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Inaugurato il Cammino delle Terre della Dieta Mediterranea

141 chilometri in nove tappe in una delle aree più belle della Campania. Le poche informazioni rese pubbliche stimolano la curiosità

Sindaci in parata, un convegno, un comunicato stampa di 3500 parole, il taglio del nastro davanti ai magnifici templi dorici di Paestum. Nei giorni scorsi è nato ufficialmente il Cammino delle Terre della Dieta Mediterranea. Dopo tanti cammini intitolati a santi e personaggi storici, nello zaino dei trekker di lunga lena potrà dunque entrare qualcosa che si distingue.

Ma andiamo con ordine. Il nuovo itinerario si snoda nel Cilento, ovvero in quella parte della Campania dove è nata la definizione di Dieta Mediterranea, figlia degli studi del biologo e fisiologo Ancel Keys che, giunto nel Cilento durante la Seconda guerra mondiale, aveva notato come l’aspettativa di vita degli abitanti della zona fosse superiore a quella dei suoi concittadini statunitensi. Terminato il conflitto, l’incuriosito Keys tornò nel Cilento con la moglie Margaret, anch’essa ricercatrice, stabilendosi a Pioppi, frazione costiera del comune di Pollica, anche allo scopo di approfondire quanto aveva osservato in precedenza. Le sue indagini rivelarono come le abitudini alimentari della popolazione svolgessero un ruolo protettivo, specialmente grazie ai prodotti locali e stagionali ricchi di fibre, antiossidanti e acidi grassi insaturi. Nacque allora la definizione della Dieta Mediterranea, che in seguito divenne Patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’UNESCO e alla quale Pollica nel 1998 ha anche dedicato un museo.

Poche le informazioni pratiche disponibili. Il Cammino è ancora tutto da scoprire

Più recente è, invece, la scelta di utilizzare la Dieta mediterranea come motore dello sviluppo turistico del territorio e dello stile di vita cilentano. E cosa di meglio di un Cammino, strumento che per definizione consente di scoprire con la necessaria lentezza i luoghi che attraversa?

Nonostante la fastosa inaugurazione ufficiale del nuovo itinerario si conosce poco. Inutile cercare sul web una mappa, una traccia gps, una descrizione dettagliata. Poche immagini pubblicate sui profili social dei promotori mostrano però diverse frecce con il logo del Cammino.

Quello che si sa, però, è sufficiente per stuzzicare la curiosità. L’itinerario misura complessivamente 141 chilometri divisi in nove tappe e si snoda tra la costa e l’entroterra, affrontando quindi anche discreti dislivelli (non specificati, però).  Si parte dal sito archeologico di Velia e si arriva ai templi di Paestum, attraversando il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, passando per Pollica e numerosi altri paesi tra mare ed entroterra. I comuni coinvolti sono Ascea/Velia, Casalvelino, Pollica, San Mauro-Cilento, Serramezzana, Montecorice, Castellabate, Agropoli, Ogliastro Cilento, Cicerale, Giungano, Trentinara e Capaccio/Paestum.

Giorno per giorno

Pubblichiamo di seguito l’elenco delle nove tappe del Cammino così come è stato diffuso dagli organizzatori.

Tappa 1: Stato di Elea, la città del pensiero e delle acque
Ascea – Casalvelino, 15.05 Km.

Si cammina tra rovine greco-romane e medievali sulle orme dei filosofi Parmenide e Zenone, fondatori della Scuola Eleatica che diede origine al pensiero occidentale. Il cammino inizia nel Parco Archeologico di Elea-Veila. Da qui si prosegue lungo gli argini del fiume Alento fino alla foce.

Tappa 2: Approdi di San Primo, terre fertili di Venere e dogane di mare.
Casalvelino – Pollica, 16,79 km. 

Tra terrazzamenti collinari con ulivi, fichi e viti e muretti a secco (Patrimonio Unesco) si arriva al blu cristallino del mare che bagna alcune delle più belle spiagge italiane, in un territorio riconosciuto come patria della Dieta Mediterranea. 

Tappa 3: Terra di mezzo, l’oro bianco della valle dei molini e delle calcare
Pollica – San Mauro Cilento – Serramezzana, 16,4 km. 

Dalla costa risaliamo sui borghi collinari attraverso la valle dell’oro, che unisce ruderi di mulini ad acqua e luoghi di estrazione del calcare, testimoni silenziosi di antiche e fiorenti attività. 

Tappa 4: Colli del corvo, le colline del sole tra libbani e pini d’Aleppo.
Serramezzana – Montecorice, 16,39 km.

Colli costieri argillosi e pareti rocciose dove trovano rifugio poiane e falchi pellegrini. Il bosco dei pini d’Aleppo accompagna i viandanti fino alla spiaggia, dove un tempo i pescatori sbrogliavano i libbani, le antiche corde vegetali. 

Tappa 5: Marine di Leucosia, le rocce dell’ultimo canto della sirena
Castellabate, 15,16 km.

È una delle più belle e selvagge coste del Cilento, casa di Enotri, Greci e Lucani e perfino roccaforte dei pirati saraceni. È l’ambientazione di storie e leggende di mare. 

Tappa 6: Coste dei Trezeni, le tre insenature verdi sacre a Poseidone
Castellabate – Agropoli, 15 km.

Porta del Parco Nazionale, oasi naturalistica, patrimonio UNESCO. Dalle insenature naturali e dalle antiche torri difensive a picco sul mare è facile scorgere le praterie di Posidonia Oceanica, pianta acquatica mediterranea fondamentale per l’ecosistema. 

Tappa 7: Valli del sughero, le vie degli alberi rugosi
Agropoli – Ogliastro Cilento, 15,06 km.

È la “terra che nutre i ceci”, che qui acquisiscono un gusto speciale, ma anche il luogo perfetto per le querce del sughero, regine della macchia mediterranea coltivate fin dai tempi dei Fenici. 

Tappa 8: Piana dei giunchi, la terra bagnata dall’acqua dei giunchi
Cicerale – Giungano – Trentinara, 17,21 km.

Un angolo incontaminato lungo l’antica via di collegamento tra Paestum, l’Alto Cilento e la Lucania, con grotte, gole e passi storicamente usati dai mercanti e lavoratori dei giunchi, con cui si preparavano cesti. Tra boschi di lecci, le sponde del fiume Solofrone e l’architettura dei borghi medievali. Su questi monti si dice che Spartaco sia stato sconfitto nella sua ultima battaglia. 

Tappa 9: Colonia di Poseidonia, la città di Era Argiva e Poseidone
Capaccio – Paestum, 14,52 km.

Una passeggiata tra colonne doriche, templi e architetture antiche conduce a Paestum, l’antica città della Magna Grecia dedicata a Poseidone. Il Parco Archeologico racconta questa storia. 

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