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Parola d’ordine: salvare mamma orsa

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TRENTO — Un chip per salvarle la vita. E’ stato impiantato nei giorni scorsi a Jurka, la mamma dell’orso Bruno abbattuto in Baviera il mese scorso, un dispositivo elettronico di riconoscimento che seguirà i suoi passi. Così da tenerla lontana dagli uomini ed evitarle la sorte del figlio. 

"La scelta di monitorare Jurka  – sostiene il presidente del Wwf, Fulco Pratesi – è un’ottima notizia per l’associazione. L’Italia dimostra ancora una volta di essere all’avanguardia nella conservazione dei grandi carnivori dell’arco alpino".
 
Grazie ad un radiocollare con tracciamento satellitare, la mamma dell’orso sarà protetta insieme ai suoi tre cuccioli. E calerà il clima di tensione creatosi dopo l’uccisione di Bruno, brutalmente abbattuto da un cacciatore tedesco.
 
 "L’Italia dimostra la volontà di stabilire una convivenza pacifica tra l’uomo e gli animali", sostiene ancora il presidente del Wwf. Riportare il grande predatore nell’arco alpino, insieme ad altri animali come la lince e il lupo, è un’iniziativa che dovrebbe essere attuata da tutti i Paesi europei coinvolti. "E’ necessario che tutti si impegnino in atti di conservazione e informazione per evitare ulteriori abbattimenti di questi grandi animali", continua Pratesi. E poi conclude, "Il Wwf si sta già attrezzando in Trentino con gli "avvocati dell’orso", volontari che avranno il compito di illustrare ad allevatori e agricoltori l’importanza ambientale dell’orso".
 
Intanto, continua la mattanza dei caprioli nell’Alessandrino. Ieri sono stati abbattuti 150 animali. La motivazione è sempre la stessa: controllo selettivo perchè i caprioli "provocano incidenti stradali" e "sono dannosi all’agricoltura", quindi vanno abbattuti. Seguendo il medesimo ragionamento, aspettiamoci dunque la caccia aperta alle auto di grossa cilindrata. E visto che ci siamo, anche qualche bel colpo di schioppo contro il cielo colpevole di portare la grandine.
 
Greta Consoli

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