L’immancabile Certosa e gli edifici storici nel centro di Pavia, ma anche l’abbazia di sant’Alberto di Butrio immersa nei boschi e le vette e i rifugi dai quali poter godere una vista mozzafiato dell’Oltrepò.
Una coltre di nuvole basse affascina lo sguardo dal Monte Penice. Molto apprezzato dagli escursionisti, con i suoi 1.460 metri di altezza è una delle vette più elevate dell’Appenino ligure e offre un ampio panorama che abbraccia l’Oltrepò, la Val Trebbia e la Val Tidone. Foto Valerio Maruffi/Realy Easy Star
Il borgo di Negruzzo, frazione di Santa Margherita di Staffora, caratterizzato da strade e case in pietra. A fine agosto si festeggia
la fine dell’estate, con musica e i tradizionali ravioli di brasato. Foto Valerio Maruffi/Realy Easy Star
Il rifugio Monte Chiappo, raggiungibile
in seggiovia e quindi adatto a chiunque apprezzi taglieri misti e polenta. Da qui partono molte escursioni. Foto rifugio Monte Chiappo FB
Dalla vetta
del Monte Lesima (1.724 metri), la visuale spazia sulle province
di Pavia e Piacenza,
ma si scorgono altrettanto bene le Alpi e nelle giornate terse si riconosce la Corsica. In estate i suoi prati fioriscono di orchidee, fiordalisi, botton d’oro e aquilegie. L’antenna radar dell’ENAV, prossima alla cima, rende inconfondibile
la sagoma del monte. Foto Mauritius Images/AGF
L’Osservatorio Astronomico di Ca’ del Monte. La cupola centrale ospita il planetario. Disponibili per il pubblico binocoli giganti e telescopi nello spazio antistante alla struttura. Foto Valerio Maruffi/Realy Easy Star
Un tratto della Via del Sale lombarda, presso Varzi. Qui inizia il cammino che raggiunge Portofino, ripercorrendo le antiche mulattiere che trasportavano il prezioso sale dai porti liguri ai monti. Foto Valerio Maruffi/Realy Easy Star
Cigognola. L’imponente torre quadrata del castello, edificato intorno al XIII secolo dal potente casato dei Sannazzaro e rimaneggiato all’inizio del XIX secolo, domina dall’alto di un colle la Valle Scuropasso, dove la coltivazione della vite definisce la geografia del paesaggio. Foto Samuele Gallini/Adobe Stock
Pavia. Simbolo della città, il Ponte Coperto attraversa il Ticino collegando il centro storico al quartiere di Borgo Ticino, un tempo abitato dalle lavandaie. La struttura attuale è una copia dell’antico ponte del XIV secolo, danneggiato dai bombardamenti delle forze alleate nel 1944. Foto Maurizio/Adobe Stock
Santuario di Santa Maria in Monte Penice. In posizione panoramica, sulla vetta di una delle cime più alte dell’Appennino ligure-emiliano, il santuario offre una vista affascinante che spazia dalle colline dell’Oltrepò pavese e dalla Valle Staffora, fino a Bobbio e alla Val Trebbia. Foto Trattieritratti/Adobe Stock. Foto Luca/Adobe Stock
Certosa di Pavia. Il monumentale complesso monastico e santuario della Madonna delle Grazie, fatto erigere da Gian Galeazzo Visconti nel 24 25 Paviael’Oltrepò XIV secolo, è una delle massime espressioni della gloria e della potenza della nobile dinastia e delle ambizioni politiche del duca di Milano.
Nell’immaginario che tutti abbiamo quella pavese è una terra di colline, di vigneti, di campi coltivati. Non fatevi però ingannare: l’Oltrepò pavese nasconde anche un’anima montuosa, con tanto di sentieri per trekking e mountain bike, vette innevate, cieli bui e stellati, una seggiovia, addirittura delle piste da sci. Parliamo dell’Appennino lombardo, spesso trascurato, con i 1.724 metri del Monte Lesima circondati da Emilia Romagna, Piemonte, Liguria e una vista superba che spazia dal mare alle Alpi. Borghi dalle case in pietra, agriturismi, boschi di noccioli, abeti, faggi, castagni e strade panoramiche che si inerpicano tra banchi di nebbia e prati fioriti.
C’è questo, e molto altro nella nuova monografia ora in edicola di Meridiani “Pavia e l’Oltrepò”, che per il consueto numero annuale dedicato ad una città italiana decide di raccontare per la prima volta Pavia e l’Oltrepò. Un racconto e un omaggio, in pieno stile Meridiani, pensato per informare e incuriosire chi questi luoghi ancora non li conosce e al contempo coinvolgere e valorizzare tutti coloro che ogni giorno contribuiscono a rendere tale territorio un patrimonio culturale e naturale degno di nota.