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Couloir Isaïe, una grande avventura sull’Aiguille Noire de Peuterey per Cazzanelli, Favre e Stradelli

I dettagli sono ancora pochi – e li attendiamo con curiosità – ma una cosa è certa: l’avventura vissuta tra l’11 e il 13 febbraio sulla Ovest dell’Aiguille Noire du Peuterey, sul versante italiano del massiccio del Monte Bianco, da François Cazzanelli, Emrik Favre e Stefano Stradelli deve essere stata indimenticabile. Parlano chiaro i post con cui la notizia dell’apertura di una nuova via sulla Punta Brendel (3.498 m), ribattezzata Couloir Isaïe (600 m, M8 7a/7a+ – AI 5), è stata annunciata dal trio sui social.

“È sempre difficile riordinare i pensieri dopo un’avventura in montagna. Le emozioni sono tante e non si sa mai da dove cominciare – scrive un emozionato Cazzanelli – . Sulla ovest della Noire abbiamo vissuto una grande avventura. Non era facile ma grazie alla nostra forza di volontà e ad un grande lavoro di squadra abbiamo fatto una cosa veramente speciale che ci ricorderemo per tutta la vita!!”

François definisce la via come “una bella linea, logica e completa dove si passa dalla scalata su ghiaccio a quella su roccia passando dal misto”.

A rendere il tutto più avventuroso un bivacco decisamente poco invidiabile “veramente duro dove per tutta la notte ci è piovuto addosso lo spindrift che ci ha inzuppato i sacchi a pelo e ci ha totalmente congelati.”

A fare da eco alle parole cariche di emozione di Cazzanelli è Stefano Stradelli, che commenta: “In questi tre giorni abbiamo vissuto delle emozioni davvero forti e indimenticabili. Per me è stata la prima vera esperienza nell’aprire una via cosi complicata su una montagna così severa. Devo ringraziare molto i miei soci che hanno avuto fiducia in me e che mi hanno trasmesso la loro esperienza. Mettersi in gioco con una bella squadra e unire le forze è stata la formula vincente per raggiungere l’obiettivo.”

A spiegare la ragione del nome attribuito alla nuova linea è Favre, che racconta “la via l’abbiamo chiamata Couloir Isaïe in onore di mio figlio. Uno dei più bei regali che avrebbero potuto farmi i miei compagni di cordata.”

Perché accontentarsi di sognare l’inimmaginabile?

La salita del Couloir Isaïe arriva a meno di 2 settimane da “un’altra delle nostre”, come direbbe Favre: la salita di Sognando l’Inimaginabile (600 m. WI 4+ M7) sulla parete est del Mont Blanc du Creton (3.406 m) nelle Petites Murailles. Una “via non banale di grande bellezza” aperta il 3 febbraio scorso che, come commentava Cazzanelli, ha rappresentato un piano B, “i piani erano altri ma alla fine anche ‘l’inimmaginabile’ regala grandi soddisfazioni”.

A spiegare le ragioni del nome anche in questo caso ci pensa Favre: “L’abbiamo chiamata così perché non avremmo mai pensato di trovare una linea così bella e divertente. Sempre con il nostro spirito di divertimento e amore per la montagna e l’avventura ho passato veramente una bellissima giornata.”

 

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Un commento

  1. Un esempio del “grande” alpinismo degli italiani dei media.
    Bravi di sicuro, ma nulla a che fare con l’alpinismo moderno di punta.
    Guardavo solo lì vicino: i francesi sulla Walker di Patrick e loro … con sacconi e casa … anche spit ?
    Forse io non ci capisco più niente.

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