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Il massiccio del Giura, l’antico “Jurassik Park” a nord delle Alpi

L’appartenenza a una determinata catena montuosa è indicata generalmente da un aggettivo derivante dal nome della catena stessa: alpino per le Alpi, appenninico per gli Appennini, himalayano per l’Himalaya, e così via. E se vi chiedessimo con quale aggettivo si possa indicare l’appartenenza al massiccio del Giura? Se il primo pensiero che vi è sorto in mente è “giurassico”, sappiate che la risposta è sbagliata. Ma non del tutto.

Da Giura a Giurassico

L’aggettivo in uso, che può riferirsi al massiccio a nord delle Alpi, che segna un confine naturale tra Svizzera e Francia, così come al cantone svizzero che da esso prende il nome – Cantone Giura – è “giurassiano” (o in francese, jurassien) ma, c’è un ma: Giurassico deriva effettivamente da Giura.

Nel corso di scavi archeologici condotti tra fine Settecento e inizio Ottocento, il geologo prussiano Leopold von Buch identificò sul massiccio gli strati calcarei riferibili ai tre periodi in cui si suddivide il Giurassico (superiore,e medio e inferiore; anche noti come nero, bruno e bianco per il modificarsi del colore predominante nei sedimenti), periodo che nel complesso si estende dalla fine del Triassico (circa 200 milioni di anni fa) all’inizio del Cretaceo (circa 145 milioni di anni fa). Giurassico, Triassico e Cretaceo rappresentano a loro volta i tre periodi che compongono il Mesozoico, compreso fra Paleozoico e Cenozoico (da circa 250 a circa 65 milioni di anni fa), sostanzialmente l’Era dei Dinosauri.

L’incerto padre del Giurassico

A Leopold von Buch viene riconosciuta la ufficializzazione dell’utilizzo di “giurassico”, a partire dal 1839, per indicare il sistema stratigrafico cui si era trovato di fronte, ma in realtà il termine era già stato usato in precedenza in riferimento ai particolari calcari del Giura.

Il naturalista francese Alexandre Brongniart, nel 1829 utilizzò l’espressione “Terrains Jurassiques” (terreni giurassici) in una sua pubblicazione, per descrivere questi strati calcarei ampiamente estesi al confine tra Francia, Svizzera e Germania, la cui netta distinzione in termini geologici dal Muschelkalk (calcare conchiglifero) caratteristico della Germania meridionale, risalente invece al Triassico, era stata già evidenziata nel 1795 dal naturalista tedesco Alexander von Humboldt, che aveva ribattezzato tale roccia “Jura-Kalkstein” ovvero “calcare del Giura”. C’è chi ritiene che il “padre del Giurassico” sia proprio von Humboldt.

Se Giurassico deriva da Giura, Giura da cosa deriva? Jura, che è il termine francese utilizzato per il massiccio del Giura, deriva dalla radice celtica jor (latinizzata in Juria) che significa foresta, con riferimento all’ampia copertura forestale delle vette.

Il massiccio del Giura oggi

Il massiccio del Giura si sviluppa nella porzione occidentale della Svizzera (occupando circa il 10% del territorio nazionale) e si estende anche in territorio francese e tedesco. La vetta più alta cade in territorio francese ed è la Crêt de la Neige (1720 m). La cima più alta del Giura svizzero è invece il Mont Tendre (1679 m), nel Cantone di Vaud. Il Lemberg (1015 m) è la vetta più alta del Giura svevo.

Il massiccio ancora oggi appare ricco di ambienti forestali e di corsi d’acqua che hanno dato vita a suggestivi paesaggi. Lungo tutta la catena montuosa l’acqua sorge, si infiltra di nuovo in profondità e riemerge formando cascate, rapide e laghi. L’erosione progressiva indotta dalle acque ha dato origine a numerose grotte e doline.

Il massiccio del Giura al tempo dei dinosauri

Certo che la descrizione da fiaba appena fornita non corrisponde proprio alla scenografia tropicaleggiante di “Jurassik Park”, indimenticabile saga cinematografica degli anni Novanta diretta da Steven Spielberg, ispirata a sua volta dai romanzi di fantascienza di Michael Crichton “Jurassik Park” (1990) e “Il mondo perduto” (1995).

Facciamo un passo indietro nel tempo per scoprire come appariva il Giura nel Giurassico. Secondo gli esperti, 200 milioni di anni fa il paesaggio era decisamente diverso da quello odierno. Leviamo di mezzo le montagne e immaginiamo delle Bahamas nel cuore dell’attuale regione alpina. Dopotutto ricordiamo che la collisione tra le zolle continentali africana e euroasiatica, alla base della orogenesi alpina, è iniziata circa 100 milioni di anni fa e qui stiamo parlando di 200 milioni.

Al posto del massiccio vi era all’epoca un mare poco profondo, o meglio delle lagune salate con isole, un’area tra l’altro sottoposta a forte disseccamento a causa delle temperature elevate. Ne è prova la presenza tutt’oggi di strati di sale, nelle profondità del massiccio, per non parlare dei fossili marini, come spugne, coralli, ammoniti. Dalla decomposizione di questi organismi derivò il carbonato di calcio, “ingrediente” delle rocce del Giura.

Sulle tracce dei dinosauri

I dinosauri si aggiravano dunque tra le spiagge del Giura, lasciando impronte poi fossilizzatesi nel tempo, che stiamo pian piano riscoprendo. Scoperte che non è così facile effettuare se proviamo a immaginare che, nel corso della storia, quelle antiche Bahamas siano poi divenute montagne.

Nel corso dei decenni sono state identificate e portate alla luce centinaia se non migliaia di grandi impronte degli antichi rettili, vissuti circa 150 milioni di anni fa. Tre siti aperti al pubblico sul versante francese sono rappresentati da Coisia, Loulles e Dinoplagne.

A Coisia, un villaggio di campagna, si ha modo di scoprire centinaia di impronte di sauropodi, in verticale. Dinosauri alpinisti? Ovviamente no, si tratta di una conseguenza di fenomeni di metamorfismo, che hanno portato la roccia a ruotare di circa 90 gradi. Loulles rappresenta il sito più antico, con oltre 1500 impronte che corrispondono a oltre 20 piste seguite da sauropodi e teropodi, risalenti a circa 150 milioni di anni fa. A Dinoplagne vi è la pista più lunga al mondo: 150 metri per 115 impronte lasciate da un gigante rettiliano lungo circa 30 metri, ribattezzato Odysseus, che non è chiaro a che specie appartenesse. Accanto alla pista di “Nessuno” si ritrovano altre piste di sauropodi e teropodi.

Sul versante elvetico un sito di eccezionale importanza è rappresentato dalla regione di Courtedoux, in cui sono state scoperte oltre 10.000 impronte. Una scoperta che ha meno di 20 anni, consequenziale all’avvio di lavori di realizzazione della autostrada transgiurassiana A16. Altro importante sito è quello di Chenevez.

Nel Giura c’è davvero un Jurassik Park!

Per gli amanti dei dinosauri, grandi e piccini, sarà interessante sapere che nel Canton Giura vi sia un parco giurassico, il Préhisto-Parc di Réclère: 2 km di percorso in foresta in cui si ha modo di incrociare 45 dinosauri, riproduzioni di grandi dimensioni dei giganti del Giurassico, che fanno il loro effetto.

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