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Alpinista tedesco muore travolto da una valanga nel massiccio del Fitz Roy

L’alpinista tedesco Robert Grasegger ha perso la vita lo scorso giovedì 6 gennaio, travolto da una valanga sulla Aguja Guillaumet (2579 m), nel massiccio del Fitz Roy. Una seconda alpinista, austriaca, Ana Truntschnig, è rimasta ferita.

Un terzo alpinista, scampato alla valanga, è corso a cercare aiuto, in mancanza di dispositivi di comunicazione. Sul posto sono stati inviati in serata 40 soccorritori e un elicottero militare. Ana Truntschnig è stata localizzata, recuperata dall’unità di soccorso e trasportata presso l’ospedale di El Calafate dove è stata ricoverata in terapia intensiva, riportando numerose fratture. Il corpo di Grasegger è stato ritrovato soltanto nella mattina di venerdì 7 gennaio.

I dettagli dell’incidente

A fornire dettagli maggiori sulla dinamica dell’incidente è Rolando Garibotti su Patagonia Vertical.

“Nel pomeriggio di giovedì un gruppo di 3 alpinisti era impegnato sulla Comesaña-Fonrouge sulla Aguja Guillaumet. L’ultimo nevaio da affrontare è molto ripido (45˚). E faceva caldo. Mentre due di loro hanno proseguito sulla neve, il terzo non sentendosi a suo agio ha preferito restare sulle rocce, più a destra. Poco dopo una valanga ha travolto i due, trascinandoli nella zona rocciosa sottostante. I due hanno riportato numerose e severe ferite. Il terzo è riuscito a prestare i primi soccorsi ma a causa della mancanza di strumenti di comunicazione di qualunque genere, è dovuto andare a cercare aiuto. Quando sono arrivati i soccorsi, tardi, in serata, è stato possibile localizzare rapidamente e soccorrere l’alpinista ferita, ma con il buio è risultato impossibile trovare il secondo. Soltanto alle prime luci del giorno successivo è stato possibile localizzarlo, ma ormai era morto. Quaranta persone hanno partecipato alla evacuazione della alpinista ferita, portata all’imbocco del sentiero di prima mattina e da qui trasportata a Calafate, dove è stata sottoposta a cure a causa di fratture alle vertebre, polmone perforato, commozione cerebrale, una ferita al ginocchio e altro. Ad ogni modo è stabile.”

Errori evitabili

“Tutti e tre sono/erano alpinisti esperti. Due di loro guide di montagna certificate – commenta Garibotti, evidenziando successivamente gli errori commessi dal gruppo – . Sfortunatamente l’alpinismo estivo ha una relazione tortuosa con le condizione della neve, e i protocolli comunemente utilizzati per lo sci alpinismo sono spesso ignorati. Gli strumenti di comunicazione costano poco e sono cruciali per risparmiare tempo prezioso. Sia gli InReach che le radio VHF sono buone opzioni per approcciare il Fitz Roy.”

“I tre alpinisti hanno sbagliato a non registrarsi presso il Parco Nazionale – aggiunge – . La registrazione è gratuita. Serve semplicemente compilare un modulo, ma è cruciale quando avvengono incidenti.”

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