Quattro rifugi sulle Dolomiti di Cortina dove si arriva solo a piedi
Facili passeggiate ai piedi delle Dolomiti d’Ampezzo, lontano dagli impianti e lungo strade battute dove normalmente non servono le ciaspole. Ma è bene contattare i rifugi prima di partire
Di Cortina si legge e si scrive molto spesso, e per vari motivi. Le gare di Coppa del Mondo di sci, e le spettacolari discese ai piedi delle Tofane e del Cristallo. Il “Vip Watching” tra gli alberghi e i ristoranti del centro, la moda, gli eventi culturali e mondani. Le polemiche riguardo agli impianti per le Olimpiadi del 2026. I 40 anni di “Vacanze di Natale”, il film dei fratelli Vanzina che ha sbancato il botteghino e mostrato la trasformazione degli italiani in vacanza. A molti “cortinologi”, però, sfugge un elemento decisivo. La conca d’Ampezzo, sulla quale si affacciano le Tofane, il Pomagagnon, l’Antelao, la Croda da Lago e il Sorapiss, è uno dei luoghi più belli delle Dolomiti e delle Alpi. Salendo di quota, compaiono all’orizzonte altri giganti come le Tre Cime e il Pelmo. Anche a quote più basse, boschi di abeti e altopiani compongono un quadro suggestivo. Si inseriscono in questo paesaggio magico rifugi ricchi di fascino e storia, dove spesso in estate si arriva in auto o in jeep-navetta, e che invece d’inverno meritano di essere raggiunti a piedi. Quando le strutture sono aperte e gestite, le strade di accesso sono battute, e possono essere percorse senza ciaspole, utilizzando i ramponcini se la neve è ghiacciata. Le racchette da neve ridiventano utili per proseguire oltre i rifugi. Prima di mettersi in cammino è buona norma contattare il rifugio prescelto, e se necessario prenotare. Alcune strutture, d’inverno, sono aperte per pranzo ma non per il pernottamento, altre offrono gli stessi servizi dell’estate. Chi cerca la solitudine fa bene a mettersi in moto abbastanza presto al mattino. Camminare in montagna d’inverno, anche intorno a Cortina, è sempre più popolare.
Il rifugio Dibona
Il rifugio Dibona e la Punta Anna, foto SA
In estate, questo bel rifugio a 2037 metri di quota si raggiunge in auto, per poi proseguire verso i tunnel del Castelletto, il rifugio Giussani, le vie di roccia, la via normale o la ferrata Lipella della Tofana di Rozes. D’inverno la strada battuta offre una passeggiata piacevole, e con meravigliosi panorami. Il dislivello è di 350 metri. Informazioni su https://rifugiodibona.it, e allo 0436.860294. Da Cortina si segue la statale di Passo Falzarego fino all’inizio della strada per il rifugio (1698 m), indicata da cartelli. Lo spazio per posteggiare è limitato, in alternativa si può partire dalla Baita Resch (1628 m) e costeggiare le piste da sci. La stradina passa sotto a una cabinovia, sbuca su una pista da sci (attenzione!) e raggiunge le Malghe Fedarola. Si va a sinistra, si continua brevemente sulla pista, poi si sale a sinistra per un ripido viottolo, che alterna tornanti e diagonali. Lasciata a destra un’altra pista si continua a mezza costa in vista della Tofana di Rozes e della Punta Anna, e poi si sale al rifugio (2037 m, 1.15 ore). Con le ciaspole si può continuare fino ai piedi del Valon de Tofana. La discesa richiede 1 ora, un percorso più diretto (ciaspole necessarie) inizia dal posteggio di Cian Zopè, 2 km più avanti.
