Montagna.TV

Perché il Polo Sud geografico “cambia posizione” ogni anno?

Sul mappamondo, i Poli geografici rappresentano i punti in cui sono fissati i perni che consentono la rotazione del globo. Nella realtà si tratta dei due punti in cui l’asse di rotazione terrestre incontra la superficie del Pianeta, di cui uno, il Polo Sud, non può essere definito fisso in senso stretto, perché “si sposta” ogni anno.

Il Polo Nord geografico si localizza a 90° di latitudine nord, nel mezzo dell’Oceano Artico. Il Polo Sud geografico si trova agli antipodi, a 90° di latitudine sud, sul plateau antartico e la sua posizione è segnalata da un marcatore (pole marker) che, come conseguenza dello spostamento dei ghiacci – la piattaforma scivola sulla base rocciosa di circa 10 metri l’anno -, scivola con essa. Pertanto ogni anno va ridefinita la posizione precisa del Polo Sud sulla piattaforma antartica, così da spostare il marcatore.

La tradizione dei pole markers

La tradizione di posizionare un pole marker al Polo Sud geografico nasce nel 1959. Ogni Capodanno, a partire dal 1 gennaio 1959, gli scienziati della stazione antartica Amundsen-Scott, posizionata 500 metri a Nord del Polo, svolgono una tradizionale cerimonia di riposizionamento del marcatore del Polo Sud, anzi è il caso di dire posizionamento, in quanto il marcatore cambia ogni anno.

E non dobbiamo immaginarlo come semplice “paletto” segnaletico, ma come vere e proprie piccole opere d’arte, collezionate ed esposte dal 1959 presso la base Amundsen-Scott.

Nei giorni scorsi è stato mostrato al mondo con un Tweet il nuovo contrassegno, posizionato il 1 gennaio 2022, progettato e costruito dai membri del personale invernale (i cosiddetti winterovers), Brandon Amat e Dave Pernic. Un pole marker la cui sagoma è ispirata al True South Flag, il vessillo disegnato da Evan Townsend come simbolo neutrale e apolitico della regione più a Sud del Pianeta.

Ai winterovers va il merito della ideazione e realizzazione, all’equipaggio estivo quello della collocazione del nuovo marcatore a inizio anno.

Dalla Terra allo spazio

Ogni anno il pole marker è realizzato sulla base di una particolare ispirazione. Il primo in assoluto era molto semplice, un disco in bronzo con incise le coordinate non del Polo ma della stazione Amundsen: dunque latitudine 89 gradi, 59 minuti e 6 secondi sud; longitudine 24 gradi, 8 minuti ovest. E difatti fu posizionato presso la stazione.

Quello del 2021 è stato realizzato dai winterovers Geoffrey Chen, astronomo del South Pole Telescope, e Cal Neske, macchinista. Nella metà superiore sono stati rappresentati i 6 mesi della lunga notte dei 90°S e alcune delle costellazioni dell’emisfero sud, come lo Scorpione, il Lupo, il Centauro e la Croce del Sud. Nella parte inferiore i sei mesi di giorno e sul fondo, una piccola immagine della stazione Amunden-Scott. Sul palo che regge l’opera sono stati incisi i nomi dei 42 invernanti del 2020.

Ispirazione terrestre ma non solo: nel 2013 ad esempio il marcatore era dedicato a Plutone e a Neil Armostrong, primo uomo a camminare sulla Luna. Sulla parte superiore si evidenziano 7 piccoli dischi che rappresentano i Pianeti nella posizione in cui sarebbero stati visti dal Polo Sud il 1 gennaio 2013, e due dischi più grandi che sono il Sole e la Luna. Si nota poi una dicitura: “Accomplishment & Modesty” (Realizzazione e modestia), dedicata ad Armstrong. Come dichiarato dal suo costruttore, il macchinista Derek Aboltins, Plutone è stato aggiunto per la gioia “di chi pensa che dovrebbe essere riconosciuto come Pianeta”. Anche in questo caso, nella parte inferiore del pole marker sono stati incisi i nomi dei winterovers.

Nel 2016 ne è stato realizzato uno con parti mobili, una specie di mappamondo creato dal macchinista Anton Brown. Mappamondo che non rappresenta la Terra, e non è ben chiaro quale Pianeta sia. “Dovrebbe essere Saturno ma pare Giove, per le bande”, commenta un membro dell’equipaggio estivo nel video di seguito, che ne racconta il posizionamento. “Non lo capisco, ma forse non è fatto per essere capito.”

Nel video è possibile ammirare anche l’esposizione di tutti gli storici marcatori del Polo Sud conservati presso la base antartica Amundsen-Scott.

Exit mobile version