Curiosità

Eroi a 4 zampe, storia dei cani da valanga

Sono dei professionisti del salvataggio e, prima di entrare in azione, seguono un addestramento preciso e meticoloso. A partire dai 7 mesi di vita i “cani da valanga” vengono preparati per la ricerca di un travolto in ambiente. Tra lui e il suo conduttore si instaura un profondo affiatamento che permette di operare con concentrazione anche nelle situazioni più caotiche. Il loro fiuto è, a oggi, il mezzo più efficace per la ricerca di un travolto e i cani scelti seguono un costante allenamento che dura per tutta la loro carriera, fino al pensionamento, verso i 7 o 8 anni di vita.

Il cane è estremamente motivato verso la ricerca, per loro si tratta di un gioco e fin da cuccioli vengono preparati per garantire la loro concentrazione senza distrazioni. Durante una ricerca non devono fiutare cibo o tracce di altri animali, devono ignorare la loro pulsione per andare alla ricerca di una vita umana, nella speranza di trovarla ancora accesa.

Un tempo erano San Bernardo, con la classica borraccia di Brandy al collo, oggi sono pastori tedeschi, pastori belga, Retriever e Collie. Non esiste una razza indicata per svolgere questa professione. Sono gli istruttori nazionali a selezionare i cuccioli che seguiranno i vari corsi di formazione. Sono dei piccoli eroi a 4 zampe a cui molti devono riconoscenza per averli tratti in salvo dalla fine.

Il mito del cane soccorritore

Non si conosce con certezza il momento in cui l’uomo iniziò ad addestrare cani per prepararli al soccorso e alla ricerca di travolti in valanga. Esistono però storie pionieristiche e figure mitizzate, che hanno contribuito a evidenziare l’importanza di queste figure.

Tra tutti spicca Barry, il mitico San Bernardo dell’omonimo ospizio che aiutò a localizzare alcuni pellegrini rimasti travolti. Fu istinto quella volta, perché Barry non venne allenato alla ricerca dai monaci, e così sarebbe stato altre volte. Barry compì una decina di soccorsi, divenendo un simbolo. Così il San Bernardo venne celebrato come un eroe e, alla morte, impagliato per essere esposto al Museo di Storia Naturale di Berna.

Anni dopo ci fu la storia di Moritzli, un meticcio con tratti da piccolo segugio e da bassotto, che nella stagione 1937-1938 fu fondamentale per il ritrovamento di un sepolto da valanga sullo Schilthorn. Anche in questo caso il cane non aveva seguito nessun allenamento propedeutico. Più semplicemente aveva seguito il suo padrone, un soccorritore chiamato sul luogo di un distacco che aveva coinvolto 18 persone. Gli operatori riuscirono velocemente a trarne in salvo 17, mentre le ricerche dell’ultima si protrassero per tempo. A un certo punto notarono, in un punto lontano dalla zona scandagliata, che Moritzli abbaiava e scavava incessantemente. Lì sotto trovarono l’ultimo disperso, ancora in vita. Questo singolare evento fece riflettere sull’opportunità di creare un reparto cinofilo per il soccorso in montagna.

Il primo a mettere in pratica l’idea fu il cinologo Ferdinand Schmutz che addestrò alcuni cani in modo mirato per le valanghe. Lavorò per un paio di anni prima di mostrare gli ottimi risultati ottenuti, quindi gli venne concesso l’appoggio per poter effettuare l’addestramento all’interno dell’esercito. Lo stesso sarebbe poi accaduto anche in Italia. Nei primi anni Sessanta a Solda un evento simile a quello dello Schilthorn fece intuire le potenzialità di un impiego nella ricerca di cani appositamente addestrati.

Unità Cinofila da Valanga

Con Unità Cinofila da Valanga si intende il team formato da uomo e cane. Oggi entrambi vengono sottoposti a un duro allenamento, per far si che la comunicazione tra i due sia ottimale.

L’efficacia delle unità cinofile è presto chiara parlando di numeri e tempi. Un cane impiega circa 30 minuti per scandagliare un ettaro di superficie, una squadra di venti operatori impiegherebbe circa 4 ore. Con indosso una pettorina catarifrangente il cane è libero di scandagliare il terreno, ricordiamo che per lui è un gioco. Il conducente lo segue con, nello zaino, acqua e cibo per se e per il compagno a 4 zampe.

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