Itinerari

Sul Mont Faiè, facile cima panoramica nel Parco Nazionale della Val Grande

Poca fatica e grande soddisfazione. La vetta è un autentico belvedere sulla Val d’Ossola e sui laghi di Mergozzo, Maggiore e Orta. Con il Monte Rosa sullo sfondo

La frastagliata catena montuosa che delimita la Val Grande dalla Val d’Ossola è una sorta di barriera, non solo fisica, ma anche estetica, un vero e proprio spartiacque tra il mare verde della Val Pogallo, dell’Alpe Ompio, del piccolo borgo di Cicogna e il ghiaccio e l’imponenza della parete Est del Monte Rosa e delle alpi Lepontine che si ammirano dalla cima. E’ proprio il panorama circolare dalla vetta ad essere la principale attrattiva della gita. L’itinerario è percorribile nelle quattro stagioni.

L’autunno e l’inverno sono il momento migliore. La neve non è sempre presente, visto la quota modesta, ma può essere comunque utile portare le ciaspole e i ramponcini. Visto che ci troviamo in una delle zone più selvagge d’Italia, è opportuno ricordare che questo è un itinerario semplice e senza difficoltà di orientamento, a differenza di molti altri che si snodano nel Parco. Nei pressi della partenza, è sito il Rifugio Fantoli, all’Alpe Ompio, a volte aperto anche in inverno, soprattutto nei fine settimana.

L’itinerario

Partenza: Alpe Ompio (990 m)
Arrivo: Mont Faiè (1352 m)
Dislivello: + 362 m
Durata: 2.30 ore (a/r)
Difficoltà: semplice, ripido a tratti

Probabilmente uno degli itinerari più facili del Parco della Val Grande, breve e con un panorama straordinario sui laghi (Mergozzo, Maggiore e Orta) e sul Monte Rosa, tra i migliori dell’intera zona. Il percorso è praticamente percorribile sempre, con qualsiasi condizione. Per utilizzare le ciaspole, vista la quota modesta e l’esposizione al sole, è opportuno muoversi appena dopo una buona precipitazione nevosa.

Dall’Alpe Ompio, raggiungibile in auto da Mergozzo, alla fine della strada asfaltata, si cammina in piano, ignorando una deviazione sulla sinistra che porta a delle case in pietra, per proseguire lungo una mulattiera lastricata, spesso innevata o ghiacciata, costeggiata da rigogliosa vegetazione, soprattutto di imponenti castagni. In una decina di minuti si raggiunge il Rifugio Fantoli. Si prosegue attraversando un torrentello, fiancheggiando i resti di una casa in pietra, che evidenzia la storia del Parco della Val Grande, ovvero una sorta di “Wilderness di ritorno”, dove la natura si è riappropriata di boschi e radure, inglobando strutture dell’uomo che ha abbandonato questi luoghi, per scendere a lavorare nelle valli.

Si sale nel bosco, ora prevalentemente di betulle, sino ad una selletta. Una bacheca ricorda che siamo in area protetta. Un sentiero discende verso il mare verde del bosco. Noi, invece, saliamo verso sinistra, in salita, tra massicci esemplari di faggio con forme di rara bellezza. E’ proprio il bosco di faggio (Faiè) a dare il nome a questa montagna. Si sale lungo il tratto più ripido dell’itinerario e, senza alcuna difficoltà tecnica, si supera la rampa scoscesa e si giunge in vetta, con un panorama grandioso sul Monte Rosa, sul Monte Massone e sul trittico dei laghi Maggiore, Orta e Mergozzo. Di spalle, invece, si scorgono le cime della Val Grande, tra le quali la singolare cima del Monte Pedum, intorno alla quale si sviluppa la zona di riserva integrale del parco.

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