Itinerari

Parchi dell’Appennino, cinque itinerari in attesa che arrivi la neve

Più volte, negli inverni scorsi, la neve è scesa abbondante sul Gran Sasso, sulla Maiella, sul Velino e sul Sirente, sui crinali e sui boschi del Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise. Più volte, i maestri di sci e i gestori degli impianti delle Dolomiti, della Valtellina e della Valle d’Aosta hanno guardato con invidia verso Ovindoli e Roccaraso. Quest’anno le cose sono diverse. Dopo le prime nevicate di novembre, comunque meno abbondanti che in passato, due settimane di pioggia e libeccio hanno colpito i massicci dell’Appennino. Mentre sulle Alpi si scia, si cammina con le ciaspole, si preparano le pelli gli ARTVA per le uscite di scialpinismo, nei Parchi del cuore d’Italia arriva un Natale asciutto. Sul Gran Sasso, mentre scriviamo, la neve inizia ben oltre i 2000 metri di quota. La Direttissima e gli altri canali del Corno Grande sono in condizioni, itinerari di cresta sono possibili verso le altre cime. Sulla Maiella le condizioni sono ancora più magre, e gli appassionati di piccozza e ramponi hanno a disposizione poche linee del Monte Amaro e dell’Acquaviva. Qualche cresta e qualche pendio di neve o ghiaccio esiste anche sui Sibillini o sul Velino.

I percorsi che abbiamo citato, però, non sono rivolti ad alpinisti e scialpinisti esperti. Per chi ama camminare, e tra Natale e Capodanno vuole andare in montagna, suggeriamo dei percorsi facili, in buona parte assolati (nelle belle giornate d’inverno nei valloni all’ombra fa freddo), da percorrere in attesa che arrivi la neve. Quando accadrà, torneremo con gioia a parlare di ciaspole.

Da Castelluccio alla Capanna Ghezzi e alle Pianacce (Parco dei Monti Sibillini)

(Da 280 a 460 metri di dislivello, da 2.30 a 3.30 ore a/r, T)

La Capanna Ghezzi, danneggiata dal terremoto del 2016, è un belvedere sula Cima del Redentore e le vette vicine. La passeggiata che la raggiunge da Castelluccio, con la neve, è una piacevole ciaspolata. Si parte da un bivio (1313 m) a valle dell’abitato e del Deltaplano, la struttura che ospita le strutture delocalizzate dal borgo.

Si segue una carrareccia, si va a sinistra a un bivio, poi si può scegliere se continuare sulla strada o seguire (meglio) i segnavia 553, che salgono a destra sui Colli Alti e Bassi. Ritrovata la strada, la si segue in un vallone fino alla Capanna Ghezzi (1570 m, 2.30 ore a/r), ottima meta per la gita. Si può continuare sul sentiero (segnavia 552) che sale alle Pianacce e a un bivio (1750 m, 1 ora a/r) sotto a Colle  Abieri. Si torna per lo stesso itinerario. 

Da Santo Stefano di Sessanio a Rocca Calascio (Parco nazionale Gran Sasso e Monti della Laga)

(250 metri di dislivello, 2.15 ore a/r, T)

Rocca Calascio, uno dei simboli dell’Abruzzo, si raggiunge di solito da Calascio per una strada o un sentiero. Il percorso più bello inizia da Santo Stefano di Sessanio, dove la torre abbattuta dal terremoto del 2009 è stata rialzata. Meravigliosi i panorami verso il Gran Sasso, la Maiella e il Sirente.

Da Santo Stefano si segue la provinciale per Calascio fino dove inizia a sinistra una strada senza indicazioni (1213 m). A piedi occorrono 0.15 ore. A piedi si sale per una traccia sui prati. Anche se i segnavia bianco-rossi sono poco visibili, il percorso è evidente. Ci si alza con panorami via via più vasti, fino al cocuzzolo del Monte delle Croci, da cui appare Rocca Calascio.

Si scende a una sella, si risale per un crinale di erba e rocce e si arriva al castello (1460 m), che si aggira a sinistra, e in cui si entra per un ponte. Dall’altra parte si scende nell’abitato di Rocca Calascio, dov’è il bel Rifugio della Rocca (1420 m, 1.15 ore). Al ritorno si aggira a destra il castello, si tocca l’oratorio (chiuso) della Madonna dei Monti, si ritrova il percorso di andata e si torna al punto di partenza (1 ora).

