Eberhard Jurgalski ci ha ripensato, e insieme a lui lo hanno fatto gli altri esperti (per l’Italia c’è Federico Bernardi) del gruppo 8000ers.com. Il ricercatore tedesco, in un comunicato diffuso il 9 ottobre e che leggerete tra poco, rivendica di avere avuto “intenzioni positive”, e sottolinea di “non aver voluto togliere i titoli o sminuire l’importanza” delle ascensioni di Reinhold Messner e degli altri alpinisti estromessi dall’elenco ufficiale.
La colpa di questa “bomba esplosa sul mondo dell’alpinismo”, secondo Jurgalski, è in parte del “Guinness dei Primati”, che però viene citato di sfuggita. Gli autentici responsabili sono i giornalisti “imprecisi”, “superficiali” o “a caccia di scandali inesistenti”.
“Si può non essere d’accordo, ma le accuse orrende fatte a Eberhard di vendetta privata o ricerca di fama sono false e vigliacche” aggiunge Federico Bernardi su Facebook. “Certamente il team e il buon Eberhard non hanno tra le loro qualità una buona capacità comunicativa, che richiede risorse e persone competenti”.
Bernardi prosegue sottolineando la sua stima per tre grandi alpinisti italiani, Almo Giambisi, Sergio Martini e Fausto De Stefani. E termina con la frase “oggi Eberhard e tutto il team scrivono definitivamente nero su bianco che i risultati storici non si toccano”.
Troppo facile, Herr Jurgalski, il suo (e il vostro) modo di fare non mi piace. Nella vita si può certamente sbagliare, ma se si comunicano informazioni inesatte bisogna ammetterlo, smentire sé stessi e pubblicare la versione corretta. La “spiegazione” di Eberhard Jurgalski è prolissa e confusa, e non risponde agli interrogativi che alpinisti, giornalisti e storici hanno formulato in questi giorni.
Chiediamo a Jurgalski di rispondere senza giri di parole a una semplice domanda. Da consulente del “Guinness dei Primati”, chiederà che nell’edizione 2025 dell’almanacco il record dei quattordici 8000 venga restituito a Reinhold Messner oppure no?
Il testo integrale del comunicato diffuso da Jurgalski
NESSUNO PUÒ GOVERNARE IL VERO ALPINISMO
La stampa tedesca non ha tradotto correttamente la parola inglese “legacy” usata nel comunicato stampa originale, ma l’ha tradotta erroneamente in “obsoleto”, e questo è ben lontano dal significato. La traduzione sbagliata è apparsa più tardi anche sulla stampa internazionale. In realtà sarebbe dovuto essere chiaro che né gli 8000ers.com né il “Guinness dei Primati” volevano – o potevano – cancellare quei titoli.
Vorremmo anche sottolineare che il “Guinness” non ha deciso i cambiamenti necessari secondo noi, ma che solo noi 8000ers.com lo abbiamo fatto. Abbiamo riflettuto su come affrontare il dilemma tra passato e futuro. Il “Guinness” ha raccolto e ha pubblicato le nostre precisazioni. Solo alcuni esponenti della stampa tedesca, che non hanno letto la dettagliata dichiarazione degli 8000ers.com, hanno fiutato uno scandalo e hanno pubblicato il testo senza verifiche.
Onestamente, nessuno ha tolto titoli o ha sminuito l’importanza – entrambi sono meritatissimi – di Jerzy Kukuczka, di Gerlinde Kaltenbrunner e nemmeno di Reinhold Messner. Non c’è stata una parola su questo, nemmeno nel comunicato stampa.
I risultati della nostra ricerca, pubblicate sotto forma di tabelle e documenti dettagliati, hanno lo scopo di mostrare i risultati di uno studio lungo anni, accurato e collettivamente condiviso. Eravamo e siamo convinti che i risultati delle nostre indagini siano corretti e debbano essere pubblicati solo per rispetto del duro lavoro dei ricercatori negli anni. Tra loro sono anche degli alpinisti esperti.
