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Tutto pronto per le Olimpiadi Invernali di Pechino, manca solo la neve (vera)

Il prossimo 4 febbraio prenderanno il via a Pechino le Olimpiadi Invernali “Beijing 2022”. Un appuntamento per assicurare il quale la Cina ha lavorato sodo, allo scopo di garantire in un momento ancora delicato della pandemia del Covid-19, la sicurezza degli atleti e anche degli spettatori, escludendo un evento “a porte chiuse”. Accanto alla problematica sanitaria, gli organizzatori si sono ritrovati a dover superare un altro ostacolo: la mancanza di neve. Qualche fiocco è caduto nella zona nei giorni scorsi ma di fatto le gare si disputeranno su neve totalmente artificiale.

Per assicurare la perfezione delle piste, chiudendo gli occhi per qualche settimana sul cambiamento climatico, sono stati utilizzati dei sistemi di innevamento artificiale altamente innovativi e “green”, alimentati a energia rinnovabile. Puntando sul rispetto dell’ambiente, è previsto anche che l’acqua utilizzata per produrre neve torni in serbatoi locali quando si scioglierà in primavera (o anche prima). Nell’aria c’è un po’ di sentore di greenwashing ma di meglio, in fondo, non si poteva fare.

Perché non si è scelta un’altra località?

Perché proprio Pechino? Si starà chiedendo qualcuno. Nelle scorse settimane anche il Daily Mail ha sollevato tale questione. Perché scegliere una città in cui non nevica a sufficienza da anni? Un po’ la domanda che ci poniamo di fronte all’emergere di progetti di realizzazione di nuovi impianti, anche sulle nostre montagne di casa, laddove la neve sta diventando un miraggio.

“Secondo alcune statistiche, tra gennaio e marzo 2021 – scrive il Daily Mail la zona che ospiterà le competizioni, il National Alpine Ski Centre di Yanqing, circa 50 miglia a nord ovest della capitale Beijing, ha visto un accumulo di soli 2 cm di neve, meno di Londra o Madrid. E le foto che arrivano da Pechino parlano da sole. Il nuovo national ski-jumping centre sicuramente è impressionante ma si trova in un ambiente sterile, caratterizzato da colline di terra. Difficile definirlo alpino.”

“Ai Giochi Olimpici invernali del 2014 – aggiunge il quotidiano britannico – a Sochi, nella Russia subtropicale, l’80% della neve era artificiale. Ma Yanqing porterà il grado di artificialità a nuovi estremi. Utilizzando 49 milioni di galloni di acqua (circa 185 milioni di litri), 300 cannoni ricopriranno le piste di gara, senza tener conto della carenza idrica che la capitale cinese si trova ad affrontare.”

Futuro incerto per i Giochi Invernali

Ormai diciamo che domandarsi perché sia stata scelta Pechino sia abbastanza inutile. Alea iacta est. Non resta che tenere a mente questo “errore” e riflettere su come agire in futuro. Se solo fosse facile.

Uno studio di recente pubblicazione sulla rivista Current Issues in Tourism, dal titolo “Climate change and the future of the Olympic Winter Games: athlete and coach perspectives” evidenzia come in 21 località che nel passato abbiano ospitato le Olimpiadi Invernali, l’inverno sia cambiato. La stagione è sempre più breve, non nevica più come un tempo, le temperature medie aumentano, così come aumenta il rischio di pioggia e nebbia, condizioni che naturalmente possono ostacolare la sicurezza degli atleti a causa della presenza di neve umida se non causare l’annullamento stesso delle gare. In sintesi, il cambiamento climatico sta mettendo a rischio gli stessi Giochi Olimpici Invernali.

“La frequenza di condizioni non idonee e anzi pericolose, è aumentata nel corso degli ultimi 50 anni nelle 21 location che hanno ospitato Giochi Olimpici Invernali. La probabilità di tali condizioni aumenterà in futuro, qualunque scenario si vada a considerare”, si legge nel paper.

In uno scenario di basse emissioni, dunque rispondente alle richieste dell’Accordo sul Clima di di Parigi, il numero di località idonee a ospitare i Giochi potrebbe scendere a 9 entro il 2050 (Vancouver, Calgary,Lake Placid, Salt Lake City, Lillehammer, Oslo, Albertville, Nagano e Sapporo), 8 entro fine XXI secolo con l’abbandono di Albertville.

Qualora non si riuscisse a contenere le emissioni la situazione sarà ben peggiore. Nel 2050 sarebbero 4 le località ancora idonee (Lake Placid, Lillehammer, Oslo e Sapporo). Nel 2080 a salvarsi sarebbe solo una città: Sapporo.

“La geografia dei Giochi Olimpici Invernali cambierà radicalmente se le emissioni a livello globale resteranno in linea con i valori degli ultimi due decenni, lasciando una sola città idonea a ospitare le gare a fine secolo. Gli atleti esprimono preoccupazione sul futuro del loro sport e ritengono necessario che il mondo dello sport agisca da forza propulsiva per ispirare e accelerare le azioni di contrasto al cambiamento climatico.”

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2 Commenti

  1. La risposta sul perchè si sia scelto Pechino per i giochi olimpici è chiara ed è la stessa risposta alla domanda sul perchè i prossimi mondiali di calcio siano negli emirati: i soldi….elementare Watson!

  2. Olimpiadi sempre più ambientalmente insostenibili. Poi con la pandemia…. facciamo pure girare una marea di persone.

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