“Swissway to Heaven”, un titolo geniale quello scelto dal regista Guillaume Broust per il documentario a base di emozioni su roccia che oggi vi consigliamo di non perdere. Inevitabile leggervi un rimando alla “scala verso il paradiso” cantata dai Led Zeppelin, un paradiso in questo caso svizzero. “Swissway to Heaven” (Svizzera, 2021, 56′) è una pellicola che nasce per raccontare le bellezze naturali della Svizzera, le sue catene montuose con pareti su cui scoprire fantastiche vie multipitch. Sono queste in particolare il focus del film. Vie alla cui scoperta gli spettatori vengono accompagnati da un climber che le conosce molto bene: l’elvetico Cédric Lachat. Lo trovate su Prime Video.
Non si tratta di un semplice documentario nato a scopo tecnico, per descrivere una successione di vie. Nel corso dei 56 minuti di visione, Lachat ne affronta 5, tra le più difficili ed emblematiche, tra i 5 massicci montuosi svizzeri (Gastlosen, Lauterbrunnen, Wendenstocke, Eiger e Ratikon). Ma l’avventura in parete di intreccia a quello che è un viaggio attraverso la storia, l’etica e l’evoluzione dell’arrampicata in Svizzera.
Ma chi é Cédric Lachat? Cedric nasce a Porrentruy il 17 agosto 1984. La sua carriera da climber inizia ad appena 10 anni. A 16 anni è pronto per gareggiare a livello di Coppa del Mondo di arrampicata sportiva, nelle discipline Lead e Boulder e saranno numerose le edizioni che lo vedranno protagonista. 15 i podi totali conquistati nell’arco di un decennio, tra il 2002 e il 2013. Accanto alla carriera agonistica, ha collezionato salite in terra elvetica ma anche fuori dai confini di casa, dalla Spagna a Yosemite, passando per la Francia e l’Italia. Vie del calibro di Papichulo (a Oliana), Golden gate e Freerider su El Capitan (e aggiungiamo anche Hotel Supramonte nella Gola di Gorroppu in Sardegna). Fino al 2015 è stato compagno di vita oltre che di arrampicata di Nina Caprez che ha partecipato alla realizzazione del documentario.
