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Camminate di primavera a bassa quota lungo i sentieri del “Landandé”, tra storia e natura

Il sistema di tracciati escursionistici del Monregalese fa parte delle Vie Storiche di montagna della Regione Piemonte. E regala sorprese

Landandé, in dialetto “dove andare”, con una sfumatura interrogativa. Ma nel nome è anche contenuta la suggestione anglofona “land”, una terra, il suo carattere. Non si tratta di un cammino storico o tematico vero e proprio ma di un progetto, avviato nel 2010, che ha riscoperto e proposto un sistema di percorsi ad anello, in parte concatenabili tra loro, immaginati come “petali” di uno stesso fiore e riconoscibili dai colori diversi.

Un’occasione unica per esplorare il territorio monregalese, in provincia di Cuneo. Siamo in un piacevole ambito intermedio tra le Alpi Liguri e Marittime e l’orizzonte collinare delle Langhe verso le quali alcuni degli itinerari si inoltrano. Un ventaglio di rilievi dai profili dolci e di valli sinuose in cui una fitta rete di sentieri e strade secondarie permette di leggere nel ritmo lento della camminata una stratificazione di differenti motivi legati alla storia del medievale “Distretto di Mondovì”.


Dalle privilegiate rotte commerciali con la vicina Liguria agli spostamenti per il lavoro tra le borgate, ai tragitti devozionali verso l’importante polo del Santuario di Vicoforte, monumento che, frutto di un’elaborata vicenda costruttiva (dalla posa della prima pietra nel 1596 al completamento nel 1733 della luminosa cupola ellittica progettata da Francesco Gallo), commenta il paesaggio con inconfondibile e autorevole eleganza.

Le forti tensioni culminate durante gli ultimi decenni del XVII secolo nelle cosiddette “Guerre del Sale”, non rappresentarono soltanto una ferma rivolta alla revoca di esenzioni fiscali imposta dal duca Vittorio Amedeo II di Savoia, ma svelavano attriti ben più complessi tra centro e periferia, anche di natura culturale e identitaria.

Il notevole rinnovamento architettonico avviatosi con il Settecento sia a Mondovì sia nei paesi, è stato interpretato negli appassionati saggi di Andreina Griseri, come un’affermazione reattiva, un “modo proprio legato alla terra e alle sue realtà” alternativo allo stile di corte, che ha conferito pregi di facciate barocche anche a sperdute parrocchie di campagna. Le ricerche di Giancarlo Comino e di Angelo Torre hanno invece contribuito, su piani diversi, a definire lo scenario socio-economico e il ruolo delle devozioni nel contesto locale del medesimo periodo, offrendo spunti per un approfondimento integrato.

Parallela agli studi storico-artistici va ricordata la puntuale indagine fotografica di autori quali Michele Pellegrino, Pino Dell’Aquila, Giorgio Olivero, rivolta sia agli aspetti del paesaggio, sia alle abitazioni rurali e ai beni culturali, in un connubio spesso inscindibile.

La posizione strategica rispetto alle comunicazioni transalpine e con la costa ligure rese la zona teatro di imponenti operazioni militari nella campagna napoleonica del 1796. La Battaglia di Mondovì, combattuta tra il 20 e il 21 aprile nei pressi di Vicoforte, preludio alla resa sancita dall’armistizio di Cherasco, fu particolarmente sanguinosa. Giosuè Carducci nell’ode “Bicocca di San Giacomo” rievoca l’azione preliminare del 19 aprile poco distante da San Michele Mondovì e la tenace ma inutile resistenza dei piemontesi.

Passa l’istoria, operatrice eterna”…

La struttura a petali: i colori del Landandé

Il complesso di itinerari del Landandé (www.sentierolandande.it) vuole essere adattabile e aperto: negli anni nuovi percorsi, strutturati ad anello, si sono aggiunti a quello originario, che abbiamo scelto di suggerire come esempio rappresentativo. All’elevato interesse storico, ambientale e paesaggistico si unisce l’intenzione di correlare le attività ricettive, eno-gastronomiche e di produzione.

