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Valanghe: tecnica, conoscenza e fattore umano. Segnali di riequilibrio

La rivista americana Avalanche Review suggerisce un diverso approccio allo studio dei comportamenti da tenere in caso di pericolo valanghe. I condizionamenti del “potere dell’ombra” e del “potere dell’illuminazione”

Le infinite interazioni tra l’uomo e gli elementi naturali in continua evoluzione che lo circondano, mentre ci si muove entro terreni d’avventura, suggeriscono che non basta saper fare la cosa “giusta”.

Lo si voglia o meno l’imprevedibilità è una condizione ineliminabile dei sistemi complessi.

Per questo, allargare l’attenzione ai cosiddetti “fattori umani” che condizionano il comportamento, pare essere un grande aiuto per salire e discendere le montagne.

A questo proposito l’Avalanche Review, la prestigiosa rivista dell’American Avalanche Association che dal 1982 è un autorevole riferimento internazionale nella ricerca sulle valanghe, ospita un originale contributo di Ken Wylie.

Imboccando un diverso approccio al problema, l’autore non concentra l’attenzione sull’oggetto valanga, ma sul fattore umano in relazione al contesto in cui agisce condizionandone la prestazione.

L’articolo, dal titolo Self-evident approaches to managing human factors (American Review last winter 2024 42.3), descrive come le decisioni e scelte condotte mentre attraversiamo spazi naturali densi di pericoli, sono soggette a una coppia fondamentale di condizionamenti: il “potere dell’ombra” e il “potere dell’illuminazione”.

Quando si soggiace al “potere dell’ombra”, l’efficacia nella gestione delle situazioni difficili decade rapidamente, l’inconscio ci travolge negativamente, attraverso una progressiva mancanza di cura, desideri egoistici e miopi, individuali o collettivi, sino a farci precipitare nel caos.

Al contrario, le decisioni che beneficiano del “potere dell’illuminazione” sono favorevoli e discendono dall’intenzione primaria di prendersi cura, di trascendere le emozioni disturbanti e avverse.

Il “potere dell’ombra” trascina inesorabilmente verso decisioni sbagliate e comportamenti inadeguati che ci mettono nei guai.

La negazione dei nostri limiti, l’assenza di coraggio (per reagire a pressioni o desideri inadeguati esterni o interni), l’isolamento personale, l’arroganza nelle scelte, possono saldarsi come gli anelli di una catena agganciata a un enorme peso che ci trascina, ingannandoci, verso il basso, verso il caos.

Provare a mostrare attenzione e passare in rassegna queste potenti trappole non è una soluzione pronta né facile, ma può essere un utile strumento di riflessione ed aiutarci ad affrontare le situazioni difficili che sempre si presentano nei nostri percorsi d’avventura.

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