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Inondazioni: mezzo Nepal in ginocchio

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KATHMANDU, Nepal — Sono 21 per ora i morti e centinaia i dispersi in Nepal a causa delle inondazioni e delle frane che hanno colpito il paese nello scorso fine settimana.

Difficile il conteggio delle vittime. Accertate per ora una ventina di morti. Mentre, secondo quanto riferiscono le autorità nepalesi, almeno 10mila persone persone si stanno spostando dalle aree investite dall’inondazione seguita alle incessanti piogge che in questo periodo hanno praticamente sommerso il paese.
 
I distretti più colpiti sono quelli di Banke e Bardiya, nel settore nord-occidentale del paese. Otto corpi senza vita sono stati recuperati a Achham e Doti. Altri due a Bardiya e Baitadi e un altro nel distretto di Banke. Ad Acham, cinque persone della stessa famiglia sono rimaste sepolte dalla frana che ha investito il villaggio di Balyalta. Bude Bhul, 45 anni, la moglie di 40, Krishna Bhul, anch’essa quarantenne, una donna e una bambina sarebbero abncora sepolte sotto le macerie, riporta il Kantipur daily, il maggior quotidiano del Nepal.

Lo stesso accade nella provincia del Devisthan, dove Prem Rawal, un 70enne e una donna più giovane sono rimasti sepolti vivi. Mentre nello stesso distretto, la diciannovenne Kale Bhul è stata spazzata via dal fiurme in piena.

Cinque case sono state totalmente distrutte e altre 100 fortemente danneggiate nel villaggio di Balyalta che è stato fatto a pezzi da una cinquantina di smottamenti, raccontano le autorità locali. 
Fonti della sicurezza di Dhangadhi hanno detto che alcuni soccorsi e il personale della Croce Rossa ha raggiunto il villaggio nel pomeriggio di ieri.

A Banke, i soccorritori sono al lavoro per identificare i corpi delle vittime. Stando alla Polizia locale sarebbero ancora 11 le persone disperse nella cittadina di Pudanbhetwa. L’esercito e la polizia stanno lanciando un’operazione di soccorso su vasta scala, nelle aree del distretto colpite dall’inondazione. 
Stando alle autorità, almeno 300 persone sopravvissute dai villaggi investiti dalla furia delle acque si stanno spostando in luoghi più sicuri alla ricerca di cibo e beni di prima necessità. L’entità del disastro nei villaggi lungo il fiume Rapti River non è ancora stata accertata.

In Baitadi, un bambino di 9 anni è stato travolto dalle acque del fiume Gansur, mentre un altro piccolo di quattro anni è rimasto sepolto dalla frana del villaggio, domenica scorsa.

A Bardiya, due corpi senza vita sono stati recuperati dalle sponde del fiume Saryu mentre un altro cadavere è stato trovato in un ansa del fiume Babai. In questo villaggio, sono "oltre una dozzina le persone che ancora mancano all’appello" hanno detto le autorità locali.

Nel distretto, oltre 10mila persone sono state trasferite. Tremila sono state evacuate e posizionate in edifici scolastici, campus  e edifici governativi  di Gulariya, il capoluogo del distretto. 
Sono oltre 300mila le persone che vivevano negli 11 villaggi dell’area di investiti dalle inondazioni. Danni e vittime anche nei distretti di  Makawanpur, Nawalparasi, Rampur e Khadauna dove ci sono 150 case che stanno per collassare a causa degli smottamenti. Colpiti anche i villaggi di Bhujahawa, Somani, Pratappur, Kudiya. Mentre fonti locali riferiscono che "le frane stanno continuando".  

Nel frattempo si è riunito il consiglio dei ministri per far fronte all’emergenza. Sono stati decise misure immediate per stabilire le misure di soccorso e coordinare le attività governative con quelle delle ong presenti nel Paese. Il govrerno ha deciso lo stanziamenti immediato di un milione di rupie per i distretti di Banke and Bardiya. Ulteriori fondi verranno stanziati a seconda della situazione individuata sul terreno.  

Intanto, elicotteri da trasporto MI-17, barche e giubbotti di salvataggio sono stati inviati nelle zone colpite. La mobilitazione è generale: esercito, polizia, polizia militare, Croce Rossa, partiti e società civile si stanno muovendo per portare soccorso alle zone investite dalle inondazioni.

Per ora, almeno 1650 sarebbero state tratte in salvo nei due distretti maggiormente colpiti e spostate in aree più sicure.

 

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