News

Festa con dj set in rifugio sul Monte Baldo, dal CAI un “No ai rave party” in quota

Cos’è per voi un rifugio? Domandavamo ai lettori qualche settimana fa. La maggioranza degli appassionati di montagna concorda sul fatto che, per definizione, dovrebbe trattarsi di una struttura di appoggio, in cui trovare un buon piatto e/o un giaciglio per ristorarsi al termine di una salita o nel corso di una uscita in quota. Un avamposto nel cuore delle montagne, poco impattante sull’ambiente circostante, in cui sentirsi ospiti di passaggio, non solo in riferimento ai rifugisti, ma alla natura in cui la struttura si inserisca. Si può ritenere confacente alla funzione di un rifugio la organizzazione di feste in quota con dj set? Per il CAI Verona, che di recente ha voluto esprimere la propria posizione a seguito dello svolgimento di una festa in quota a base di musica da discoteca, presso il rifugio Chierego sul Monte Baldo, la risposta è no.

La sezione ha tenuto a condividere sui social una lettera, a firma del socio Emanuele “Brune” Brunelli, inviata dal mittente a tutti i comuni del Garda Baldo, Cai Centrale, Cai Veneto, TAM, e organizzazioni che sponsorizzano il Monte Baldo per raccontare di una vicenda ritenuta fuori luogo, un “festone” come viene definito nella missiva. Una questione che, come scrive il CAI, “non può passare inosservata e deve essere messa a conoscenza di tutti.”

Una mancanza di rispetto per l’ambiente montano

Nella sua lettera, Brunelli mette in luce “non solo i danni causati a breve termine, ma anche le sue ripercussioni su noi uomini.”

“Si è trattato di un’ulteriore manifestazione estremamente rumorosa – scrive – , presenziata da un DJ, musica techno ad alto volume, persone ubriache e aventi un comportamento inequivocabilmente irrispettoso nei confronti dell’ambiente montano. Eventi come questo, già avvenuti in passato, mancano di rispetto alla montagna, alla sua flora e alla sua fauna; essi risultano dannosi per le comunità montane e le gravi ripercussioni graveranno su noi uomini nel tempo. Non nel presente immediato, ma nel futuro pagheremo a caro prezzo i gesti compiuti da poche persone.”

“Ci troviamo nel momento di risveglio primaverile della natura, vedremo nuovamente fiorire Crocus, mirtilli e rododendri dopo un inverno (poco freddo e stravolto dal prorompente cambiamento climatico). Potremo ammirare le genziane in fiore, una specie protetta – prosegue – . A breve le femmine di camoscio, cervo e capriolo daranno alla luce i loro piccoli. Quelli nominati sono animali estremamente indifesi, che oltre a dover affrontare le difficoltà previste dal loro ciclo naturale di vita, dovranno fronteggiare i rave party in quota. Questi ospiti sono indifesi da tutto ciò da cui la natura non insegna loro a difendersi. Circondati da un branco di uomini che, nella pace della loro beata ignoranza, attaccano la montagna e tutti i suoi abitanti come un tumore. E non un tumore silenzioso, bensì un rumore prepotente sparato a decibel senza controllo.”

Brunelli tiene a evidenziare che quanto descritto si sia verificato a pochi chilometri da un’area protetta, il Parco Naturale Locale del Monte Baldo.

“Oltre alla rilevanza floristica del Baldo, il “giardino d’Europa”, va menzionata la notevole varietà di habitat, piante, anfibi, rettili, uccelli e mammiferi – evidenzia l’autore – . Il Parco infatti ospita:

• Il 60% dei 57 habitat di interesse comunitario;

• il 70% delle specie di piante vascolari;

• il 69% delle specie di anfibi;

• il 73% delle specie di rettili;

• il 75% delle specie di uccelli presenti durante il periodo riproduttivo;

• il 55% delle specie di mammiferi.

Domando come sia possibile che i comuni, le associazioni di protezione dell’ambiente, i privati, i gestori dei veri rifugi non possano agire in difesa dell’unico vero bene pubblico che abbiamo ancora a disposizione e che ci permette ancora di respirare e di vivere. Trovo sconcertante che si permetta ad un luogo denominato “rifugio” di assumere sembianze da sala da ballo. È veramente irrispettoso.