Malga Ra Stua
Malga Ra Stua, foto SA
A nord di Cortina, sul confine tra il Veneto e l’Alto Adige, si estende una delle zone più suggestive delle Dolomiti, caratterizzate da pascoli e boschi sorvegliate dalla Croda Rossa d’Ampezzo e dalla Croda del Becco. La Malga Ra Stua, 1695 metri, si raggiunge in estate in auto o con le navette, e d’inverno a piedi o con sci e pelli di foca. Il dislivello è di 380 metri. D’inverno si può anche dormire. Da Cortina si segue la statale per Dobbiaco fino al tornante di Sant’Uberto (1425 m), da cui si sale a un posteggio. Si può arrivare anche da Misurina o Dobbiaco. A piedi si segue la strada innevata che sale a mezza costa nel bosco, si affaccia sulla valle del Boite e le vette delle Lavinores, poi traversa una “tagliata” tra le rocce. Si continua con un tratto più comodo, con brevi saliscendi, tralasciando vari sentieri estivi. Più avanti ci si avvicina al fondovalle, si supera un ponte e si sale affacciandosi su un antro dove il Boite forma una cascatella ghiacciata. Subito dopo è Malga Ra Stua (1695 m, 1 ora), all’inizio di un pianoro sorvegliato dalla Croda Rossa d’Ampezzo e dalle Crepe di Socroda. Oltre la Malga sale a destra la strada militare per Forcella Lerosa, che può essere seguita con le ciaspole. Se si continua sul fondovalle, dove la pista prosegue, si raggiungono le sorgenti del Boite e la baita del Cianpo de Cros (1765 m, 1 ora a/r). Itinerari più lunghi proseguono verso i rifugi Sennes e di Fodara Vedla, in Alto Adige. Dalla Malga al posteggio occorrono 0.45 ore.
Rifugio Città di Fiume
Il rfugio Città di Fiume, foto SA
Occorre poco più di un’ora, scavalcando il Passo Giau, per arrivare all’inizio del bell’itinerario che conduce allo storico rifugio Città di Fiume, 1918 metri, ai piedi del versante settentrionale del Pelmo. L’itinerario di accesso. 250 metri di dislivello, è comodo e battuto, d’inverno il rifugio è aperto (anche per il pernottamento) dal venerdì sera alla domenica. Da Pescul si segue la strada per il Passo Staulanza fino a un tornante verso destra (1663 m), alla base dei ripidi pendii sorvegliati dalla parete Nord del Pelmo, dove inizia la strada innevata che sale al rifugio. Si può arrivare anche da Zoldo Alto, scavalcando il Passo Staulanza. A piedi si segue la strada battuta che traversa un canalone, entra nel bosco, e sale a mezza costa nel bosco fino alla Malga Fiorentina (1799 m), da cui appare la Civetta. Delle rampe più ripide e una diagonale portano al rifugio Città di Fiume (1918 m, 1 ora), meraviglioso belvedere sul Pelmo. Un percorso un po’ più lungo inizia dal rifugio Aquileia (1583 m), più vicino a Pescul, e sale a Malga Fiorentina. Qui servono normalmente le ciaspole. La strada innevata che inizia a destra del rifugio e poi traversa verso Forcella Roan e Casera Prendera è possibile solo in condizioni di neve sicura. La discesa alla strada richiede 0.45 ore.
Rifugio Angelo Bosi
Il Rifugio Angelo Bosi al Monte Piana
Da Misurina e dal suo lago, che si raggiungono da Cortina passando per il Passo Tre Croci o per Carbonin, lo sguardo corre in tutte le stagioni alle Tre Cime. Merita una visita, però, anche il Monte Piana, 2324 metri, che offre uno straordinario panorama e precipita con alte pareti rocciose verso l’Alto Adige. Tra il 1915 e il 1917 la montagna è stata aspramente contesa tra i militari italiani e austro-ungarici, oggi le trincee dell’altopiano meritano una passeggiata in estate, ma scompaiono con la neve dell’inverno. La strada innevata che sale al rifugio Angelo Bosi e alla cima può essere percorsa a piedi (utili i ramponcini) o in motoslitta, oltre il rifugio l’atmosfera è più tranquilla. Il rifugio, 2201 metri, è normalmente aperto solo per mangiare nei weekend. Informazioni allo 0435.39034. Da Misurina si segue la strada per le Tre Cime fino a un posteggio (1757 m). A piedi si segue la pista innevata che sale tra i tracciati di discesa e da fondo, entra nel bosco e sale alla Forcella Bassa (1880 m), dove si può arrivare con le ciaspole dal Lago d’Antorno. La strada tocca la Forcella de Mèzo e la Forcella Auta (1984 m), poi sale con rampe comode ma aeree al rifugio Bosi (2201 m, 2 ore). L’ultimo tratto del sentiero battuto supera una ripida rampa, poi continua sull’altopiano fino alla cima (2324 m, 0.30 ore a/r) e alla Piramide Carducci. La discesa dal rifugio al posteggio richiede 1.15 ore.