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La Cina riapre le frontiere al turismo. Da aprile si potrà tornare in Tibet?

Nel mondo di oggi, scosso dalla pandemia e dalla guerra tra la Russia e l’Ucraina, le buone notizie sono rare. Per questo motivo, è giusto accogliere con un sorriso quello che l’amico Navyo Eller (www.navyonepal.it), organizzatore di viaggi e spedizioni italiano che vive e lavora da molti anni a Kathmandu ha pubblicato il 15 marzo sulla sua pagina Facebook. “Da oggi le frontiere della Cina sono aperte, secondo le nostre fonti e quelle ufficiali. Lo hanno riferito il nostro ufficio di Lhasa e anche la stampa governativa cinese, e in particolare il China Daily scrive Eller.

La notizia è confermata da Chris Lau, corrispondente della CNN da Hong Kong. “Dopo tre anni di chiusura dei confini dovuta alla pandemia, la Cina riapre completamente le frontiere agli stranieri, inclusi i turisti. In un comunicato in lingua cinese pubblicato lunedì sul suo sito, l’Ambasciata cinese a Washington ha affermato che Pechino riprenderà a emettere visti di ogni categoria per gli stranieri da mercoledì 15 marzo”. Il comunicato prosegue spiegando che “i titolari di visti pluriennali emessi prima del 28 marzo 2020 (il giorno in cui la Cina ha chiuso i suoi confini) potranno riprendere a utilizzarli, ammesso che non siano scaduti”. “L’annuncio di lunedì” prosegue la CNN “arriva dopo lo stop alla politica “zero Covid” importa in precedenza, e mentre Pechino tenta di ridare lancio alla seconda economia della Terra e di rilanciare la sua industria turistica”.

Nel 2022, ricordiamo, la Cina ha fatto registrare solo 115 milioni di viaggi internazionali, contro i 670 milioni del 2019, l’ultimo anno prima della pandemia. Nello stesso anno sono entrati nel paese 97,7 milioni di stranieri, una cifra che è calata a soli 4,47 milioni nel 2022, quando le restrizioni anti-Covid 19 erano ancora in vigore. Oggi resta solo l’obbligo di un tampone da effettuare meno di 48 ore prima della partenza e da allegare alla documentazione di ingresso. Il dispaccio della CNN si conclude con la notizia che “anche le navi da crociera potranno tornare ad attraccare a Shanghai”. Per chi ama e frequenta le montagne, però, resta un tassello importante da chiarire. Non è chiaro se è stata riaperta anche la regione autonoma del Tibet, Tibet Autonomous Region sui documenti ufficiali” scrive ancora Navyo Eller.

Quest’anno, come informa Alan Arnette sul suo blog, le spedizioni alpinistiche previste sul versante tibetano dell’Everest non hanno avuto il permesso, e gli alpinisti e gli Sherpa sono stati dirottati sul versante nepalese. Per Lhasa, per il classico itinerario via terra che la collega a Kathmandu toccando Shigatse e Gyantse, per il Lago Manasarovar e per il sacro Monte Kailas, come per molte altre località tibetane c’è ancora tempo per organizzare viaggi e trekking. “La Navyo Nepal Discover Asia ha già pronto qualche tour con quote 2023, quando la notizia sarà ufficialmente diffusa dall’Ambasciata Cinese a Kathmandu aggiungeremo qualche partenza di gruppo” conclude Navyo Eller. Lo stesso, com’è ovvio, stanno per fare tutte le organizzazioni italiane che propongono viaggi e trekking in Tibet. Restiamo in attesa, ma la festa sembra vicina.

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