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I Giochi Asiatici Invernali si terranno in Arabia Saudita

Nella giornata di martedì 4 ottobre, il Consiglio Olimpico dell’Asia (OCA) riunitosi a Phnom Penh, in Cambogia, ha decretato l’Arabia Saudita come Paese ospitante l’edizione 2029 dei Giochi Asiatici Invernali. Si tratta di una prima volta per il Medio Oriente. Dal 1986 ad oggi, i Giochi sono stati infatti organizzati in Giappone (4 volte), Cina (2), Corea del Sud (1) e Kazakistan (1).

La decisione del Consiglio è stata accolta con soddisfazione dal principe Abdulaziz bin Turki al-Faisal, Ministro allo Sport e Presidente della Commissione Olimpica e Paralimpica dell’Arabia Saudita: “Questa è una grande vittoria per l’Arabia Saudita e per la gente dei Paesi del Golfo.”

“Questo successo – ha aggiunto – getta inoltre luce sull’enorme potenziale e le infrastrutture eccezionali di cui l’Arabia Saudita dispone per ospitare e organizzare competizioni sportive di livello internazionale e Giochi di successo.”

Un mondo nuovo che ancora non esiste

I Giochi si terranno nella località montana di Trojena, che al momento esiste solo sulla carta, e verrà realizzata entro il 2026 nel cuore delle montagne di Sarawat, non lontano dal Mar Rosso (a circa 50 km dal golfo di Aqaba). Si estenderà su una superficie di circa 60 km quadrati, tra una quota di 1.500 e 2.600 metri. Una zona in cui le temperature invernali scendono sotto lo zero e le temperature tutto l’anno sono generalmente di 10 gradi più fresche rispetto al resto della regione.

Trojena si inserisce in un progetto regionale molto più ampio, quello di NEOM (dal greco neos, nuovo, e dall’arabo mustaqbal, futuro), una megalopoli nel deserto degna di un film di fantascienza, che si estendenderà su una superficie di 26.500 chilometri quadrati. Costo di realizzazione: 500 miliardi di dollari. Si tratta di un ambizioso progetto del principe ereditario Mohammed bin Salman (presidente del consiglio di amministrazione del NEOM), esempio di una possibile transizione del Paese da una economia basata sugli idrocarburi a una basata sulla tecnologia.

Come immaginarci Trojena? “Un’ampia gamma di case. Compresi appartamenti, chalet e ville, più hotel che vanno dall’ultralusso ed esperienziale ai centri benessere e ai resort per famiglie – si legge sul sito del progetto Neom.com – . Inoltre, ci saranno molteplici opzioni di vendita al dettaglio, tempo libero e ristorazione. Attività come lo sci tutto l’anno, sport acquatici, escursionismo e mountain bike saranno affiancate da una riserva naturale interattiva.”  Da aggiungere alla lista, la costruzione del più grande lago d’acqua dolce della regione.

Trojena ospiterà festival sportivi, artistici, musicali e culturali, attirando secondo le stime oltre 700.000 visitatori. Entro il 2030 si prospetta un numero di residenti nella zona in forma permanente pari ad almeno 7.000. I posti di lavoro offerti dall’avvio delle attività in loco si stima saranno oltre 10.000. Il PIL del Paese ne gioverà in maniera significativa.

Ecoturismo nel deserto

Il principe ereditario assicura che le attività di costruzione di Trojena verranno condotte nel rispetto dell’ambiente, all’insegna della sostenibilità a lungo termine.

“Trojena ridefinirà il turismo di montagna per il mondo creando un luogo basato sui principi dell’ecoturismo, evidenziando i nostri sforzi per preservare la natura e migliorare la qualità della vita della comunità, che è in linea con gli obiettivi della Vision 2030 del regno. Conferma anche il nostro impegno a far parte dello sforzo globale per la protezione dell’ambiente. Trojena sarà un’importante aggiunta al turismo nella regione, un esempio unico di come l’Arabia Saudita stia creando destinazioni in base alla sua diversità geografica e ambientale. Questa visione lungimirante garantirà che il turismo di montagna fornirà un altro flusso di entrate per sostenere la diversificazione economica del Regno pur preservando le sue risorse naturali per le generazioni future”, le parole di Mohammed bin Salman.

Come anticipato, a Trojena in inverno le temperature potrebbero anche scendere sotto lo zero, ma secondo le previsioni, la neve utilizzata per gli sport invernali sarà al 50% artificiale (anche in questo caso, si assicura che venga prodotta nel rispetto dell’ambiente).

L’idea non piace all’UE

Tra i primi personaggi del mondo della montagna a esprimere la propria opinione, decisamente negativa, nei confronti del Consiglio Olimpico asiatico, è stato Kilian Jornet che, senza grandi giri di parole, ha tenuto a evidenziare che si tratti di una decisione guidata dal vile denaro, “o sono geni e sanno che nel 2029 non ci sarà più neve da nessuna parte, per cui si potrà sciare solo sulla sabbia.”

La scelta non è affatto piaciuta neanche alla Commissione Europea. Con toni più pacati di Kilian, il commissario europeo all’ambiente, Virginijus Sinkevicius, ha definito in un Tweet la scelta di organizzare i Giochi in Arabia Saudita “qualcosa di fondamentalmente sbagliato”, aggiungendo che “se vogliamo essere seri nel ridurre il nostro impatto su questo pianeta dobbiamo iniziare facendo scelte consapevoli che rispettino la natura e il clima”.

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3 Commenti

  1. Con tutto il rispetto, questa organizzazione sembra tutto meno che un inno alla sostenibilita’ tanto sparata. E poi ci lamentiamo della pista di bob di Cortina…
    C’e’ anche da dire che tutte le grandi “potenze della neve” asiatiche (Giappone, COrea, CIna e Kazakistan) hanno rifiutato di organizzare e dal 2017 questa competizione non si organizza, quindi forse meglio rinunciarvi del tutto??? Se non ha piu’ senso di esistere…

  2. Ci sono anche delle donne che affermano il diritto di camminare con scarpe con tacchi a spillo a Milano dopo una nevicata, ma anche durante: le strade devono essere pulite !
    In 150 in un giorno sulla cima del K2 al modico costo medio a testa di 50.000 dollari …
    Limiti ai consumi, ma non alle potenze delle auto …
    Elettricità dappertutto, anche nei bivacchi …
    E l’anno della cultura a Bg e Bs con l’apertura su Raffaella Carrà…
    La Fedeli del PD come ministro dell’istruzione, ma anche la Gelmini…
    Siamo fuori di testa ?
    No, noi ricchi delle società avanzate stiamo troppo bene.

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