L’iniziativa dei comuni interessati è stata determinante: risultano al momento coinvolti Briaglia, Mondovì, Vicoforte, Niella Tanaro, San Michele Mondovì, Monasterolo Casotto, Viola, Lesegno, Mombasiglio, Scagnello, Battifollo, Lisio e Pamparato. In fase di preparazione un ulteriore circuito, destinato a collegare le valli Mongia e Casotto, nel settore orientale delle Alpi Liguri. Questi sentieri sono stati inseriti nell’elenco delle Vie Storiche di montagna della Regione Piemonte. 

Le caratteristiche degli itinerari sono simili: viabilità e dislivelli li rendono praticabili per escursionismo, trail running, mountain bike, equitazione, ciaspole nella stagione invernale. La segnaletica puntuale limita qualsiasi difficoltà di orientamento, mappe e schede esplicative sono scaricabili dal sito ufficiale. Le numerose possibilità di assemblare o accorciare i tracciati stimolano la creatività individuale della scoperta.

Possiamo così camminare per ore in ambienti dove si alternano fra prospettive sempre mutevoli boschi più o meno fitti, radure, coltivazioni, vitigni, passando per cascine, greppi e rive, trovando sempre la linea poderosa delle montagne ad accompagnarci.

L’itinerario: l’anello di Briaglia e il Bric della Guardia (625 m)

Località di partenza: Briaglia, La Serra
Dislivello: 690 m
Difficoltà: T
Tempo necessario: 6 ore
Sviluppo: 22 km
Segnavia: petalo fucsia

Inaugurato nel 2010, è il primo degli itinerari identificato e segnalato nell’ambito del progetto Landandé. Costante il riferimento visivo alla città di Mondovì e alle Alpi sullo sfondo.

Dalla Serra di Briaglia (549 m) si seguono le indicazioni su una stretta strada asfaltata che supera un poggio con un pilone sacro. Poco dopo si svolta a destra su un ripido sentiero che scende nella valle del Rio del Frocco e raggiunge le Case Cuniberti (cappella) e il Lago di Monte di Briaglia, il superiore di due bacini artificiali realizzati a scopo irriguo. Lo si attraversa all’estremità su un ponticello e si riprende quota verso le Case dei Boschi, recuperando il crinale alla chiesa parrocchiale di San Teobaldo (556 m).

Si prende a destra e, passati i resti della facciata romanica dell’antichissima cappella di San Bartolomeo, si arriva ad un notevole punto di osservazione. Proseguire diritto, quindi immettersi a destra su una campestre che si riporta nel vallone (Case Pian Soprano, 546 m) riprendendo a sinistra la strada d’accesso ai laghi. Presto incontriamo il pannello dedicato all’Ipogeo della Casnea, di proprietà privata e non visitabile, presumibile monumento funerario preistorico, quindi giriamo a sinistra per risalire lentamente fino a ridosso del Bric della Guardia (625 m).

Raggiunta la sommità si divalla a San Grato (567 m) e ancora, a destra della chiesa oltre le Case Arnaldi, fino ad intraprendere a destra un cammino che volge a mezza costa e valica un colletto (558 m) a sinistra della Cascina del Vescovo. Procedere su un tratto lineare molto panoramico, poi piegare a destra (Case Saccone, 502 m) per doppiare l’avvallamento del Rio Peirea e giungere alla borgata Poggio di Vicoforte.

Imboccare a destra la strada provinciale. Superata la cappella di San Giovanni (547 m) si devia a sinistra tenendo l’allungata dorsale della Mollea e incontrando la cappella di S. Anna. Si scende ora a sinistra verso l’abbandonata Cascina Gandolfi (459 m) e i misteriosi calanchi del Rio Otteria, che si oltrepassano ad un guado dove sono evidenti i fenomeni di erosione. La risalita a Briaglia avviene tramite il costone dove spicca una signorile casa colonica (Casa Bava, 463 m). Presso il cimitero si confluisce sulla strada (area attrezzata) a breve distanza dal luogo di partenza.

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