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Un video conferma il ritorno della lince nel Parco del Gran Paradiso

Le immagini riprese da una fototrappola. La lince era scomparsa da questo territorio oltre 100 anni fa

Ma allora non erano suggestioni, lei c’è davvero! Nelle scorse settimane i guardaparco del Parco Nazionale Gran Paradiso hanno confermato l’avvistamento di una lince all’interno dell’area protetta grazie alle immagini di una fototrappola che ha immortalato l’animale, rendendo certa la segnalazione. Si tratta, con ogni probabilità, di un individuo in dispersione, alla ricerca di nuovi territori e, per il momento, l’Ente Parco ha deciso di non rendere noto il luogo esatto dell’avvistamento per proseguire le verifiche sulla effettiva presenza.

Video tratto dalla fototrappola in uso operatori dell’informazione – credits Corpo Sorveglianza Parco Nazionale Gran Paradiso

Segnalazioni relative alla presenza della lince sul territorio, in realtà, si ripetono da molti anni, ma è la prima volta che questa viene documentata con certezza. L’ultimo dato di presenza certa della lince nel territorio del Parco risale infatti al 1916, quando l’area protetta non era ancora stata istituita. Ai tempi della Riserva reale di Caccia, erano frequenti gli abbattimenti attuati dalle guardie, che erano incentivate al prelievo di quello che era considerato un nemico dello stambecco.
Sulle Alpi questa specie si è estinta agli inizi del ‘900, a causa della persecuzione dell’uomo, e solo recentemente è ricomparsa in Italia, con esemplari che probabilmente provengono da Svizzera e Slovenia. Osservazioni di lince sono state di recente effettuate anche in Valle d’Aosta, confermate dal Corpo Forestale regionale.

Dice Bruno Bassano, direttore del Parco: “Da molto tempo inseguivamo questo fantasma di boschi e rocce, senza mai aver avuto certezza del suo passaggio. Si tratta di una specie iconica spesso dimenticata ma che, in base ai dati storici, era l’unico grande carnivoro presente sul massiccio del Gran Paradiso, come descritto dagli zoologici della Commissione reale del Parco. Questa segnalazione apre la possibilità che si possa, nel tempo, insediare nel Parco almeno una coppia riproduttiva di questa specie. Sarebbe un prezioso ritorno che riempirebbe un vuoto che dura da oltre un secolo”.

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