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“AAA cercasi foto di rifugi e bivacchi”, la SAT lancia un appello agli escursionisti

In occasione del suo 150° anniversario, la SAT (Società Alpinisti Tridentini) ridà alle stampe la pubblicazione dei rifugi della SAT. Una nuova veste grafica per raccontare la storia, i sentieri e le curiosità dei presidi delle terre alte. La pubblicazione rientra nella lunga lista di eventi, iniziative, pubblicazioni e mostre, in programma nel corso del 2022. Per l’occasione la società è alla ricerca di fotografie di rifugi e bivacchi SAT che diventeranno parte dell’archivio fotografico e potrebbero essere utilizzati nella pubblicazione 2022. Chi volesse condividere i propri scatti (fotografie in alta risoluzione) può inviarli entro il 15 aprile 2022 a: comunicazione@sat.tn.it

La storia della SAT

La Società degli Alpinisti Tridentini (SAT) venne fondata a Madonna di Campiglio il 2 settembre 1872, inizialmente con il nome di Società Alpina del Trentino. I soci fondatori intendevano promuovere la conoscenza delle montagne trentine, lo sviluppo turistico delle vallate e “l’italianità'” del Trentino. Come mezzi per perseguire tali scopi misero in conto la costruzione di rifugi, la realizzazione di sentieri, l’elargizione di finanziamenti agli albergatori, l’organizzazione delle guide alpine, l’ascensione di cime e pubblicazione di scritti geografici e alpinistici.

Il primo presidente fu Prospero Marchetti, vice-presidente Nepomuceno Bolognini. Come motto sociale fu scelta “Excelsior” piccolo poema scritto nel 1841 dall’americano Henry Wadsworth Longfellow. Come anticipato, alla sua nascita l’acronimo SAT stava per “Società Alpina del Trentino”. La neonata società non nascose l’intento di rivendicare l’italianità del Trentino, manifestando esplicitamente le sue tendenze irredentiste in uno scritto pubblicato sul III Annuario. Come conseguenza, nel 1876 il Tribunale di Trento ne definì lo scioglimentoL’anno successivo la Società venne rifondata con l’attuale nome: Società degli Alpinisti Tridentini.

La costruzione del primo rifugio, il Tosa, nel settore centrale delle Dolomiti di Brenta, risale al 1881. Anche la costruzione dei rifugi rientrava nell’idea della società di voler per certi versi “marcare il territorio”, distinguendo i rifugi delle montagne trentine dai rifugi del Deutsche und Oesterreichischer Alpenverein. Insomma, costruzione di rifugi e intitolazione di cime divennero una sorta di mezzo di scontro senza armi tra italiani e austro-tedeschi.

La storia della SAT si è dunque intrecciata in maniera significativa con le vicende politiche e storiche del Trentino, fino almeno al primo dopoguerra. Nel corso della Grande Guerra molti soci della SAT si arruolarono nell’esercito italiano. Nel 1920 la SAT divenne sezione del Club Alpino Italiano (CAI), mantenendo caratteristiche di autonomia. Tra le due guerre la Società si impegnò nel ripristino dei rifugi, delle opere danneggiate dalla guerra e al contempo nella apertura dell’alpinismo a tutti gli strati sociali con la nascita della SOSAT (Sezione operaia della SAT).

Nel 1952 fu fondato il Corpo Soccorso Alpino SAT, dal 2002 parte della Protezione civile della Provincia di Trento con il nome di Soccorso alpino del Trentino. Nel corso dei decenni la SAT ha incrementato la sensibilità nei confronti dell’ambiente montano, puntando sulla promozione di un rapporto semplice e a misura d’uomo con la montagna.

“Il sentiero tracciato dalla SAT fino ai nostri giorni è premiato da un costante aumento di soci, da riconoscimenti internazionali e da centinaia di soci che prestano gratuitamente la loro opera per la manutenzione dei sentieri, per iniziative a tutela dell’ambiente montano, per corsi di alpinismo, scialpinismo e speleologia, per studiare ghiacciai, flora e grotte – scrive la Società – . Il volontariato della SAT – associazione prettamente non-profit – è uno dei più preziosi omaggi alle Dolomiti e a tutte le montagne del Trentino. Attualmente la SAT annovera quasi 27.000 soci, suddivisi in 86 Sezioni e 6 Gruppi; possiede 34 rifugi, 5 capanne sociali, 12 bivacchi e vari punti d’appoggio; cura la segnaletica e la manutenzione di 842 sentieri (4.357 km), 125 sentieri attrezzati (863 km con circa 9 km di tratti attrezzati) e 68 vie ferrate (263 km con 19 km di tratti attrezzati) per un totale di 5.550 km.”

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