La “Tabella di riconoscimento storico” era in realtà intesa come un “ponte amichevole che collega e separa due ere”. Siamo convinti che questo rimarrà la tabella più importante nella storia degli scalatori dei quattordici 8000, e che debba essere rispettosa, definitiva e valida per sempre. Prevede una tolleranza di 190 metri.
Molti alpinisti del passato credevano di aver raggiunto il punto più alto degli 8000. Le loro salite sono state accettate. Non volevamo cambiarle, ma solo classificarle in base al nostro lavoro di ricerca.
Con l’apparizione del fenomeno Nirmal Purja, quell’era, che è una parte della nostra tradizione di alpinisti, dovrebbe essere considerata storicamente finita. Le veloci collezioni odierne di tutti gli 8000 non hanno quasi nulla a che fare con l’era che abbiamo citato, per evidenti motivi.
Sottolineiamo che uno dei motivi che ci hanno spinto a pubblicare la tabella nel 2022 era di chiedere aiuto alla comunità degli alpinisti per riempire tutti i punti vuoti. Li indichiamo con le parole “niente prove”, ma questo non significa necessariamente “niente vetta”
La precedente “Nuova tabella” in realtà è una tabella di transizione, nella quale i risultati di noi appassionati ricercatori sono mostrati come segno di rispetto, ma ha anche un valore storico retrospettivo, e contiene informazioni importanti per il futuro, da vari punti di vista.
La terza tabella è realizzata per i collezionisti di vette di oggi e di domani. Il nostro team è pienamente conscio delle differenze radicali che separano le pratiche sportive dei nostri giorni, e l’alpinismo esplorativo tradizionale dove conta prima di tutto lo stile.
Considerata la mancanza di risposta da parte delle istituzioni alpinistiche a partire dal 2021, la tabella si basa su alcune semplici regole ampiamente riconosciute e accettate ormai da anni, e già messe in pratica da molti alpinisti.
La più semplice è LA VETTA È LA VETTA. Gli alpinisti devono salire fino alla vera vetta, perché grazie al nostro lavoro sanno già dov’è. Vale la pena di aggiungere che le agenzie nepalesi sono state informate di questo a partire dal 2019 da un componente del nostro gruppo, e ora rispettano i nostri dati.
Il fatto che Edmund Viesturs sia stato la prima persona a salire davvero tutti gli 8000 fin sulle cime più alte dev’essere perlomeno menzionato, e dev’essere onorato.
L’idea che questo possa cancellare i precedenti record è solo la fantasia di giornalisti superficiali, e molti sono caduti in questa trappola.
Il trasferimento a una terza, nuova tabella per gli alpinisti della vecchia élite, se hanno voglia di completare le loro ascensioni, serve da punto di unione e di accettazione di questa separazione tra ere storiche.
Per concludere, vorrei ricordare che le nostre intenzioni erano positive, e che non puntavamo assolutamente a riscrivere la storia, o a cancellare delle ascensioni storiche. Forse non è stato comunicato nel modo migliore, ma è anche stato interpretato male, e sintetizzato in maniera ambigua da qualcuno.
Stiamo ancora lavorando su un report più dettagliato, che consideri tutti gli aspetti e le prospettive. E’ utile che leggiate le tre tabelle, considerando che, dal punto di vista dei cronisti, l’intera ricerca sia stata un grande dilemma tra passato e futuro, in un contesto di cambiamento senza precedenti per l’alpinismo sulle cime più alte dell’Himalaya e del Karakorum.
Che comunicato strampalato.
Ci credo che nessuno ci ha capito nulla e poi sono nati i casini: mr Jurgalski scrive peggio dello yeti !
Davvero caotico e quasi incomprensibile il comunicato di Jurgalski.
Se questo doveva essere chiarificatore, mi immagino lo studio.
Alle volte è meglio un bandito che uno stupido.
Come dice Ardito nell’articolo, mi sembra un testo pò confusionario. Alla fine non ho capito quale sia il punto di vista e soprattutto chi criterio vorrebbe adottare.