AlpinismoAlta quota

Torri di Trango, le foto della spedizione invernale polacca alla Nameless Tower

Quello polacco alla Nameless Tower (6.286m) è stato tra i progetti più interessanti di questo inverno, soprattutto per l’obiettivo di portare l’alpinismo invernale su un altro campo di gioco rispetto agli 8000: le big wall. Purtroppo, l’avventura polacca non ha avuto buon esito e Janusz Golab, Maciej Kimel e Michal Krol hanno dovuto rinunciare 500 metri sotto la vetta, a 5700 metri di quota. “Non è stata una spedizione facile e non parlo solo delle montagne: già in Pakistan siamo stati colpiti dalle informazioni sull’aggressione della Russia ai nostri vicini” scrive il polacco Golab, aggiungendo che sulla montagna le condizioni non erano buone, ma per quello erano pronti. Purtroppo però la sfortuna del meteo ci ha messo lo zampino e questo non c’è preparazione che tenga.

Tornati a Islamabad, i tre alpinisti hanno condiviso le foto della loro spedizione.

Le foto

La spedzione

Il tentativo polacco sulla Nameless Tower, la seconda in altezza tra le Torri di Trango, è avvenuto sulla via britannica, quella salita dai primi salitori Joe Brown, Mo Anthoine, Martin Boysen e Malcolm Howells nel luglio 1976. “Perché offre molta arrampicata classica, ed è stato fantastico per noi poter scalare quella fantastica roccia in questo modo” scrive Golab.

La torre di Trango è una grande vela che accumula neve come un grande imbuto, tutto scivola lungo la parete sotto forma di gigantesche valanghe di polvere fino alla base” racconta l’alpinista, spiegando che anche l’avvicinamento all’attacco della via è stato abbastanza complicato. “Mi domando da dove venga tutta questa neve!” scherza.

Dopo aver scalato metà parete in condizioni mutevoli, la linea inglese si rivelava perfetta. “Dopo otto giorni, raggiunta una quota oltre i 5700m, mancavano circa 500 metri alla vetta. Sentivamo che ce l’avremmo fatta. Tutto quello che ci mancava era un po’ di fortuna“, racconta ancora il polacco. Ma la dea bendata non ha fatto sconti e le previsioni meteo indicavano che bisognava tornare indietro. “È stato difficile per noi scendere quella giornata, probabilmente il miglior meteo che abbiamo avuto da un paio di settimane. La nostra decisione è stata però quella giusta” e infatti il maltempo è arrivato con più di una settimana di precipitazioni e vento forte che spazzava via le tende. Una valanga ha anche lambito il campo base.

Non siamo riusciti ad arrivare in vetta alla Torre di Trango in inverno, ma l’esperienza che abbiamo maturato speriamo dia frutti in futuro. Quello che abbiamo vissuto in parete, anche senza arrivare in vetta, ha un valore in sé” conclude Golab.

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