Itinerari

Ai piedi dell’Adamello, itinerario al rifugio Garibaldi e al ghiacciaio del Veneròcolo

Una piramide di roccia scura che si erge dal bianco del ghiacciaio: è la parete Nord dell'Adamello, cima iconica della Lombardia. Ecco l'itinerario che dalla Malga Caldea conduce alla Vedretta del Veneròcolo attraverso laghi e qualche ripida salita

Il panorama sulla parete Nord dell’Adamello è un connubio di imponenza ed eleganza, una piramide di roccia in contrasto con il bianco della Vedretta del Veneròcolo, adagiata proprio ai piedi della vetta.Vedretta è il termine lombardo per indicare il ghiacciaio. Notevole anche la vista sulla Cima Plem (3182 m), che sovrasta il Lago del Pantano, e sulle sommità del gruppo del Corno Baitone, del Monte Avio e del Corno di Mezzodì, cime dall’estetica elegante.

L’itinerario si svolge in Val Camonica che, sul versante orografico sinistro, fa parte del Parco Regionale dell’Adamello. Il suo territorio si estende per 51.000 ettari (510 km²), dal Passo del Tonale, sino al Passo di Crocedomini, confinando con il Trentino e giungendo quasi alla sponda sinistra del fiume Oglio. Questo parco regionale della Lombardia è contiguo al Parco Naturale Adamello Brenta e al Parco Nazionale dello Stelvio che, a sua volta, confina con il  Parco Nazionale Svizzero. In un certo senso è come se queste montagne e valli protette dessero origine a un gigantesco parco naturale  europeo, con un territorio alpino di ben 250.000 ettari. La realtà però è ben diversa, visto che le leggi, i regolamenti e le norme sono diverse, a seconda di regioni e nazioni.

Sul ghiacciaio Veneròcolo. Foto di Cesare Re
Sul ghiacciaio Veneròcolo. Foto di Cesare Re

Itinerario verso la Vedretta del Veneròcolo

Partenza: Malga Caldea (1584 m)
Arrivo: Rifugio Garibaldi e Vedretta del Veneròcolo (2600 m)
Dislivello: + 1016 m
Durata: 4 ore
Difficoltà: E sino al rifugio;  EE / F la morena del ghiacciaio
Periodo: da metà giugno a metà settembre
Segnaletica: n. 11, sino al rifugio; poi breve tratto di Sentiero dell’Adamello.
Appoggio: Rifugio Garibaldi  (2550 m)

Da Seriate, si percorre la statale 42, passando da Lovere, Edolo, fino a Temù, dove si prosegue per Malga Caldea. Gli ultimi 3 km sono sterrati e non sempre agevoli. Da Milano: superstrada Milano-Lecco-Colico. Si prosegue per Sondrio, sino al Passo dell’Aprica. Si continua per Edolo e Temù, dove si prosegue per Malga Caldea. Per chi non volesse percorrere l’ultimo tratto sterrato in auto, la salita a piedi fino alla Malga richiede 1,45 ore.

Dalla Malga, bacheche del parco e cartelli indicano la direzione per il Rifugio Garibaldi. Si cammina in salita lungo parecchi tornanti sulla ripida carrozzabile asfaltata e chiusa al traffico, delimitata da vegetazione folta e fiori colorati. Attenzione solo ai mezzi dell’Enel.

Si giunge al Laghetto dell’Avio (1869 m) che si scorge sulla sinistra. Si sale ancora sino al Lago d’Avio (1900 m), per proseguire in piano, fiancheggiando il bacino artificiale.  Si continua, camminando sopra le rive del Lago Benedetto (1.929 m), su sentiero, in una zona più panoramica, sino a una spumeggiante cascata.

Lasciando il lago alle spalle, si sale (sentiero n. 11) su sentiero, fino a un bivio, nelle vicinanze della Malga Lavedole (2044 m), che si lascia sulla destra, in un bel pianoro panoramico sulle vette dell’Adamello. Proseguendo verso destra si devia verso il Lago del Pantano (n. 21/1).

Il nostro itinerario, invece, continua dritto, guadando il torrente e risalendo la ripida e faticosa Val Veneròcolo sulla mulattiera degli Alpini, detta “il Calvario”, utilizzata per raggiungere il fronte di ghiaccio durante la Prima Guerra Mondiale. La salita è impegnativa e faticosa, in ambiente erboso, con solo qualche rado e piccolo larice e alcuni rododendri, sino al pianoro antistante la diga del Lago di Veneròcolo e alla Chiesa della Madonna dell’Adamello.

Ancora pochissimi minuti su sentiero pianeggiante e si arriva al Rifugio Garibaldi (2550 m), proprio sulle rive del Lago di Veneròcolo, sovrastato dalla poderosa piramide della Cima dell’Adamello (3554 m) e delimitato dalla diga.

Per proseguire verso il ghiacciaio, si rimonta la diga e si cammina su sentiero (n.11), tra le pietraie. Arrivati a un bivio, si ignora il percorso per il Passo Brizio e si continua sul Sentiero dell’Adamello, per deviare quasi subito a sinistra, in zona morenica. La bellezza del luogo, con il torrente, alcuni laghetti di fusione, circondati da fiori gialli e bianchi e la turrita vetta dell’Adamello, ripagano della fatica e del dislivello percorso.

Si punta ora verso l’evidentissima cima dell’Adamello, ai piedi della quale si trova il ghiacciaio, al cui limitare è meglio fermarsi. Per proseguire è necessario avere attrezzatura specifica (corda, piccozza e ramponi) e dimestichezza di progressione su ghiacciaio. Attenzione a crepacci e massi instabili. L’ambiente è grandioso, con la cima piramidale dell’Adamello, il bianco del ghiacciaio che si trasforma gradualmente in grigio, colore del detrito che lo ricopre, e le acque cristalline nella sua parte più bassa che danno vita a un piccolo delta, impreziosito da fiori e sinuose forme di terriccio che danno origine isolotti e penisole in miniatura.

Tags

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close