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Dall’Herbetet al Forte di Bard, una nuova vita per il bivacco Sberna

Il Forte di Bard si prepara ad accogliere un “nuovo ospite”: il bivacco Renzo e Sebastiano Sberna, donato al Museo dal CAI Firenze, sezione proprietaria della struttura, posizionata fino a una manciata di anni fa a una quota di 3414 metri sul colle est del Gran Neyron, sulle pendici dell’Herbetet (3778 m), nel Parco Nazionale del Gran Paradiso.

A quasi 70 anni dal suo posizionamento in quota, risalente al 1950, il bivacco è stato chiuso, in via definitiva, nel luglio 2019, a causa di “inagibilità statica” legata alla progressiva scomparsa del ghiacciaio del Grand Neyron. Come spiegava in tale occasione il CAI Firenze, “a causa della riduzione del ghiacciaio la struttura si trova ora con la base sul bordo degli sfasciumi, con rischio per la sicurezza dei frequentatori”.

Per effetto dell’incremento termico, il ghiacciaio aveva già iniziato a manifestare segni di sofferenza negli anni precedenti. Da alcuni anni era stata notata la scomparsa del ghiaccio sul fianco nord del colle su cui era posizionato il bivacco, con conseguente trasformazione del pendio già ripido in una frana di sfasciumi di terra e rocce in continua erosione. Nel corso dell’inverno 2019 la situazione è peggiorata, portando la base della struttura a contatto con la zona di frana.

Nelle scorse settimane la struttura è stata trasportata a valle, pronta per essere trasferita presso il Forte di Bard.

“Siamo grati al CAI Firenze per questo dono”, il commento della presidente del Forte di Bard, Ornella Badery, che annuncia “ne racconteremo la storia, dalle origini sino alla sua attuale mutata funzione, una testimonianza delle conseguenze della riduzione dei nostri ghiacciai, che andrà ad arricchire i percorsi espositivi in corso legati al progetto Save the glacier.”

“Anche se con un po’ di tristezza per quello che il bivacco ha rappresentato per la nostra Sezione e per tutti gli alpinisti che, lì, hanno trovato rifugio da oltre 70 anni – aggiunge il presidente del CAI Firenze, Luigi Bardelli – . Ringraziamo sentitamente il Forte di Bard e la sua presidente, Ornella Badery, per l’opportunità di una nuova vita concessa a questa storica struttura d’alta quota, costruita nel 1950 da alcuni nostri Soci, con il contributo degli Alpini del Battaglione Aosta”. 

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