2 itinerari in Valchiavenna, verso le vette del Pizzo Spadolazzo e Stella
Dal Passo Spluga alla conca dell’Angeloga, itinerari alla scoperta di questo angolo selvaggio e poco frequentato della Lombardia
Non è tra le zone più conosciute della Valtellina, ma le sue creste e i suoi spartiacque sono caratterizzati da vette alte e imponenti, ben al di sopra dei 3000 metri di quota. Molti dei suoi valloni laterali sono ancora selvaggi e poco frequentati se si eccettuano le zone limitrofe a Madesimo e Campodolcino che vivono in inverno anche la stagione sciistica.
La Valchiavenna diparte dal versante più a nord del Lago di Como, prendendo poi il nome di Valle di San Giacomo o Valle Spluga nel suo culmine, delimitato dalle vette più alte, come il Pizzo Tambò (3279 m) e il Pizzo Ferrè (3103 m). Alle loro falde, a 1900 metri, è adagiato il Lago di Montespluga, specchio azzurro delimitato dalla diga, fulcro di partenza per molti itinerari e per ascensioni di varia difficoltà e fiancheggiato dalla strada che conduce al Passo Spluga (2114 m) e alla confinante Svizzera.
Il primo itinerario, la salita al Pizzo Spadolazzo, dal rifugio Bignami, si svolge proprio nella parte alta della valle, mentre il secondo, la salita al rifugio Chiavenna, nell’amena e bucolica conca dell’Angeloga, è situata a metà del solco vallivo, dopo Campodolcino ed è caratterizzata dalla presenza sovrastante del Pizzo Stella (3163 m), anche questa è una vetta interessante per chi volesse cimentarsi in salite più ardite.
Dal punto di vista naturalistico meritano una visita il Parco delle Marmitte dei Giganti, grandi forme di pietra erose e levigate dagli elementi, e, soprattutto, la riserva del Pian di Spagna, proprio alle falde della valle, attigua al Lago di Novate Mezzola e con zone umide ideali per gli appassionati di avifauna.
Parlando di acqua, non si può trascurare una visita alle spumeggianti cascate dell’Acqua Fraggia, nei pressi di Piuro. Con i loro impressionanti 170 metri di altezza, queste cascate regalano anche un suggestivo e melodioso effetto sonoro. La cascata è sovrastata dai villaggi alpini di Savogno e Dasile, raggiungibili con una mulattiera a gradoni, un luogo che permette di camminare nella storia, un po’ come nella laterale Val Codera.
Merita una citazione anche il “Trekking Valle Spluga”, un itinerario di grande soddisfazione, da svolgersi in più giorni, in 5, 6 o 7 tappe, a seconda dell’allenamento e delle varianti. I panorami sono tra i più selvaggi delle alpi, in zone raramente frequentate. I rifugi gestiti sono pochi, a favore di bivacchi e posti tappa.
Itinerario 1: dal Passo Spluga al rifugio Bertacchi e al Pizzo Spadolazzo
Partenza: Lago di Monte Spluga (1908 m)
Arrivo: Pizzo Spadolazzo (2720 m)
Dislivello: + 812 m
Durata: 1 ora per il rifugio; 3 ore per la cima
Difficoltà: E per il rifugio, EE per la cima
Periodo: da fine Giugno a metà Settembre
Segnaletica: Cartelli e ometti in pietra
Accesso: il passo di Monte Spluga si raggiunge da Lecco, sulla strada 36 del Lago di Como e dello Spluga, passando per Chiavenna e Campodolcino, dove si continua sino al Lago di Montespluga.
Escursione molto panoramica, soprattutto sulle limitrofe cime che sovrastano il Passo Spluga e il Lago di Montespluga, come il Pizzo Tambò e il Pizzo Ferrè. Si sale dalla statale dello Spluga, si supera il Rifugio Stuetta (1900 m) e si continua sulla strada sino a un piccolo spiazzo, sulla destra, dove c’è un esiguo spazio per parcheggiare.
Si sale lungo la carrozzabile sterrata, si superano alcune case e si prende gradualmente quota, con docili tornanti che consentono un panorama interessante sulle montagne circostanti e sulle acque del sottostante lago. Si cammina lungo prati fioriti, impreziositi da piccoli specchi d’acqua, soprattutto di fusione in vista anche dei Laghetti degli Andossi (2058 m).
