tradizioni.

Due inedite installazioni a Castione delle Presolana

Il primo ciclo di “Pensare come una montagna” ha come teatro Castione della Presolana dove l’artista Chiara Gambirasio ha installato due delle sue opere: V’arco e M’ama. V’arco, un’opera scultorea posta sul ponte che collega Castione della Presolana alla Valle dei Mulini, ha una forma arcuata che riprende e si unisce agli archi dei tre ponti di Castione.

L’orientamento del ponte e dell’arco, composto da un intreccio di rami e dipinto con i colori di un “arcobaleno di terra”, segue la direzione del sole da est a ovest, incorniciando la cima della Presolana. V’arco parla di fusione con la natura, relazioni, traiettorie spazio-temporali, ricordi. «Entrambi i titoli delle mie opera hanno l’apostrofo – dichiara Chiara Gambirasio – che ha per me una doppia funzione: separazione e unione delle due parti».

M’ama
, installato nel piccolo borgo di Rusio, poco sopra Castione, evoca l’idea della “montagna-mamma”, concepita dall’artista come un tentativo di avvicinamento e riconciliazione sia con il vissuto personale che con la natura. È una montagna che si fonde in un ceppo come in un abbraccio al quale sono invitati anche i visitatori. Le opere dell’artista bergamasca sono ispirate dai racconti delle donne che da bambine trascorrevano l’ estate nella Colonia della Dalmine, ora in disuso, a Castione della Presolana.

Appuntamenti anche a Bergamo

Il percorso “Pensare come una montagna” prosegue nella città di Bergamo, all’interno del Palazzo della Regione, dove GAMeC ha pensato a un progetto site-specific dall’artista britannica Sonia Boyce. Benevolence, questo il titolo della video installazione ambientale, nasce da una performance trasformata in un film. Sei “monumenti visivi” occupano la Sala delle Capriate, racchiudendo al loro interno la performance nata dal coinvolgimento di tre ragazzi dell’Istituto Superiore di Studi Musicali Gaetano Donizetti ai quali l’artista ha dato modo si sperimentare spontaneamente la musica della tradizione popolare con un risultato sorprendente dall’intenso significato simbolico.

Per il biennio 2024-2025 anche la sede di GAMeC si è rifatta il look con un progetto affidato a Studio Ossidiana che ha completamente riconfigurato gli spazi di accesso al museo attraverso spazi modulari pensati per accogliere molteplici attività. Massi Erratici, così è chiamato, è un tangram di “sassi” contemporanei che compongono l’ingresso che ospita la redazione della rivista di GAMeC oltre ad accogliere laboratori e incontri divulgativi.

Lo Spazio Zero di GAMeC, al primo piano, in collaborazione con Biennale Gherdeina, ospita, invece, la mostra dedicata al lavoro dell’artista Lin May Saeed, scomparsa lo scorso anno. Le sue opere esposte in GAMeC, realizzate in polistirolo, rappresentano animali la cui centralità viene enfatizzata in contrapposizione alla condizione subalterna a cui l’uomo li ha relegati. Gli animali sono esposti sopra a delle strutture in legno che rappresentano delle gabbie e divengono protagonisti assoluti nello spazio espositivo in qualità di individui dotati di una propria psicologia. A Ortisei verranno, invece, presentate altre opere dell’artista in cui il rapporto tra uomo e animale è rivisitato grazie a una dimensione narrativa che si rifà al mito, alla fiaba e alla leggenda.

Fino al 22 settembre. Info https://pensarecomeunamontagna.gamec.it/

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