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Zhùr, il cucciolo di lupo dell’era glaciale riemerso dal permafrost dello Yukon

Il Klondike, piccola regione remota dello Yukon (Canada), il cui nome è storicamente legato alla caccia all’oro di cui fu protagonista sul finire dell’Ottocento, si sta rivelando uno scrigno di tesori archeologici. Scavando nel permafrost dei cosiddetti “goldfields”, i campi d’oro, i minatori si ritrovano talvolta di fronte a sorprese preziose, reperti risalenti ad epoche lontane, in eccezionali condizioni di conservazione. E’ il caso di un cucciolo di lupo dell’era glaciale, riportato alla luce nel 2016 dai minatori impegnati in operazioni di scavo nei pressi della città di Dawson. Il cucciolo, ribattezzato dalla popolazione locale della Tr’ondëk Hwëch’in First Nation Zhùr, “lupo” in lingua Hän, risulta essere la più antica e completa mummia di cucciolo di Canis lupus scoperta fino ad oggi.

Un cucciolo amante del pesce

A ricostruirne la storia un team di scienziati coordinato da Julie Meachen, paleontologa presso la Des Moines University (Iowa) e Grant Zazula, paleontologo dello Yukon. Lo studio condotto dagli esperti, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Current Biology in un paper intitolato “Zhur: A Mummified Pleistocene Gray Wolf Pup ( Canis lupus) from Yukon Territory, Canada”, ha consentito di identificarne l’età, il periodo storico in cui visse, la sua dieta e anche le relazioni di parentela con altri lupi antichi risalenti all’era glaciale.

“Anche se le mummie come Zhur diventeranno purtroppo più comuni con il disgelo del permafrost – commentano gli scienziati – la loro analisi può fornire informazioni senza precedenti sugli ecosistemi estinti.”

Secondo le analisi condotte sulla mummia, conservata in maniera eccezionale, tanto da possedere ancora pelle, pelo e altri tessuti molli, il cucciolo morì circa 57.000 anni fa, in un periodo interglaciale, e al momento della morte aveva circa 7 settimane. Si trattava di un esemplare femmina che da poco aveva superato la fase dello svezzamento e la sua dieta era rappresentata principalmente da pesce. Quest’ultimo particolare non deve suonare necessariamente anomalo, esistono ancora oggi lupi che prediligono una alimentazione acquatica, come i “sea wolves” del Canada, o lupi costieri, molto abili nel nuotare e pescare.

Un caso raro

Come evidenziato dalla dottoressa Meachen in una intervista rilasciata a National Geographic, il grado di conservazione del corpicino di Zhùr rappresenta una rarità nello Yukon. Il che lo rende oltremodo prezioso. “In Siberia, la conservazione come questa è abbastanza comune a causa del modo in cui il permafrost conserva le cose lì, che è molto meno comune nello Yukon, in Alaska e in altre parti del Nord America”.

Per quanto rari possano essere ritrovamenti di mummie così antiche e così ben conservate nello Yukon, Zhùr non rappresenta un unicum nel suo genere. Nel 2021 un altro cucciolo, stavolta di mammut lanoso, in eccezionale stato di conservazione, è emerso nella medesima zona dei campi d’oro. Nun cho ga, questo il nome attribuito all’esemplare, in lingua Hän “grande cucciolo di animale”, risalirebbe a oltre 30.000 anni fa.

Accanto a informazioni sulla vita di una specie predatoria come il lupo grigio nell’era glaciale, Zhùr ha aiutato gli scienziati nella ricostruzione della complessa evoluzione del lupo. Nonostante oggi siamo portati a considerare il lupo grigio una specie iconica delle foreste del Nord America, l’archeologia racconta di una migrazione del lupo nel continente americano a partire dall’Eurasia, passando per lo stretto di Bering, in un periodo stimato attorno a 500.000 anni fa, nel Tardo Pleistocene. Le analisi condotte sul genoma mitocondriale di Zhùr hanno portato a confermare tale ipotesi. Il lupetto mostrerebbe infatti affinità con i genomi mitocondriali di antichi lupi della Russia e della Beringia, il ponte di terre emerse che anticamente univa l’America Settentrionale e il nordest dell’Asia. Non mostra invece parentele dirette con gli attuali lupi che popolano lo Yukon, il che porta a concludere che appartenesse a una popolazione oggi estinta. A causarne la morte fu forse il crollo della sua tana, all’interno della quale è rimasto imprigionato e preservato per millenni.

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