A quota 2100 m, si abbandona, sulla sinistra, la sterrata che porta a una zona di cava. Si prosegue, invece, lungo un sentiero a sinistra, proprio ai piedi delle rocce scure del Pizzo Spadolazzo, a destra si ha una bella vista sulla sottostante zona di Madesimo. Il sentiero prosegue in falsopiano, con moderati saliscendi, sino a un’ultima breve salita, mai faticosa, che conduce all’ampio pianoro ove è adagiato il Rifugio Bertacchi (2172 m; 1,15 ore), intitolato al poeta Giuseppe Bertacchi, nativo della vicina Chiavenna.
Bellissima la vista su Pizzo Tambò, Cime di Val Loga e Pizzo Ferré, le cime più alte e importanti della zona dello Spluga. Ancora pochi passi e si calcano i pendii erbosi, sovrastanti l’ampio Lago d’Emet (2136 m). Questo specchio d’acqua è il più grande dell’intera Valchiavenna, eccettuati gli invasi artificiali. Dal rifugio si prosegue, fiancheggiando il lago, verso alcune baite lungo il sentiero, per continuare verso il Passo d’Emet (2294 m: cartelli); invece di raggiungerlo, si devia verso sinistra, camminando sino a giungere a un piccolo lago (2273 m). Volendo è possibile anche fermarsi e terminare qui l’escursione, scendendo poi lungo l’itinerario di salita.
Per salire, invece, verso la vetta del Pizzo Spadolazzo, si continua verso sinistra lungo una dorsale caratterizzata da detriti e sfasciumi. La salita diviene ora più ripida, sino a culminare sull’ampia cresta e sulla cima dello Spadolazzo (2720 m; 1,45 ore dal Rifugio Bertacchi). Suggestiva la vista a 360 gradi, in particolare sui Pizzi Tambò e Ferrè, sul Pizzo Stella e su Cima Mater. Più in lontananza, si ammira la conca di Madesimo, la piana degli Andossi e le cime misteriose della Mesolcina.
Itinerario 2: da Fraciscio al rifugio Chiavenna e lago di Angeloga
Partenza: Fraciscio, località Le Soste (1440 m)
Arrivo: Rifugio Chiavenna (2044 m)
Dislivello: + 604 m
Durata: 2,30 ore
Difficoltà: E
Periodo: da Giugno a fine Settembre
Segnaletica: Cartelli, n. c 3
Accesso: da Lecco si prosegue verso Colico. Si entra in Valchiavenna sino a Campodolcino, da dove si devia a destra, dopo la chiesa parrocchiale, per Fraciscio, sino alla località Le Soste, dove si posteggia.
L’Alpe Angeloga, dove è sito il rifugio Chiavenna, è uno dei luoghi più bucolici della Valchiavenna, un altipiano non comune a queste latitudini con montagne aspre e ripide. Il pianoro è impreziosito dal Lago di Angeloga, circondato a inizio estate da rododendri rossi. In contrasto con la dolcezza e l’estetica sinuosa della conca è il Pizzo Stella (3162 m), con la sua mole rocciosa e piramidale, meta di sicuro interesse per esperti.
La prima parte della salita è piuttosto ripida, per diventare poi panoramica e meno aspra verso la seconda metà. Si cammina su una carrozzabile che ben presto diventa sentiero, fino a un roccione con un crocifisso. La vegetazione di bassa quota si dirada, lasciando spazio a gruppi di larici. Si prosegue sino a un bivio dove si devia a sinistra. Si sale ripidamente lungo alcuni tornanti, fino a una netta deviazione, verso destra.
Si cammina ora per pascolo ricco di acqua e di torrenti, sino a una bella cascata. Si prosegue ancora e si giunge a un tratto in piano, con il sentiero costeggiato da fiori colorati, sino all’ampia conca dell’Alpe Angeloga, con ambienti d’ampio respiro e il verde Lago di Angeloga (2039 m). Spesso sulla piana sono presenti cavalli, asini e animali da pascolo. Su tutti, domina il Pizzo Stella, fiancheggiato dal Calcagnolo. Sul versante orografico destro della Valle Spluga, spiccano il Pizzo Forato, il Pizzo Sevino e il Pizzo Quadro. Sulle rive del lago sono situate alcune baite, ben conservate o sapientemente ristrutturate, tra le quali si vede la struttura in pietra del Rifugio Chiavenna (2044 m).