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Kilian Jornet dice basta alle gare oltreoceano per ridurre il proprio impatto ambientale

“L’anno prossimo non sarò a Silverton. Un viaggio negli Stati Uniti ha un’impronta di carbonio importante e negli ultimi anni mi sono impegnato a ridurre la mia impronta ambientale professionale e personale e, per quanto riguarda i viaggi, a ridurre a un solo viaggio intercontinentale all’anno”. Con queste parole Kilian Jornet, dopo essere rientrato dal Colorado (USA) dove ha disputato la gara di trail Hardrock100, ha annunciato la sua decisione di rinunciare alle competizioni oltreoceano per ragioni ambientali.

Si tratta comunque di un’impronta enorme. Quest’anno le emissioni globali di anidride carbonica sono aumentate dell’1% e io ne sono stato – e ne sono tuttora – un grande responsabile, ma voglio e lavoro per fare un po’ meglio ogni anno, ogni giorno” spiega il campione spagnolo, ma che da anni vive con la famiglia in Norvegia. “Le competizioni sportive si basano in gran parte sui viaggi, e io sono una persona che ama viaggiare e visitare luoghi diversi, ma come concorrente, oggi, vedo i viaggi non come qualcosa di scontato e un’opportunità da sottrarre al mio lavoro, ma come qualcosa che non deve essere la norma ma l’eccezione, da prendere con cura e comprendendone l’impronta” conclude Jornet.

Kilian è da anni impegnato a promuovere scelte di vita più sostenibili nel proprio quotidiano, ponendo già allora il l’attenzione su quanto potesse inquinare la propria professione sulle montagne e il mondo. Quella di oggi sembra quindi una decisione coerente con un percorso intrapreso dal campione da tempo, anche tramite la propria fondazione.

I dati sull’inquinamento aereo

Andando a vedere un po’ i numeri, secondo quanto riporta l’Agenzia Europea dell’Ambiente (dati del 2016), un aereo emette 285 grammi di CO2 per persona per km; per fare una comparazione il treno ne genera 14 di grammi, un’automobile 42 (bisogna anche dire che sempre secondo i dati dell’EEA gli aerei valgono 13% delle emissioni di CO2 dovute al settore dei trasporti omnicomprensivo, le automobili il 72%). Sono cifre medie, che si riferiscono alla sola combustione del carburante e non tengono conto dei modelli di aeromobile e dell’occupazione dell’intero volo. Il tutto in un settore che ogni è anno in crescita per numero di passeggeri.

Sono interessanti anche i dati (del 2019), riportati dal Sole24Ore dell’Ari Transport Action Group, secondo i quali il settore del trasporto aereo produce il 2% circa delle emissioni di CO2 globali, il 3% in Europa. L’80% delle tonnellate di CO2 prodotta dal traffico aereo riguarda le tratte lunghe, ossia oltre i 1500 km.

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5 Commenti

  1. Importante esempio. Se lo attuassero anche i “vacanzieri” del viaggetto in aereo e quelli delle crociere, i “manager” che hanno aperto fabbriche in giro per il mondo chiudendo quelle che c’erano qui e poi devono spostarsi per “affari”. Poi anche i politici (fate video conferenze), i vip etc.
    Sarebbe una bella diminuzione dell’inquinamento. Eliminare il superfluo.

  2. un po’ troppo tardi ma apprezziamo il gesto. io quella decisione l’ho presa almeno 15 anni fa, niente piu’ aerei e niente auto.

  3. La cosa fa sorridere, al di la delle ragioni giuste o sbagliate (ognuno ha la sua idea) quell’aereo volerà lo stesso e non cambierà assolutamente niente.
    Infine cosa facciamo? Aboliamolo tutte le gare e quindi tutto lo sport perché inquina? Ritorniamo ad un bel look down selvaggio ??
    La cosa va affrontata in maniera diversa dai potenti del mondo con decisioni serie e a lungo termine.
    Detto questo magari il super corridore comincia la sua fase calante (fisiologica) e ha trovato un modo “verde” per dirlo al mondo

  4. Secondo Nazioni Unite Per l’Ambiente nell’anno 2020 l’impatto ambientale causato dall’uso di Internet è stato il doppio di quello causato dall’intero traffico aereo mondiale. Tragga le proprie conclusioni chi, come lui, fa largo uso di questo mezzo di comunicazione.

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