Turismo

Antro del Corchia, cuore segreto delle Alpi Apuane

Uno dei sistemi carsici più estesi d’Europa si trova appena dietro le spiagge della Versilia. E si può visitare senza difficoltà inoltrandosi per due chilometri nelle viscere della montagna.

Nel sottosuolo del Monte Corchia, nelle Alpi Apuane, si estende un vastissimo sistema di grotte carsiche. Qui la composizione della roccia – prevalentemente marmo – ha dato modo all’acqua di “lavorare” per milioni di anni, creando uno dei sistemi carsici più estesi d’Europa. Che si può visitare senza difficoltà.

L’Antro del Corchia, si trova a Levigliani (LU), a una quindicina di chilometri dalle spiagge della Versilia, e ha un’estensione di oltre 70 chilometri per una profondità di 1.210 metri. Gli ingressi sono oltre 20, ma nuove esplorazioni portano continuamente alla luce ulteriori porte d’accesso.

Il primo ingresso del sistema, che allora rispondeva al nome di Buca della Ventajola a causa della forte aria che fuoriesce dalla cavità, fu scoperto per caso nel 1840. Gli abitanti di Levigliani furono attratti dal fatto che la grotta poteva costituire una possibilità per l’estrazione del marmo, e dettero inizio alla storia dell’esplorazione delle viscere del monte Corchia.

La grotta acquistò presto fama tra gli speleologi e in ambito universitario, vennero effettuati alcuni rilievi della cavità e pubblicati studi naturalistici e geologici. All’inizio del ‘900 cominciarono le esplorazioni vere e proprie, fino a raggiungere nel 1934 il lago sifone ad una profondità di 540 metri. Questo poneva l’Antro del Corchia al secondo posto tra gli abissi più profondi del mondo al tempo conosciuti.

Le esplorazioni successive, continuate ad opera dei gruppi speleologici locali ed internazionali, rivelarono un labirinto di gallerie, pozzi ed enormi saloni spesso impreziositi da stalattiti, stalagmiti, colonne e spettacolari concrezioni.
Oggi l’Antro del Corchia, tuttora in esplorazione, è considerato uno dei più grandi ambienti ipogei d’Europa.

La visita: due chilometri verso il centro della Terra

È possibile addentrarsi senza pericoli nell’Antro del Corchia seguendo un percorso turistico di circa 2 km su un passerelle d’acciaio. Le visite guidate hanno una durata di circa due ore ed effettuano un percorso ad anello che tocca alcune delle zone più spettacolari della grotta. Si accede all’Antro attraverso un tunnel scavato artificialmente, che conduce alla Galleria Franosa, da cui, con un po’ di fortuna, potreste veder spuntare degli speleologi entrati dai vicini ingressi detti “Pompieri” e “Serpente”. La visita prosegue nella Galleria degli Inglesi, scoperta appunto da esploratori britannici negli anni ’60 del ‘900: qui si osservano le prime sale concrezionate e un lago sotterraneo fossile, il Lago del venerdì. Il percorso si conclude con un anello che attraversa le sale più ampie e spettacolari del complesso, tra cui la Foresta Pietrificata, in cui le forme delle stalagmiti ricordano appunto quelle degli alberi in una foresta.

Nelle miniere dell’Argento vivo

Nel territorio di Levigliani si trova, e si visita, anche il sito minerario più antico dell’Alta Toscana. Queste miniere, di cui si ha notizia dal XII secolo e poi aperte fino agli anni ’70, erano inizialmente utilizzate per l’estrazione del cinabro, il minerale di colore rossastro dal quale si otteneva il pigmento necessario alla produzione della tinta per le botteghe fiorentine già dal medioevo. In seguito, il cinabro ha visto accrescere la sua importanza, soprattutto economica, per la possibilità di estrarne mercurio, usato nei processi di estrazione di metalli preziosi quali oro e argento e per la concia delle pelli per la produzione di cappelli di feltro. Di queste miniere si visitano due siti. Il primo è uno dei pochi luoghi al mondo dove osservare le goccioline di mercurio – detto anche l’Argento vivo – che fuoriescono dalla roccia e dà informazioni sulle primitive tecniche di scavo. Il secondo sito visitabile risale invece all’inizio del ‘900, è dotato di rotaie per il trasporto dei carrelli ed è una testimonianza di archeologia industriale della zona. All’interno di queste miniere è stato scoperto un nuovo minerale, chiamato “leviglianite” in onore del territorio.

Tags

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close