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E’ il momento dell’Aconcagua. Si preannuncia una stagione da record

Iniziata ufficialmente la stagione delle salite sul tetto dell’America meridionale. Sono già quasi mille i permessi venduti. I costi? Da 600 a 1500 dollari, anche a seconda della provenienza dell’alpinista

Lo scorso primo dicembre si è aperta ufficialmente la stagione delle salite sull’Aconcagua, la vetta più alta dell’America Meridionale, che corrisponde alla data di entrata in servizio dei ranger del Parco nazionale che tutela l’area della montagna.

Possiamo dire fin da ora che sulla vetta ci sarà affollamento. Tanto risulta dai dati comunicati dallo stesso Parco: sono già 860 i permessi accordati in una sorta di prevendita on line riservata alle agenzie locali (e ai loro clienti). A questi vanno aggiunti gli alpinisti che si muovono senza ricorrere a operatori locali i quali devono affrontare una procedura più complessa e pagare il permesso in contanti e tutti coloro che solo nelle prossime settimane decideranno di affrontare l’ascensione. Il costo del permesso varia da 600 a 1.500 dollari a seconda del percorso di salita scelto e, della provenienza dell’agenzia e dell’alpinista stesso (i sudamericani, per esempio, pagano meno degli europei o degli asiatici).

Tanta gente, certo, ma fortunatamente la conformazione della montagna non consentirà la formazione di ingorghi e pericolosi rallentamenti, inoltre anche le aree dove vengono allestiti i campi sono piuttosto ampie. A questo proposito va anche detto che proprio in considerazione delle severe regole poste a tutela del territorio, le agenzie installano perfino servizi igienici rimovibili sia alla base che nei campi alti.

Proprio le norme a tutela dell’ambiente sembrano essere la chiave utilizzata per controllare – e di fatto limitare – l’operato delle agenzie straniere, in particolare quelle nepalesi sempre più attive anche da queste parti. Sebbene non esistano norme restrittive per i professionisti non argentini, dalle dichiarazioni dei responsabili del Parco traspare l’intenzione di attivare una sorveglianza più rigorosa per assicurarsi che le squadre “straniere” si attengano alle regole del parco e che prendano tutte le misure di sicurezza necessarie. I ranger, insomma, faranno le pulci prima a chi arriva da fuori, poi se avanza tempo…

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