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Restyling per il Rifugio Pedrotti, diventerà “un faro di montagna”

Il Rifugio Tommaso Pedrotti, sito a quota 2491 metri nel Comune di San Lorenzo Dorsino (TN), nelle Dolomiti di Brenta, è pronto a un restyling. Nel corso degli anni la struttura è stata oggetto di singoli interventi di manutenzione ordinaria ma nella scorsa primavera la SAT (Società Alpinisti Tridentini), proprietaria dell’edificio, ha ritenuto opportuno programmare una ristrutturazione dell’ultimo piano dell’edificio per migliorarne le condizioni strutturali e funzionali. A tale scopo è stato indetto un concorso di progettazione, i cui vincitori sono stati annunciati agli inizi di agosto dall’Ordine degli Architetti di Trento e presentati ufficialmente il 30 agosto scorso dalla SAT presso la sede dell’Ordine.

La commissione giudicatrice, costituita dall’Ing. Roberto Bertoldi, membro designato dalla SAT, dall’Ing. Valentina Eccher nominata dall’Ordine degli Ingegneri della provincia di Trento e dall’architetto Simone Cola, membro designato dall’Ordine degli Architetti della provincia di Trento, ha decretato vincitore tra oltre sessanta elaborati pervenuti, il progetto presentato dal team coordinato dall’architetto Stefano Pasquali, di cui fanno parte Samantha Minozzi, Alberto Stangherlin e Andrea Moser. Un progetto teso a rendere il Pedrotti un “faro di montagna”.

Un faro tra le Dolomiti di Brenta

“Il rifugio Pedrotti ha conservato nel tempo il significato originale della parola rifugio, svincolato da accessi carrabili o da funivie, è frequentato principalmente dai veri amanti della montagna quali escursionisti e alpinisti esperti. L’idea progettuale parte da questa consapevolezza e cerca principalmente di dialogare con gli interlocutori di questo ambiente di alta montagna evitando l’immagine di “albergo di alta quota” che negli ultimi decenni si è sempre più diffusosi riporta nella relazione del progetto vincente – . Il nostro intento è quello di rispondere alle esigenze funzionali richieste senza snaturare la sua vera natura. Il rifugio alpino è la struttura per eccellenza per offrire riparo ad alpinisti ed escursionisti dalle tenebre, dal gelo della notte e dalle avverse condizioni che in montagna si possono presentare nel giro di poche ore.”

“L’immagine che abbiamo scelto per il progetto è quella di “faro di montagna”spiegano i progettisti – . Un punto di riferimento visivo per gli alpinisti e gli escursionisti in cammino data la sua posizione strategica, visibile dai vari sentieri. Una luce in un arrivo notturno, un barlume nella nebbia, un grande tetto rosso che alla vista allevia le fatiche dopo una giornata tra le vette. Quattro finestre illuminate alla sommità del rifugio saranno sinonimo di sicurezza, calore e riparo per gli escursionisti e alpinisti.”

Dettagli del progetto

Come riportato nella relazione, “il principio fondamentale del progetto è l’inserimento del manufatto nel paesaggio da diversi punti di vista: ogni oggetto cambia a seconda da dove lo si guarda”.

Ecco allora che le quattro aperture al terzo piano diventano all’esterno quattro punti di riferimento per chi si avventura nei sentieri e vie nelle vicinanze. A Est, l’accesso primario al rifugio, da Molveno con il sentiero n° 319 e il n° 303 in arrivo dal sentiero Spinelli, a Nord con il sentiero n° 305 in arrivo dalla ferrata delle bocchette centrali. A Ovest invece il sentiero 358 Sentiero Attrezzato Brentari e a Sud con il sentiero Palmieri n° 320. Viste dall’interno, le aperture diventano quattro cornici attraverso le quali osservare il panorama delle Dolomiti
di Brenta.

Nel progetto è prevista la realizzazione di un nuovo grande tetto e di una scala di emergenza, in un “linguaggio contemporaneo con forme semplici che richiamano un’architettura essenziale legata alla funzionalità”.

“La nuova copertura e la scala collaborano assieme generando la morfologia architettonica che rimanda l’immagine dell’attuale rifugio – spiega il team – . Solitamente le scale di emergenza sono percepite come elementi tecnici che poco dialogano con l’intero edificio. Nel nostro progetto si è voluto renderla protagonista posizionandola nella facciata principale e riservandole più ruoli: torretta visiva, sistema distributivo, uscita di emergenza, adeguamento sismico.”

Il rivestimento sarà in lamiera aggraffata di colore rosso, per consentire una ridotta manutenzione e assicurare un alto grado di visibilità. Come conseguenza della nuova posizione della scala, qualche cambiamento verrà effettuato anche all’interno del rifugio per permettere l’accesso alla via di fuga. Resterà inalterato il numero di posti letto, pari a 135.

I lavori potrebbero iniziare nella primavera 2023 per un costo di 990 mila euro.

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