Nella serata di ieri, domenica 3 aprile, 5 giovani sono partiti da Lecco, a piedi, per raggiungere il bivacco sul Monte Due Mani e passare lì la notte. Hanno però perso il sentiero e sono rimasti bloccati in cresta, a circa 150 metri dalla cima, a 1500 metri di altitudine, in un punto molto impervio, con salti e roccette e anche con neve e ghiaccio. Stamattina intorno alle 5:00 hanno capito che da soli non ce l’avrebbero fatta e hanno deciso di chiedere aiuto. La Centrale ha attivato il Soccorso alpino, Stazione di Lecco della XIX Delegazione Lariana, insieme con i Vigili del fuoco.
Si tratta di cinque giovani, residenti a Milano e dintorni. La prima squadra li ha raggiunti poco dopo. I soccorritori li hanno messi in sicurezza e hanno fornito abbigliamento e attrezzatura adeguati per la situazione. Altre due squadre sono partite immediatamente, a supporto della prima. Ai ragazzi sono state fornite anche coperte termiche e bevande calde.
Sono risultati illesi, sebbene infreddoliti e stanchi, uno di loro con un principio di ipotermia. Un medico del Soccorso alpino è rimasto in contatto telefonico costante per monitorare le condizioni di salute. L’elisoccorso di Como di Areu – Agenzia regionale emergenza urgenza ha effettuato un tentativo per raggiungerli ma le condizioni meteorologiche non lo consentivano, in quota ci sono nebbia, neve e pioggia. I soccorritori li hanno allora accompagnati a valle.
Non abbassare la guardia in montagna
Nonostante il calendario segni già da settimane l’entrata della primavera, è evidente che in montagna le condizioni ambientali richiedano la massima attenzione. Il CNSAS Lombardo coglie l’occasione di tale soccorso per diffondere alcuni consigli: “prima di qualsiasi escursione è meglio chiedersi se si conosce abbastanza il posto, se si è in grado di compierla, se è il momento giusto e il tempo lo consente. Inoltre mai sottovalutare l’importanza dell’abbigliamento, delle calzature e di tutto l’equipaggiamento che può servire per affrontare le ore all’aperto, magari anche di notte, in seguito a qualche imprevisto. Pensarci prima significa salvarsi la vita.”
Però avevano la salamella nello zaino.
Adulti che si comportano così meritano di fare lavori socialmente utili per pagare l’intervento.
Chissà quante nozioni inutili vengono riversate a scuola, che verranno presto dimenticate. Tenendo presenti quante coste e montagne abbiamo in Italia, almeno nuoto e nozioni teorico-pratiche di escursionismo…obbligatorie…o almeno nella offerta di attività aggiuntive.Inutile stigmatizzare e invocare risarcimenti.
Sono d’accordo, come argomento nella materia di educazione civica sarebbe molto utile, soprattutto per capire che l’esperienza è fondamentale farla correttamente a piccoli passi
Nella prima foto a corredo dell’ articolo si nota che la persona soccorsa non indossa guanti!