Rifugi

Ecco i nuovissimi bivacchi Fiamme Gialle

Presentati i rendering delle tre strutture che saranno installate in Trentino nel 2024 in sostituzione di quelle già esistenti. A vincere il bando del CAI- Sezione Fiamme Gialle di Predazzo l’architetto Raffaele Cetto

Un unico, nuovo bivacco tipo, che sarà collocato al posto di quelli già esistenti e i cui requisiti rispettino le normative attuali, inserendosi nel contesto ambientale senza risultare troppo impattante e la cui costruzione privilegi i criteri di sostenibilità, con costi di realizzazione e di manutenzione contenuti. Questo l’obiettivo del bando di progettazione indetto dal CAI Fiamme Gialle di Predazzo (TN), che si è concluso il 18 maggio 2023 con la scelta del modello dell’architetto trentino Raffaele Cetto (tra i 174 pervenuti). L’importo massimo per la realizzazione dei bivacchi, tre in totale, è di € 164.285,00. Il progetto preliminare è già stato consegnato e si sta procedendo ora  alle varie autorizzazioni che porteranno all’effettiva realizzazione e posizionamento dei bivacchi. Il tutto entro la fine del 2024.

Una grande soddisfazione anche per Sergio Giovanni Lancerin, Comandante della Scuola Alpina della Guardia di Finanza di Predazzo e presidente della sezione CAI Fiamme Gialle.

Ma dove potremo ammirare queste tre nuove strutture di accoglienza e emergenza, che dai rendering presentati saranno di colore giallo e con tanto di pannelli solari?

Ad essere sostituiti saranno il Bivacco “Fiamme Gialle” e il Bivacco “Renato Reali”, entrambi a Primiero San Martino di Castrozza, nel gruppo delle Pale di San Martino. Rispettivamente il primo sul Cimon della Pala a quota 3.005 metri e il secondo presso la Forcella del Marmor (2.650 metri). Rifacimento anche per il Bivacco “Aldo Moro”, in località Forcella Bragarolo a quota 2.575 metri nel gruppo del Lagorai, a Predazzo.

Per dare risposta al bivacco come ricovero di emergenza si è partiti dalla fondamentale necessità che lo spazio interno possa accogliere la barella utilizzata oggigiorno negli interventi di soccorso alpino: l’ingresso è dimensionato affinché possa trovare riparo una Kong Lecco 2.0. Oltre a questo, sono stati ricavati dei posti letto rispettando quanto scritto nel bando: 9 fissi più tre suppletivi, quattro comprendendo lo spazio per la barella di emergenza. Il piccolo manufatto è stato anche pensato per poter essere usufruito durante il periodo invernale: oltre alla porta d’ingresso a due ante sovrapposte, è stato inserito un ingresso dal lucernario in copertura, spostato poi lateralmente nella fase definitiva” – spiega l’architetto Cetto.

Oltre all’organizzazione dell’impianto distributivo che rilegge l’impostazione dei bivacchi preesistenti, i piccoli manufatti sono stati integrati con una zona giorno ed un accesso laterale in modo da assicurare una corretta vivibilità della zona refettorio, dotata di alcune caratteristiche che identificano il manufatto come proprietà del C.A.I. sezione Fiamme Gialle. Innanzi tutto i colori scelti –grigio e giallo– oltre a rendere il manufatto visibile richiamano i colori identificativi del Corpo. Le prime Fiamme Gialle infatti furono cucite sui baveri delle allora guardie doganali nel lontano 1875. Esse non sono altro che la rappresentazione grafica delle cosiddette “lingue di fuoco”, altrimenti definite “volute di fiamma”, elementi araldici che componevano il disegno originale della bandiera colonnella della Legione Reale Piemontese, uno degli antichi corpi di finanzieri preunitari (1815-1817). A partire dal 1881, le fiamme furono applicate su tutte le uniformi del contingente di terra, e persino sulle cosiddette “giubbe di fatica”. Più precisamente -su richiesta della committenza- è stata presa come riferimento la livrea del nuovo elicottero AW169, in modo da garantire il contrasto cromatico rispetto alla conformazione rocciosa che costituisce l’ambiente circostante.

Per quanto riguarda i materiali, esternamente lamiera per resistere alle intemperie dell’alta quota, mentre internamente è stato pensato in multistrato di betulla. Il bivacco verrà realizzato costruendo sei moduli in valle, per poi essere montato in loco. Questo permette di non dover utilizzare elicotteri particolari per il trasporto e al contempo ridurre le ore di lavorazione in loco. Il pannello fotovoltaico alimenterà una batteria alloggiata all’interno, che permetterà di ricaricare dispositivi elettronici, alimentare le luci interne ed una luce d’emergenza esterna”.

Il progetto gode del sostegno della Provincia Autonoma di Trento, del C.A.I., dei Comuni di Primiero San Martino di Castrozza e Predazzo, della Magnifica Comunità di Fiemme e dei Consorzi dei Bacini Imbriferi Montani, con il patrocinio della Società Alpinisti Tridentini, dell’Ordine degli Architetti Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Provincia di Trento, della Fondazione Dolomiti UNESCO e di Trentino Marketing.

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