Meridiani Montagne

Meridiani Montagne in edicola con il numero su Cristallo e Valle del Boite

È in edicola da inizio luglio il numero 123 di Meridiani Montagne, che accompagna i lettori in Veneto alla scoperta del monte Cristallo e della Valle del Boite.

Al Cristallo, con le sue storie e le imprese portate a compimento sulle sue pareti, è intitolato il numero da poco in edicola di Meridiani Montagne.

Come al solito, però, si parla anche di tutto quello che c’è ai piedi della montagna. A cominciare da Cortina d’Ampezzo, superstar amata dalle star, per poi spingersi nella Valle del Boite, che finalmente si svela in tutta la sua magnificenza. Altro che un semplice passaggio per raggiungere Cortina: borghi, personaggi, rifugi, piatti, la frequentatissima ciclabile della Lunga Via delle Dolomiti e naturalmente i panorami sono protagonisti di un film da vedere. E che non si smetterebbe mai di rivedere.

A presentare il numero 123 di Meridiani Montagne il direttore Paolo Paci:
Non c’è più il treno? Vado in bici

Abbiamo fatto tanti errori, negli anni. Ci siamo illusi di portare la modernità e abbiamo riempito le Alpi di acciaio e cemento. Progettavamo il benessere per tutti, abbiamo ottenuto il dissesto. Geologico e sociale. Ripensando agli ultimi settant’anni di sviluppo, tornano in mente le parole profetiche di Tacito, ubi solitudinem faciunt, pacem appellant: ci attende un futuro di desertificazione?

L’errore più clamoroso, a mio parere, è stato privilegiare i trasporti su gomma a quelli su rotaia. E tante ce n’erano, anche da noi, di belle strade ferrate. Consultate, per avere qualche esempio, il sito ferrovieabbandonate.it: con il treno prima della guerra si raggiungevano Clusone, Piazza Brembana, Pré St. Didier, Agordo, Campo Tures, Predazzo, Mottarone… e potrei andare avanti.

C’era, bella tra le belle, la tratta Dobbiaco-Calalzo, aperta nel 1921, chiusa nel 1964: 65 chilometri a scartamento ridotto che, ad averli conservati, sarebbero un gioiello turistico, lento, sostenibile, panoramico. Insomma, tutto ciò che oggi ci piace. L’asfalto, come il Nulla de La storia infinita, li ha divorati. Ma a volte l’intelligenza prevale e sulla sede della ferrovia dismessa ora corre una ciclovia scenografica e molto ben segnalata: la Lunga Via delle Dolomiti.

Alla portata di tutti, soprattutto se si utilizza una e-bike, sale attraverso il Cadore fino al Passo Cimabanche, 1530 metri, poi giù per Carbonin e Dobbiaco. Inutile ricordare la grandiosità dei panorami: Pelmo, Antelao, Sorapiss, Tofane… Ma quello che ci ha colpito sono anche i paesi affrescati, i boschi, le trattorie ospitali. Un modo di spostarsi che, con le dovute differenze, ci ha ricordato i tempi antichi, quando a viaggiare erano solo i pionieri del turismo, come Amelia Edwards, e dell’alpinismo, i vari Grohmann, Eötvös, Innerkofler.

Dunque, siamo ai consigli: la prossima volta che andrete a Cortina, concedetevi lunghe e meditate soste, per cogliere tutta la bellezza della Valle del Boite. E nello zaino, oltre al caschetto da alpinismo, mettetene anche uno per la bicicletta. Ne varrà la pena.

Ringraziamo per la collaborazione il Consorzio di Promozione Turistica Cadore Dolomiti.

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