Arrampicata

Tre falesie top a San Vito Lo Capo, per divertirsi anche in dicembre

La storica mecca dei climber della Sicilia occidentale garantisce arrampicate al caldo anche in queste settimane. I suggerimenti di Daniele Arena, che di queste pareti conosce ogni presa

Quando domando a Daniele Arena tre ragioni per andare a scalare a San Vito Lo Capo, si mette a ridere: “Devi venire per capire. Qui è molto selvaggio: anche se siamo vicini a un paese che offre tanto in primavera, d’inverno è un luogo fantasma, si fatica anche a trovare un ristorante aperto”. Daniele è uno storico climber locale, abita qui e svolge un importante lavoro di chiodatura nelle falesie della zona.

Ci troviamo nell’estremo nordoccidentale della Sicilia, a San Vito Lo Capo: un luogo da visitare almeno una volta nella vita per gli appassionati di arrampicata, ma anche una famosa località di turismo balneare estivo, e un’oasi situata tra due riserve naturali: lo Zingaro e il Monte Cofano. Il paese è inoltre sede del Cous Cous Fest, manifestazione culinaria che si tiene ogni settembre. La pietanza, frutto dello scambio culturale tra gli abitanti delle coste nordafricane e i pescatori del trapanese che frequentavano quei luoghi via mare, è una vera delizia.

La storia di San Vito Lo Capo dal punto di vista dell’arrampicata inizia negli anni ’80, con scalatori come Alessandro Gogna, che pubblicò nel 1982 la sua guida ‘Mezzogiorno di Pietra’, e altri climber palermitani. “Gli anni ’90 hanno visto in azione un austriaco e Maurizio Oviglia, poi nel 2004 sono arrivato io, che ho iniziato a chiodare la scogliera di Salinella, su cui non c’era niente. Un grosso contributo, tra gli altri, l’hanno dato due fratelli inglesi e Joseph Scottermaier”, continua Daniele.

A San Vito si va a scalare a piedi con avvicinamenti brevissimi, e si arrampica tutto l’anno: nel 2022 il giorno di Natale faceva quasi troppo caldo in falesia, mentre d’estate le scogliere sono in ombra tutta la mattina”. Senza dubbio i periodi ideali per visitare questa località nell’ottica della scalata sono le mezze stagioni e l’inverno, quando i bagnanti hanno già abbandonato le spiagge e le temperature sono più fresche.

Da San Vito sono passati anche climber molto famosi: il primo 9a della Sicilia, Climb For Life, è stato chiodato e liberato qui da Adam Ondra. “Sì, l’ha chiodato lui col mio trapano” ricorda Daniele. “Qualche anno fa mettevamo in piedi un climbing festival, dove invitavamo gli atleti ad attrezzare. Poi abbiamo perso il supporto del comune per organizzarlo su roccia e mi sono rifiutato di ripiegare sulla plastica, in un luogo dove ci sono così belle falesie. Sarebbe come andare in un paese balneare e pescare in piscina”, considera Arena non senza amarezza.

Le falesie sono decisamente il piatto forte di San Vito Lo Capo, ma non mancano altre forme di scalata. Si sta infatti sviluppando in alcune zone della costa, come Cala Firriato, il deep water solo. Si tratta della pratica di arrampicata di altezza fino a pochi metri senza nessun tipo di assicurazione, lasciando all’acqua del mare il compito di attutire un’eventuale caduta. Non mancano poi le vie lunghe: “Al Monte Monaco abbiamo itinerari fino a 400 metri di sviluppo. È venuto anche l’americano Tommy Caldwell, una leggenda vivente dell’arrampicata, ad aprire una via qui da noi”, ricorda Daniele.

La roccia, appunto, a San Vito non manca: ecco 3 falesie vista mare perfette per questa stagione.

Salinella

Le falesie che formano la scogliera di Salinella, da Torre Isulidda a Calamancina, sono sede di numerosissimi settori di arrampicata, da White Wall alla Grotta del Cavallo, per un totale di circa 250 vie. L’avvicinamento è ridotto quasi a zero, e le falesie sono perfette anche per le famiglie, essendo molto vicine ad una piccola spiaggia. La falesia di Calamancina si trova nella parte occidentale della scogliera, con le pareti a pochi metri dal mare. “Qui ci sono gradi davvero per tutti, dal 3 all’8c. Questo è uno dei punti forza di San Vito: in qualsiasi falesia vai hai tutti i gradi, non c’è nessun rischio che i gruppi con climber di livelli molto diversi debbano dividersi.  La roccia è calcare di ottima qualità, non unto ma ancora aggressivo. Le pareti sono verticali o leggermente strapiombanti, non mancano le grotte. Per quanto riguarda gli stili, si spazia dalle canne alla placca, alle tacchette e agli strapiombi. Inoltre, la chiodatura è stata in parte rinnovata in titanio durante la pandemia, quindi i settori sono in massima sicurezza”, spiega Arena.

La Cattedrale nel deserto

La Cattedrale nel deserto è la falesia storica di San Vito Lo Capo, la prima ad essere stata attrezzata. Si trova infatti proprio sul paretone che dà sulla piazza del paese, raggiungibile a piedi tramite la strada che porta alla riserva dello Zingaro.
Non è banale trovare le condizioni giuste per scalare qui: “Quando la roccia appare marrone, a causa dell’umidità portata dal mare e dal vento, c’è poco da fare, arrampicare è quasi sempre spiacevole a causa della scivolosa salsedine depositata sulle pareti. Tuttavia, nelle giornate ‘buone’ si riesce a scalare anche se pioviggina, dato che la falesia rimane asciutta. Molti settori sono stati richiodati cinque anni fa, durante una manifestazione delle Guide Alpine, sono quindi in ottimo stato di manutenzione”, spiega Daniele.

Le vie si trovano alla base della parete Nord di Monte Monaco: l’arrampicata tecnica è garantita. “Come stile, questa falesia è più ‘placcosa’ ma ci sono anche tiri su canne e muri di calcare grigio e arancione a tacche e buchi”.

Crown of Aragon

Una falesia perfetta per l’inverno: Crown of Aragon, si trova tra i paesi di Màcari e Castelluzzo, due frazioni di San Vito, ed è esposta quasi tutta a Sud. “Da qui il panorama è stupendo, si vedono il mare di Salinella, il Golfo di Màcari e si spazia fino alle pareti di Torre Radio Nord. Siamo inoltre a due passi da alcune delle spiagge più belle della zona, come quella del Bue Marino” racconta Daniele.  Anche questa falesia è stata richiodata recentemente, e conta circa 100 tiri di difficoltà molto variabili. Si va da zone molto strapiombanti con vie difficili e fisiche, fino ad aree con gradi molto facili sulla sinistra della scogliera.

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