Il Nanga Parbat attende Silvio “Gnaro” Mondinelli
07-07-2005 – Il Nanga Parbat, nona cima del mondo con i suoi 8125m di altezza, attende Silvio Mondinelli. Ma fa un po’ la preziosa, costringendo "Gnaro" e compagni al Campo Base da oltre una settimana. Una sosta ormai inquieta, sotto forti nevicate che solo oggi sembrano essersi placate.
(n.d.r. per seguire la spedizione giorno per giorno visita la sezione dedicata)
Mondinelli, doveva essere al Broad Peak e la ritroviamo al Nanga Parbat. Come mai il cambio di destinazione?Ci sono stati problemi con i permessi di scalata. Ero partito da solo con l’intenzione di aggregarmi alla spedizione di Mario Merelli diretta al Broad Peak. Ma loro hanno dovuto posticipare la partenza e io non avevo i permessi per iniziare l’avvicinamento. Così ho deciso di raggiungere gli amici spagnoli di "Al filo de lo Imposible" al Nanga Parbat.
Nanga Parbat – Il Campo 2 |
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"Gnaro" in versione intellettuale |
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Nanga Parbat – Gli asini del Campo Base |
Amici di vecchia data…
Sì. Ho fatto parecchie spedizioni con loro, e l’anno scorso avevano raggiunto la vetta del K2 insieme a noi di K2 2004 – 50 anni dopo. La loro spedizione è formata da tre alpiniste (Edurne, Esther, Mariane), due alpinisti (Josu, Ivan), il direttore del programma Al Filo de lo Imposible Fernando Perez e un giornalista di "El Correo".
Beati fra le donne. Non è che ha scelto il Nanga Parbat perchè preferiva la compagnia di tre fanciulle spagnole a quella di Mario Merelli?
Se la metti così… di sicuro! Scherzo. Io sono sposato! Quello che conta è l’amicizia e la fiducia che mi lega al gruppo ormai da anni. In una spedizione alpinistica, queste cose sono di fondamentale importanza.
Loro erano già al Base quando lei è arrivato?
Sì, e avevano già anche montato campo I. Pochi giorni dopo il mio arrivo sono salito a Campo II. Abbiamo trasportato in alto le tende per Campo III e Campo IV. Ora aspettiamo che il tempo ci conceda qualche giorno per salire e tentare la vetta.
Manca poco all’attacco, insomma…
Siamo pronti per la vetta da una settimana. Ma il tempo è brutto da 8 giorni. Le previsioni dicono che tra 1 o 2 giorni dovremmo avere una finestra di bel tempo e speriamo di poterla sfruttare per andare in cima.
Nell’attesa, come passate il tempo?
A dire la verità non so più cosa inventarmi! Ascolto musica, leggo… ma ormai sono vecchietto e mi fanno male gli occhi. Ho dovuto anche comprare gli occhiali: mi hanno detto che mi donano, ma io non ne sono troppo convinto…
Siete soli al Campo Base?
No, c’è davvero un pienone! In totale sono 35 tende. Quasi tutti spagnoli, qualche giapponese, un ecuadoriano, un russo e io. E poi è pieno di asini e galline… è peggio che stare ad Alagna! Ad esclusione di un gallo che ti sveglia all’alba ogni mattina – lo strozzerei – tutto il resto è davvero stupendo. Di solito i Campi Base sono su morene o ghiacciai, invece qui ci sono prati, fiori e una distesa di stelle alpine. Stasera sono distrutto perchè oggi ci hanno regalato due capre e abbiamo fatto una festa che è durata tutto il pomeriggio tra canti e balli.
Insomma, avete trovato il modo di divertirvi anche lontani dalla parete…
Per fortuna sì. Ma è comunque demoralizzante spendere tanto tempo per allenarsi a casa, poi arrivare qui ed essere costretti in tenda per tanti giorni. Tempo ingrato… Mi viene voglia di non venire più in Himalaya.
E come fa a concludere la corsa ai quattordici "Ottomila", se non ci va più?
Scrivo che li ho fatti anche se non è vero. Mio figlio è ancora piccolo e ci crederebbe. Mi basta. Se poi da grande si accorgerà che non è vero, mi inventerò qualcosa!
A parte gli scherzi. Previsioni per le prossime ore?
Oggi è nuvoloso e non ci sono state precipitazioni. Nei prossimi due giorni lasceremo scaricare la parete dalle valanghe, sperando che non ricominci a nevicare. Nel weekend tenteremo la vetta.
Previsioni di rientro?
Dopo il Nanga Parbat raggiungerò Mario Merelli al Broad Peak. L’ho sentito ieri e mi ha detto che sono al Campo Base. Andrò lì con Gelinde, Edurne e altri 3 o 4 ragazzi. Sperando di fare in tempo. Incrociate tutti le dita perchè arrivi (e resti) il sereno…
(Intervista di Sara Sottocornola)
La valle del Nanga Parbat (foto S. Mondinelli)
Conosciuta come "la montagna assassina" il Nanga Parbat è situato al limite orientale della catena dell’Himalaya, fu scalata per la prima volta da Hermann Buhl nel 1953. Partito solo dall’ultimo campo, raggiunse, senza usare bombole d’ossigeno, la vetta. Buhl faceva parte di una spedizione austro-tedesca guidata da Karl Herrligkoffer.