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Martinica e Guadalupa, a piedi sui vulcani delle Antille francesi

Le isole tra il Mar dei Caraibi e l’Atlantico sono note per il mare cristallino. Ma i camminatori possono contare anche su itinerari di grande soddisfazione sui vulcani che ne caratterizzano il profilo

Un’imperatrice di Francia è cresciuta tra le piantagioni di canna da zucchero e caffè delle Antille. Joséphine, futura moglie di Napoleone Bonaparte, è nata nel 1763 alla Pagerie, una splendida villa della Martinica. A quindici anni sposò il visconte de Beauharnais, ne prese il cognome, lasciò l’isola per la Francia. Il marito fu ghigliottinato durante la Rivoluzione, Joséphine fece strage di cuori, e infine conquistò il generale nato in Corsica. Accanto a lui, il 2 dicembre 1804, venne incoronata imperatrice.

Oggi, accanto ai turisti europei, nelle sale e nel giardino della Pagerie sfilano ragazze e massaie di colore arrivate da Fort-de-France, il capoluogo della Martinica, per scoprire la favola di una donna che vedono come una di loro. Sembra una telenovela, è la storia. Gli anni di Napoleone, delle lunghe guerre della Francia contro l’Inghilterra e la Spagna, dell’economia coloniale basata sulla canna da zucchero affiorano ovunque alla Martinica e alla Guadalupa, le due grandi isole delle Antille francesi.

Nei capoluoghi, Fort-de-France alla Martinica e Pointe-à-Pitre alla Guadalupa, si scopre come l’anima bianca e francese di questa terra, che riempie di uomini e donne dalla pelle scura lo sport e le università francesi, conviva con la tradizione che gli schiavi hanno portato dall’Africa occidentale, e che compare nella musica e in cucina.

La maggioranza dei viaggiatori delle Antille cerca prima di tutto le spiagge, che sono tante, e quasi sempre magnifiche. I chilometri di sabbia dorata di Les Salines, di Diamant, della Caravelle (le prime due alla Martinica, la terza alla Guadalupa) sono l’immagine dei Caraibi che tutti hanno sempre sognato.

Entrambe le isole, però, sono anche delle mete di natura. Il Parco nazionale della Guadalupa, la più importante area protetta dei territori d’oltremare francesi, offre l’incontro con foreste, cascate, colibrì, pappagalli e fiori coloratissimi. L’impronta francese sulle Antille si vede anche nella diffusione dei sentieri, che vengono spesso segnati con i segnavia bianco-rossi della madrepatria.

Alla Martinica la rete dei percorsi si estende oggi per circa 180 chilometri, e comprende il Sentier Littoral Nord Atlantique, il primo itinerario di Grande Randonnée delle Antille. Nella Grande-Terre, la montuosa parte occidentale della Guadalupa, molti sentieri si svolgono all’interno di un magnifico Parco nazionale.

Offrono percorsi di straordinaria suggestione i due vulcani, entrambi attivi, che si alzano al centro delle isole. La Soufrière, che sorveglia la Guadalupa, è raggiunta da un frequentato sentiero e offre agli escursionisti fumarole, campi di lava e panorami. La Montagne Pelée, alla Martinica, è molto più selvaggia, e propone camminate avventurose tra massi di lava e spaccature nel terreno.

Oltre all’ambiente più aspro, pesa sui visitatori il ricordo della terrificante eruzione del 1902, quando le lave e i gas usciti dal cratere del vulcano rasero al suolo la città di St.-Pierre, la “Parigi dei Caraibi”, per secoli la più ricca delle Antille francesi. In un minuto e mezzo morirono trentamila persone. Sopravvisse solo Auguste Cyparis, l’unico detenuto della prigione locale, che si salvò grazie ai muri spessi tre metri della cella. Il periodo migliore per viaggiare e camminare alla Martinica e alla Guadalupa è la stagione secca, che va da gennaio a giugno.

Martinica: Il sentiero dell’Aileron sulla Montagne Pelée

(700 m di dislivello, 4.30 ore a/r, EE)

Il vulcano attivo della Martinica, che raggiunge i 1395 metri di quota, richiede allenamento a causa del discreto dislivello, dei sentieri dal fondo scomodo e roccioso e della nebbia che avvolge frequentemente la montagna. Il percorso più frequentato è quello dell’Aileron, che si raggiunge per una strada asfaltata dall’abitato di Morne Rouge. Il posteggio è a quasi 700 metri di quota.

Il sentiero, ampio e ben segnato, sale a tornanti nel bosco e poi tra alte felci. Un tratto ripido e faticoso porta alla sommità dell’Aileron, un caratteristico torrione roccioso e poi all’altopiano dei Palmistes (1203 m). Da un rifugio in cattive condizioni si compie il giro della caldera del vulcano, superando il cono creato dall’eruzione del 1902 e salendo alla vetta più alta della Montagne Pelée, l’enorme blocco di roccia lavica del Chinois (1395 m). Si scende per lo stesso itinerario.

Guadalupa: lo Chemin des Dames sul vulcano della Soufrière

(550 m di dislivello, 4 ore a/r, E)

Il vulcano della Guadalupa offre una camminata più comoda e frequentata di quella che conduce alla Montagne Pelée.  Il sentiero si raggiunge dai Bains Jaunes (950 m), che si raggiungono in auto da Saint-Claude. L’acqua, alla temperatura di 30°, è riscaldata dalle sorgenti termali del vulcano. Le vasche offrono un bagno ristoratore al termine della discesa.

Ci si incammina sul viottolo lastricato del Pas du Roy, a un bivio si lascia a destra una diramazione per la Cascata del Galion, e si continua seguendo la segnaletica verso la Savanne à Mulets (1140 m).

Per salire al cratere, la maggioranza degli escursionisti utilizza lo Chemin des Dames, che sentiero sale ripido e con fondo roccioso, ma non presenta difficoltà. Dei gradini di legno rendono più comodi gli ultimi ripidi metri, l’odore di zolfo permette di capire il cratere è vicino.

Il sentiero tocca la Pointe de la Découverte (1467 m), aggira il cratere Dupuy e il pozzo di Tarissant, scavalcato il Pic Napoléon e raggiunge la base del Piton Dolomieu (1464 m). Quando l’attività del vulcano aumenta, il Parco può vietare agli escursionisti il sentiero che si affaccia sui crateri. In discesasi può seguire il sentiero del Col de l’Échelle.

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