“Chiedo che venga affrontato il tema e che si vietino questo genere di festoni nei luoghi di pace e di ristoro montano – conclude Brunelli – . Fingere che il problema non sussista solo perché avviene in un luogo apparentemente isolato, ossia ad alta quota, non rende diversi da chi organizza queste manifestazioni.”

Una festa per avvicinare i giovani alla montagna

Qualche discussione, anche in calce al post Facebook del CAI Verona, è nata sull’utilizzo improprio del termine “rave party” per sintetizzare quella che è stata una manifestazione musicale in quota. Al di là della linguistica, una ferma condanna della gestione “alternativa” del rifugio, appare predominante tra le reazioni dei lettori. Ci sono ad ogni modo voci contrarie, in primis quella del gestore del rifugio Chierego, Alberto Bullio, che ha voluto rispondere alle accuse con un lungo post su Facebook, che riportiamo di seguito:

“Viva la montagna, viva la natura ed i suoi animali ma viva anche la vita ed i suoi GIOVANI! Vorrei precisare che al Rifugio Chierego non è stato e non è mai stato organizzato alcun Rave Party. Oltretutto, dopo gli avvenimenti degli ultimi mesi collegati a tali tematiche, mi sembra un termine poco pertinente e lontano da ciò che è stato fatto al Rifugio Chierego. Quello che è stato organizzato è un evento che aveva l’intento di includere i giovani e fargli conoscere la montagna e il nostro territorio. Giovani che si sono recati con le proprie gambe dopo 2 ore di cammino, presso il Rifugio senza l’uso di mezzi di trasporto e nel pieno rispetto della montagna. L’iniziativa si è svolta poi nel plateatico adiacente al Rifugio e di pertinenza dello stesso ed i giovani presenti erano interamente raggruppati in quella zona e non in altre parti della montagna. Credo che questa iniziativa abbia aiutato i giovani a conoscere il Monte Baldo e abbia fornito l’occasione di svolgere un’attività nuova in un luogo diverso dal solito. Credo che la montagna sia di tutti. Dei giovani come degli appassionati. In egual misura credo che i primi debbano avere rispetto per la montagna e per la natura allo stesso modo in cui gli appassionati debbano averne per i giovani. Giovani che, inoltre, saranno i futuri appassionati e futuri custodi di quello che è il nostro territorio e la nostra montagna. Essendo anche io un giovane sicuramente prediligo i giovani e spero di poter trasmettere la mia passione per la montagna ed il territorio, anche a loro. Ci tengo poi a dire che questa è stata solo una delle iniziative proposte e che verranno organizzate nel corso dell’anno. Sono state infatti realizzate diverse proposte anche per le scuole che verranno presentate nel corso dei prossimi mesi. Inoltre gli scorsi anni sono state fatte molteplici iniziative che spaziavano dalle camminate a scopo benefico, alla presentazione di libri sul territorio, a corsi di fotografia, notti sotto le stelle, escursioni in bicicletta, fino ad arrivare ad eventi accompagnati da musica. Tutto questo voluto per far conoscere il territorio del Monte Baldo.”

Il Monte Baldo, candidato a Patrimonio Unesco

Accanto alla voce contraria del CAI, si è levata anche quella della Associazione Monte Baldo Patrimonio dell’Umanità, che ha voluto evidenziare come un “aggravante” della manifestazione promossa al rifugio sia rappresentato dal fatto che la montagna su cui esso è situato, sia candidata attualmente al riconoscimento come Patrimonio dell’Umanità UNESCO. “Mentre si stanno supportando i processi istituzionali per la candidatura del Monte Baldo – si legge nella lettera indirizzata al CAI Verona, ai Sindaci dei Comuni del Monte Baldo, all’Unione dei Comuni del Baldo-Garda, al Comandante dei Carabinieri di Verona e al Soprintendente archeologia, belle arti e paesaggio di Verona – creando conoscenza, partecipazione e condivisione sui territori interessati, non possiamo approvare la scelta di chi vuol far diventare il Baldo un “divertimentificio”, rubando il termine al geografo Eugenio Turri”. Una lettera inviata auspicando maggiore vigilanza “perché simili manifestazioni non vengano riproposte ad alta quota, creando non solo danni ambientali ma anche rischi e pericoli per la salute pubblica.”

Tags

Articoli correlati

2 Commenti

  1. Spero che il gestore del rifugio venga al più presto sostituito con una persona più degna e rispettosa

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close