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Il ghiacciaio svizzero del Corvatsch è oramai scomparso, stop alle misurazioni

I ghiacciai dell’arco alpino mostrano uno stato di evidente sofferenza. Anno dopo anno, con crescente velocità, arretrano, perdono superficie e volume, si frammentano, scompaiono sotto i nostri occhi. Emblematico è il caso del ghiacciaio del Corvatsch, nel massiccio del Bernina, in Svizzera, che da un anno all’altro è praticamente quasi sparito. Di ghiaccio ne resta così poco che effettuare misurazioni risulta ormai impossibile.

I glaciologi saliti in quota per l’annuale monitoraggio non hanno potuto fare altro che riportare a valle l’attrezzatura, come riferito con grande malinconia all’agenzia tedesca Dpa dal glaciologo Matthias Huss, responsabile della rete svizzera di monitoraggio dei ghiacciai “Glacier Monitoring Switzerland” (Glamos), che monitora e documenta sistematicamente le variazioni a lungo termine dei ghiacciai nelle Alpi svizzere.

“Quello che vediamo è più grave di qualsiasi cosa pensassimo possibile finora”, le parole di Huss che ha evidenziato quanto il 2022, con le sue scarse precipitazioni invernali e le ondate di calore estive, abbia condotto a una perdita di ghiaccio estrema, soprattutto sui ghiacciai più piccoli.

Il destino segnato del Corvatsch

Non si può parlare di sorpresa in merito alle sorti del Corvatsch. A partire dal 2019, come conseguenza del progressivo ritiro dei ghiacciai, i glaciologi del Glamos sono stati costretti a interrompere gradualmente i monitoraggi sul Pizol, lo Schwarbachfirn e sul Vadret dal Corvatsch. A stupire è la velocità della sua sparizione. Lo scorso anno infatti la fusione è risultata essere inferiore rispetto agli anni precedenti, facendo tirare un sospiro di sollievo agli scienziati, speranzosi di poter vedere e misurare ancora per qualche anno il ghiacciaio. Quest’anno è andato perduto del ghiaccio risalente a 7000 anni fa.

Hanno un gusto amaro le immagini (in gallery) che mostrano la rimozione dei teli geotessili distesi nei mesi estivi sul ghiacciaio allo scopo di preservare la neve in vista della stagione sciistica.

Ghiacciai svizzeri, volume dimezzato in meno di un secolo

I 1400 ghiacciai svizzeri, secondo un recente studio pubblicato dal Politecnico Federale di Zurigo e dall’Istituto Federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio, hanno visto dimezzare il proprio volume dagli anni Trenta ad oggi, e il processo di arretramento sta accelerando di pari passo all’avanzare del cambiamento climatico.

Nel dettaglio, sulla base di dati topografici disponibili dal 1931, è stato osservato un dimezzamento del volume in 85 anni (2016). Dal 2016 ad oggi hanno perso un ulteriore 12%. Naturalmente si tratta di un dato d’insieme. Non tutti i ghiacciai hanno mostrato la medesima evoluzione, influenzata da fattori quali l’altitudine, la copertura detritica o la pendenza della porzione terminale. Si sono anche evidenziate delle “eccezioni”, dei periodi sporadici di accrescimento, il più recente negli anni Ottanta, scarsamente influenti all’interno di una tendenza chiara alla riduzione di massa.

Vita e morte di un ghiacciaio in 20 secondi

Di seguito una ricostruzione 3D della progressiva perdita in volume del ghiacciaio del Morteratsch, il più grande del massiccio del Bernina, considerando la riduzione di 2/3 del volume iniziale registrata negli ultimi 150 anni, e quella stimata per i prossimi decenni.

Il Glamos

La rete di monitoraggio dei ghiacciai svizzeri (GLAMOS) si pone come obiettivo lo studio delle variazioni dei ghiacciai nelle Alpi svizzere. Il servizio è coordinato dalla Commissione di esperti di criosfera (CEC) dell’Accademia svizzera di scienze naturali – SCNAT – e viene mantenuto in maniera congiunta dal Laboratorio di idraulica, idrologia e glaciologia dell’ETH Zurich (VAW/ETHZ), dal Dipartimento di Geoscienze dell’Università di Friburgo e dal Dipartimento di Geografia dell’Università di Zurigo. Supporto finanziario è fornito dall’Ufficio federale dell’ambiente UFAM, da MeteoSwiss nel contesto di GCOS Switzerland e dall’Accademia svizzera di scienze naturali – SCNAT. Sostegno aggiuntivo è assicurato dall’Ufficio federale di topografia swisstopo.

I ghiacciai rappresentano tradizionalmente un grande valore scientifico ed economico per la Svizzera si legge sul sito della rete – . Le variazioni dei ghiacciai sono considerate uno degli indicatori più significativi per il riconoscimento dei cambiamenti climatici. I ghiacciai sono altresì fondamentali riserve d’acqua dall’importante valore economico (acqua potabile e generazione di energia idroelettrica). Inoltre, il declino dei ghiacciai esercita un forte impatto sul turismo. Infine, i pericoli naturali in alta montagna sono spesso legate ai ghiacciai e ai loro cambiamenti.”

La misurazione delle variazioni di lunghezza vengono condotte annualmente in circa 180 siti (su un totale di 1400 ghiacciai svizzeri, il cui numero purtroppo è destinato a diminuire nel tempo), così da offrire una panoramica sui cambiamenti di lungo termine dei ghiacciai. A fine inverno e in autunno vengono condotte misurazioni più elaborate che consentono di quantificare il bilancio di massa e i movimenti superficiali in riferimento a un pool di ghiacciai, tra cui il Grosser Aletsch, l’Allalin, il Clariden, il Basòdino, il Giétro, il Gries, la Plaine Morte, e il ghiacciaio del Silvretta. Tutti i dati sono a disposizione del pubblico sul sito www.glamos.ch.

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