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Scoperti a Roma i resti del “primo lupo” d’Europa

Da quanto tempo il lupo è presente nel continente europeo? Si tratta di una domanda cui anche la scienza fatica a trovare risposta. Fossile dopo fossile si compiono passi indietro nella storia di quella che è oggi una specie tra le più emblematiche della biodiversità europea, in tempi moderni difesa e osteggiata al contempo. Il mondo scientifico è riuscito a ricostruire, grazie a una abbondanza di reperti archeologici, la “storia” del lupo in Europa nel Tardo Pleistocene (periodo compreso tra ca.126.000 e 11.700 anni fa), le prime interazioni con l’uomo nonché l’origine del cane domestico (Canis Lupus Familiaris), derivante geneticamente dal lupo grigio o lupo comune (Canis lupus Linnaeus, 1758). Molti più interrogativi, a causa della scarsità di reperti disponibili, caratterizzano il Medio Pleistocene, periodo in cui si colloca la fase di transizione tra il lupo di Mosbach (Canis mosbachensis, Soergel, 1925), considerato l’antenato del lupo grigio, e quest’ultimo, orientativamente collocata tra 450 e 350 mila anni fa.

Le analisi condotte da un team di paleontologi e geologi del Dipartimento di Scienze della Terra della Sapienza Università di Roma e del Dipartimento di Scienze della Terra “Ardito Desio” dell’Università Statale di Milano su un antico cranio di lupo rinvenuto a Ponte Galeria (Roma), gettano nuova luce su tale periodo “oscuro” della storia dei lupi europei.

Il lupo più antico d’Europa

Come si legge nel paper che riporta i risultati dello studio, pubblicato di recente su Scientific Reports, rivista scientifica internazionale del gruppo Nature, i resti di canidi risalenti al Pleistocene, sono stati finora attribuiti al lupo di Mosbach o al lupo grigio, con non poca difficoltà, sulla base delle dimensioni stimate dell’animale, in quanto l’antenato risultava essere più piccolo.

Dobbiamo immaginare che nel corso del periodo di transizione tra le due specie si sia verificato un incremento progressivo delle dimensioni dei canidi, e finora il lupo più antico rinvenuto in Europa, è stato considerato un esemplare i cui resti, risalenti a circa 300.000 anni fa, sono stati scoperti in Francia, a Lunel-Viel. A causa delle limitate dimensioni, tale canide è stato considerato quale rappresentante di una cronosubspecie del lupo grigio, il C. lupus lunellensis. Un altro reperto molto antico, un cranio di C. lupus quasi completo risalente a 320-340 mila anni fa, è stato rinvenuto nella zona della Polledrara di Cecanibbio a Roma ma ancora non ne sono state fornite descrizioni formali.

Il lupo di Ponte Galeria batte entrambi, aggiudicandosi in virtù dei suoi circa 400.000 anni di età, il titolo di “primo lupo d’Europa” (fino a prova contraria).

L’enigmatico cranio di Ponte Galeria

Il reperto di Ponte Galeria viene definito in un comunicato ufficiale dell’Università La Sapienza di Roma, come “un enigmatico cranio fossile di canide di grandi dimensioni”. Aggettivo, quell'”enigmatico”, che sintetizza egregiamente la sfida cui si sono trovati di fronte gli scienziati. Il cranio del lupo è stato infatti rinvenuto in forma di frammenti.

I frammenti fossili sono stati scansionati tramite TAC e poi uniti digitalmente per ricreare l’assetto originale del cranio, il quale è stato poi analizzato, misurato e comparato con altre scansioni di canidi moderni come lo sciacallo, o il lupo appenninico che popola attualmente la penisola italiana”, spiega Dawid A. Iurino, primo autore dello studio. Considerate le dimensioni dell’esemplare, si è esclusa l’appartenenza al lupo di Mosbach. Il canide di Ponte Galeria sarebbe un antico lupo grigio, adulto.

Per poter datare il reperto in maniera precisa, è stato inoltre analizzato il sedimento vulcanico che ricopriva e riempiva i frammenti. Lo studio ha consentito, come evidenzia Raffaele Sardella, coordinatore dello studio, “di individuare nel lupo di Ponte Galeria il resto fossile di questa specie più antico rinvenuta fino ad ora in Europa”.

Il “Mid-Brunhes Event”

La datazione del reperto porta le lancette del tempo indietro fino a un momento particolare della storia del Pleistocene: il cosiddetto “Mid-Brunhes Event”. Una fase del Pleistocene (circa 424 mila anni fa) in cui si manifestò un aumento dell’ampiezza dei cicli/interglaciali, che diventarono più lunghi e più intensi. Come spiegano i ricercatori, questo cambiamento climatico ebbe una forte ripercussione sugli ecosistemi terrestri favorendo probabilmente la diffusione di nuove specie in Europa, tra cui il lupo.

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