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Le montagne di Caspar David Friedrich, padre del Romanticismo tedesco

L’artista tedesco, di cui si celebrano i 250 anni dalla nascita, ci ha regalato emozionanti dipinti che ritraggono vette. Che per lui erano magiche, ma dalle quali si teneva a distanza

È il pittore romantico per eccellenza in Germania. Eppure, Caspar David Friedrich, i cui paesaggi montani della Svizzera Sassone sono dei capolavori che parlano al cuore di chi ama la montagna, è stato più volte dimenticato. E fuori dai confini tedeschi, è poco noto. Forse qualcosa cambierà nel corso di quest’anno: la Sassonia si prepara a festeggiare i 250 dalla sua nascita con numerose iniziative culturali, non solo fra le mura dei musei. Si potrà riscoprire questo artista anche camminando sulle sue tracce, fra i monti da lui tanto amati, godendo dei paesaggi spettacolari che l’hanno ispirato.

Caspar David Friedrich, il pittore della natura, nasce nel 1774 a Greifswald, sulle rive del Mar Baltico. Lui e i suoi nove fratelli erano figli di un artigiano che produceva saponi e candele, che rimane vedovo quando il piccolo Caspar ha solo sei anni. La vita nell’Europa di allora era ancora una lotta per la sopravvivenza. Non c’è spazio per la disperazione neppure quando nell’inverno del 1787 il tredicenne Caspar pattinando sul ghiaccio vede rompersi la lastra rischiando di morire. Lo salva uno dei suoi fratelli, che però perde la vita.

Pur trovandosi gravato da un’ampia famiglia da mantenere, il padre si accorge del talento del figlio, facendolo studiare dapprima nella città natale, poi a Copenaghen presso la prestigiosa Accademia Reale d’Arte. Il ragazzino diventa un uomo dallo sguardo fiero, con due lunghe basette bionde che gli incorniciano il volto, come appare nel più celebre tra i ritratti che lo raffigurano, dipinto da Gerhard von Kügelgen.

Si stabilisce a Dresda negli anni in cui il Romanticismo sta prendendo definitivamente piede anche nella pittura, propugnando un ritorno alla natura, all’introspezione, al metafisico. Da qualche decennio, non si ha più voglia di contemplare le montagne dal fondovalle. Serpeggia il desiderio di addentrarsi nelle Alpi, di scalarle, di arrampicarsi prendendosi dei rischi.

Friedrich è figlio del suo tempo, è un uomo che non guarda più con paura al panorama visto dall’alto di una montagna. Anche se sulle Alpi non ci andrà mai, è comunque attratto dall’altezza e dalla bellezza di ritrovarsi sopra alle nuvole. Come si evince da una delle sue opere più celebri, Il viandante sul mare di nebbia (1818) che rappresenta una figura maschile di spalle, ben vestita, in cima a uno sperone roccioso, mentre contempla un paesaggio di cime che fuoriescono dalla nebbia.

Il fascino delle aguzze cime della Svizzera Sassone

Fonte d’ispirazione per questo come altri quadri è la Svizzera sassone, un territorio a sud est di Dresda, dove compie numerosi viaggi. Attraversato dal fiume Elba, è un luogo di grande fascino: cime aguzze in arenaria scolpite dalla natura si stagliano sopra fitte foreste. Ancora oggi, i 94 chilometri quadrati del Parco della Svizzera Sassone, costituito nel 1990, sono un luogo solitario e magico. A maggior ragione lo erano a quel tempo per i viaggiatori che osavano avventurarsi in quelle terre. Caspar David Friedrich gira armato del suo taccuino, dove disegna alberi, rocce, panorami. Non gli interessa posizionare tela e cavalletto per dipingere con esattezza quanto vede. Lo farà più tardi nel suo studio, creando i suoi paesaggi onirici, intrisi delle sue impressioni ed emozioni.

«Il compito dell’artista non consiste nella fedele rappresentazione del cielo, dell’acqua, delle rocce e degli alberi», scrive. «La sua anima e la sua sensibilità devono al contrario rispecchiarsi nella natura. Riconoscere, penetrare, accogliere e riprodurre lo spirito della natura con tutto il cuore e con tutta l’anima è il compito di un’opera d’arte». Ci riesce perfettamente in Paesaggio roccioso nelle montagne d’arenaria dell’Elba (1822-23), dove un albero caduto è in primo piano con le vette d’arenaria come scenario.

Lo stesso approccio è nel capolavoro Le bianche scogliere di Rügen (1818): mentre tre figure umane guardano ipnotizzate il mare che si intravede fra le piante e le scogliere di gesso, finito e infinito sembrano prendersi a braccetto, in una luce surreale. Il vate del Romanticismo nella pittura tedesca dopo i successi giovanili vede col tempo diradarsi i suoi committenti. La sua pittura non piace più, nuove tendenze rubano i riflettori alle sue montagne romantiche. La depressione e la malattia – probabilmente un ictus – riducono la sua capacità di lavorare e lo portano alla morte nel 1840.

Le celebrazioni in Sassonia ci offrono l’occasione per scoprire, o riscoprire, questo artista dimenticato per ben due volte. Dapprima subito dopo la sua morte, poi recuperato in chiave patriottica in epoca nazista, e per questo motivo finito di nuovo nel dimenticatoio nell’ultimo dopoguerra, fino agli anni Settanta. L’ideale è programmare un viaggio nel Parco della Svizzera Sassone, che offre sentieri per camminare ed è un paradiso per chi ama arrampicare. È l’occasione per vedere di persona i luoghi che hanno ispirato Caspar David Friedrich e altri artisti.

Il Sentiero dei pittori

Il Malerweg (Sentiero dei pittori) nelle montagne d’arenaria dell’Elba è lungo 116 km e richiede mediamente 46 ore per essere percorso interamente. È ritenuto il sentiero più bello della Germania. Si snoda fra alture la cui altezza massima è 735 metri, frutto degli sconvolgimenti geologici. Nel Cretaceo (circa 145 milioni di anni fa) queste montagne erano un fondale marino sabbioso, emerso, modellato ed eroso dalle forze della natura. Camminando, con un po’ di fortuna si può avvistare il falco pellegrino, reintrodotto nel Parco. Al top delle attrazioni di questo percorso c’è il Bastei, una formazione rocciosa con un’altezza massima di 305 metri che si può osservare passando da un ponte in pietra realizzato nel 1851.

Un’alternativa per muoversi sulle orme di Caspar David Friedrich è andare a Krippen, sempre nella Svizzera Sassone, dove l’artista nel 1813 trascorse alcuni mesi della sua vita. Da qui parte un nuovo sentiero lungo 15 km e alla portata di tutti. In quattro ore, da Krippen si passa per Schöna, Kaiserkrone, Reinhardtsdorf, Wolfsberg e poi di nuovo verso Krippen, incrociando diversi punti panoramici che Friedrich immortalò nei suoi schizzi.

Per tutte le informazioni su eventi, iniziative culturali, escursioni: https://visitsaxony.com/caspar-david-friedrich

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