La Valle di Morretano e il Monte Puzzillo (Parco regionale Sirente-Velino)

(da 430 a 620 m di dislivello, da 3.30 a 4.30 ore a/r, E)

L’elegante Monte Puzzillo sorveglia la piana di Campo Felice, e offre itinerari interessanti. Consigliamo di seguire la lunga ed elementare Valle di Morretano, che con la neve si percorre con le ciaspole o gli sci, fino all’omonimo valico. La salita alla vetta è consigliata solo se non c’è neve.

Il posteggio di Prato Capito (o Agabito, 1604 metri) si raggiunge dal casello di Tornimparte della A24, oppure da Lucoli, Rocca di Cambio o Rocca di Mezzo. Si segue una strada sterrata che scende a un pianoro, e al primo bivio la si lascia per risalire la Valle di Morretano. Si sale nel bosco, si aggira una conca, si esce dalla faggeta e si prosegue ai piedi dei ripidi pendii del Puzzillo.

Ci si può fermare sull’ampio Passo di Morretano (1983 m, 3.30 ore a/r), da cui appare il Velino, o salire a sinistra per un ripido sentierino su erba e ghiaie. Usciti sulla cresta, la si segue a destra fino al Monte Puzzillo (2174 m, 1 ora a/r dal Passo). Si scende per la stessa via.      

Da Rocca Caramanico a Casa Capoposto e al Monte Mileto (Parco nazionale della Maiella)

(da 700 a 870 m di dislivello, da 3.30 a 5 ore a/r, E)

Uno degli itinerari più suggestivi del Morrone sale dal minuscolo borgo di Rocca Caramanico al rifugio di Casa Capoposto, belvedere sulla Maiella, e prosegue con pendenza più dolce verso il Monte Mileto.

Il borgo di Rocca Caramanico (1050 m) si raggiunge da Caramanico Terme, Sant’Eufemia a Maiella, Campo di Giove o Pacentro. A piedi si traversa l’abitato, e si continua su una carrareccia e poi su un viottolo (segnavia Q4), affacciato sul borgo e la Maiella.

Si supera un primo bivio, e al secondo (1220 m) si inizia a salire a tornanti nel bosco, seguendo i segnavia Q6. Si supera una radura, si rientra nella faggeta, e si continua a tornanti con tratti ripidi e faticosi. A mezza costa, verso destra, si raggiungono l’altopiano della Piscina e il rifugio di Casa Capoposto (1755 m, 3.30 ore a/r), belvedere sul Monte Amaro.

Il rifugio il sentiero riparte in salita a sinistra, tocca la capanna Diana e Tamara, aggira una conca e prosegue fino al Monte Mileto (1920 m, 1.30 ore a/r dal rifugio), magnifico belvedere. Si torna per l’itinerario di andata.

Dalla Valle del Sangro al rifugio di Monte Forcone (Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise)

(560 m di dislivello, 2.45 ore a/r, E)

Il Monte Marsicano, cima più alta del Parco, incombe sulla valle del Sangro con un ripido versante esposto a sud. La zona, molto calda in estate, merita di essere percorsa in autunno e negli inverni senza neve, quando il rifugio di Monte Forcone può essere un’ottima meta. La zona è frequentata dai cervi, e spesso anche dall’orso.

Si parte dal km 53 (1070 m) della statale Marsicana, tra Opi e Villetta Barrea, i posti per parcheggiare sono pochi. Superato un cancello si seguono i segnavia F10, che entrano in piano in un querceto, poi salgono per vecchia mulattiera a tornanti, su terreno roccioso.

Si esce sui pascoli di Pianezza, e si raggiunge un crinale in vista del Lago di Barrea. Il sentiero sale direttamente, poi torna in obliquo a sinistra, scavalca un crinale e raggiunge il rifugio di Monte Forcone (1629 m, 1.30 ore), ottimo belvedere.

La discesa richiede 1.15 ore. Chi preferisce continuare a salire può seguire i segnavia che salgono direttamente, compiono una lunga diagonale a sinistra, toccano dei pianori e salgono verso destra al Monte Marsicano (2253 m, 4 ore a/r in più), meraviglioso belvedere. Nell’ultimo tratto si può trovare neve ghiacciata.

Tags

Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Back to top button
Close