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Antartide, un nuovo record negativo di estensione del ghiaccio marino

Il 13 febbraio scorso il ghiaccio marino antartico ha raggiunto un nuovo record negativo di estensione. 1,91 milioni di chilometri quadrati il valore minimo raggiunto nell’estate australe. Come sottolineato dal NSIDC (National Snow & Ice Data Center), ci troviamo di fronte al secondo anno consecutivo di record in tal senso – il 25 febbraio 2022 si erano toccati 1,92 milioni di metri quadrati di chilometri quadrati. Due anni di fila, ancora pochi per definire una tendenza ma per certo da tenere a mente quando si tornerà ad analizzare i dati il prossimo e nei prossimi anni. E 2 anni unici nel loro genere: dagli inizi degli anni Ottanta ad oggi, si tratta dei soli 2 casi in cui si sia scesi sotto i 2 milioni di chilometri quadrati.

Ancora più preoccupante è quel 13 febbraio in cui si è registrato il record. In media, negli anni passati, il minimo di estensione veniva toccato tra il 18 febbraio e il 3 marzo. In sintesi non è da escludersi la possibilità di assistere a un ulteriore declino.

“Gran parte della costa antartica è priva di ghiaccio – aggiunge il NSDIC – , esponendo le piattaforme di ghiaccio che delimitano la calotta glaciale all’azione delle onde e a condizioni più calde.”

Il perché del record

A cosa è dovuto questo record negativo? La ragione è da ricercarsi nella “oscillazione antartica” (SMA, Southern Annular Mode), una modalità a bassa frequenza di variabilità della circolazione atmosferica nell’emisfero australe, che può essere immaginata come una fascia anulare, estesa attorno al Polo Sud, caratterizzata da bassa pressione e intensificazione dei westerlies (venti occidentali). “Una SMA positiva – si legge nella nota del NSIDC – ha portato a venti occidentali più forti della media”.

“Le condizioni meteorologiche hanno portato aria calda nella regione su entrambi i lati della penisola antartica. Ciò ha in gran parte ripulito la copertura di ghiaccio nei mari di Amundsen e Bellingshausen e ha ridotto l’estensione del ghiaccio marino nel mare di Weddell nordoccidentale”.

“Il ghiaccio marino risulta irregolare e quasi assente su un lungo tratto della costa dell’Antartide affacciata sul Pacifico – prosegue la nota – . Studi precedenti hanno collegato la bassa copertura di ghiaccio marino con sollecitazioni indotte dalle onde sulle piattaforme di ghiaccio galleggianti che circondano il continente, portando alla rottura delle aree più deboli.”

Record e tendenze

Come spesso ci siamo trovati a evidenziare trattando di record, il singolo dato, fuori contesto, non ha poi un grande senso, al di là del clamore determinato dalla sua unicità. Andando ad analizzare l’andamento negli ultimi decenni del ghiaccio marino antartico nella stagione estiva, si può notare che vi sia sempre stata una certa variabilità. Se il 2022 e il 2023 si presentano come due anni consecutivi di caduta dei valori, di contro 4 dei 5 minimi più alti si sono registrati dopo il 2008.

“Nel complesso, la tendenza dell’estensione minima antartica dal 1979 al 2023 è vicina allo zerospiega il NSIDC – . L’attuale tendenza lineare al ribasso nell’estensione minima antartica dal 1979 al 2023 è di 2.400 chilometri quadrati all’anno, o 0,9% per decennio, che attualmente non è statisticamente significativo. Tuttavia, il forte calo dell’estensione del ghiaccio marino dal 2016 ha alimentato la ricerca sulle potenziali cause e se la perdita di ghiaccio marino nell’emisfero australe stia sviluppando una significativa tendenza al ribasso.”

Sfruttando la povertà di ghiacci del mare antartico, poche settimane fa, il 31 gennaio per la precisione, la nave rompighiaccio italiana “Laura Bassi”, impiegata nella campagna oceanografica della 38° Spedizione Italiana del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (Pnra), ha raggiunto la latitudine di 78 gradi sud, il punto più a sud mai raggiunto da una nave. Un record nel record, ottimo per la scienza, meno per il Pianeta.

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Un commento

  1. La notizia che che la nave italiana abbia toccato la latitudine più a sud mi lascia parecchio perplesso. In altro articolo si narra che la “Laura Bassi” abbia raggiunto la Baia delle Balene. Se è la stessa che immagino posta a 78°30′, come credo, l’aveva già raggiunta e usata Amundsen per sbarcare la propria spedizione in occasione del felice raggiungimento del Polo Sud già nel 1911 con la gloriosa Fram che, seppur fosse una grande nave, era pur sempre in legno.

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