Itinerari

Cinque itinerari con le ciaspole per vivere la magia delle Dolomiti in inverno

Sulle Dolomiti, come sul resto delle montagne italiane, da qualche settimana è ripartito lo sci. Tra i rifugi, le foreste e le carrarecce innevate dei “Monti Pallidi”, però, non si è certamente ridotto il successo delle ciaspole, che molte migliaia di appassionati utilizzano per itinerari più o meno lunghi o impegnativi.

Sicurezza prima di tutto

A chi non ha mai provato questo modo di spostarsi sulla neve suggeriamo senz’altro di iscriversi a un corso o a un’uscita del Club Alpino Italiano, o di partecipare a una delle centinaia di uscite proposte per tutto l’inverno dagli uffici turistici o dalle guide alpine dell’Alto Adige, del Trentino, del Veneto e del Friuli-Venezia Giulia.

A chi ama l’indipendenza, e parte con un piccolo gruppo di amici, consigliamo di informarsi sulle condizioni della neve tramite i bollettini Meteomont (www.meteomont.org, www.meteomont.carabinieri.it), di vestirsi e attrezzarsi in maniera adeguata, di avere sempre con sé uno zaino con del cibo, dei ricambi e una bevanda calda. Avere con sé l’ARTVA, una sonda e una pala per intervenire in caso di slavina è sempre stato utile, e da quest’anno è obbligatorio per legge, ma non serve se non si è già provato a utilizzare questi strumenti. Sulle Dolomiti, come altrove, solo una parte dei rifugi non raggiunti dalla strada è aperto per tutti i giorni dell’inverno. Prima di scegliere una meta vale la pena di informarsi.

Per le difficoltà utilizziamo i primi due gradi (WT1 cioè “escursione facile con racchette”, WT2 “escursione con racchette”) della scala messa a punto dal Club Alpino Svizzero. Sugli itinerari WT2 il rischio di valanghe non è escluso.   

Gli itinerari

Dal Passo delle Erbe al Monte Muro

(dislivello 500 metri, 3.30 ore a/r, WT1, poi WT2)

Una piacevole escursione verso una vetta che offre uno straordinario panorama. Da Antermoia si sale verso il Passo delle Erbe fino al posteggio di Pé de Börz (1862 m). D’inverno le strade che salgono dalla Valle di Funes e da Bressanone sono chiuse. Si imbocca una stradina innevata, in piano e poi in leggera discesa, seguendo le indicazioni per il rifugio Monte Muro. Tralasciata una diramazione per la Ütia de Pecol, si sale in diagonale e poi a tornanti al rifugio (2157 m), chiuso d’inverno. Fin dalla partenza domina il paesaggio il Sass da Pùtia. Si riparte per un ripido pendio, si tocca un pianoro con panchina, e si raggiunge la cresta allo Jü d’Alfarëi (2280 m). Superata una staccionata, si continua a saliscendi fino a un laghetto e alla grande croce di vetta del Monte Muro (2332 m, 2 ore), belvedere sulle Dolomiti, la Val Badia, le Vedrette di Ries e la valle di Lusòn. Si scende per la stessa via (1.30 ore).

Da Passo Nigra a Malga Haniger

(dislivello 440 metri, 3 ore a/r, WT2)

La Malga Haniger (o Hanicker), ai piedi del versante altoatesino delle Torri del Vajolet, è frequentata in estate e d’inverno. Un itinerario più lungo la raggiunge da San Cipriano di Tires. Il Passo Nigra (Nigerpass, 1668 m) e il suo rifugio si raggiungono da Tires, dal Lago di Carezza, o da Vigo di Fassa per il Passo di Costalunga. Si parte costeggiando una pista per slittini, si scende verso Malga Baumann e si imbocca a destra un sentiero (segnavia 7, indicazioni per Malga Haniger). Si continua a mezza costa nel bosco, si esce su un pendio erboso ai piedi della Croda di Re Laurino, si supera un vallone e si raggiunge un secondo terrazzo (1950 m) in vista delle Torri del Vajolet. Scavalcato un crinale si scende a Malga Haniger (1904 m, 1.45 ore). Si torna per la stessa via (1.15 ore). 

Da Passo Rolle alla Baita Segantini e alla Val Venegia

(dislivello in salita 220 metri, dislivello in discesa 530 metri, 3.15 ore, WT1, poi WT2)

La Baita Segantini, belvedere sulle Pale di San Martino, si raggiunge da Passo Rolle per un viottolo battuto. La discesa in Val Venegia si svolge in ambiente più solitario, con altri magnifici panorami. Si parte dal posteggio (1956 m) a valle di Passo Rolle, sul versante di San Martino di Castrozza. Si può arrivare anche da Predazzo e Bellamonte, o da Falcade per il Passo di Valles. Per il ritorno conviene lasciare un’auto al Pian dei Casoni. Si sale a una sella, poi si piega a destra e si sale alla Capanna Cervino (2081 m, aperta d’inverno). La pista supera un tratto ripido, poi continua con salita più dolce fino alla Baita Segantini (2184 m, spesso aperta, 1.15 ore). Si può salire a un belvedere verso sud (destra arrivando). Si scende sul versante opposto, direttamente o lungo una strada a tornanti fino al pianoro del Campigol della Vezzana (1920 m). Si continua sulla strada che tocca la Malga Venegiota (1827 m), e supera Malga Venegia (1775 m, aperta d’inverno) e il suo pianoro. Un vallone porta al Piano dei Casoni (1650 m, 2 ore), sulla strada da Paneveggio a Passo Valles.  

Le Cinque Torri e il rifugio Averau

(dislivello 520 m, 3.30 ore a/r, WT1)

Le Cinque Torri, celebri tra gli arrampicatori in estate, sono sfiorate d’inverno da celebri piste da sci. Un facile itinerario permette di raggiungerle con le ciaspole, toccando i rifugi Scoiattoli e Averau. La cresta che sale al Nuvolau è esposta e può richiedere l’uso dei ramponi. Da Cortina d’Ampezzo si segue la strada del Falzarego fino al posteggio Bai de Dones (1889 m), alla base della seggiovia per le Cinque Torri. Si segue verso sinistra un viottolo (segnavia 425), spesso battuto, che costeggia un laghetto e sale a svolte nel bosco. Si sbuca sulla strada estiva, si esce dal bosco e si sale al rifugio Cinque Torri (2137 m), chiuso d’inverno. Una rampa porta al rifugio Scoiattoli (2255 m, 1.30 ore), belvedere sulle Torri. Costeggiando la pista da sci si prosegue fino al rifugio Averau (2415 m, 0.30 ore), magnifico belvedere. Si scende per la stessa via (1.30 ore), con un’eventuale deviazione dal rifugio Scoiattoli verso le trincee della Grande Guerra. 

Da Passo Staulanza al rifugio Città di Fiume e a Malga Prendera 

(dislivello 520 m, 3.45 ore a/r, WT1, poi WT2)

Il rifugio Città di Fiume, ai piedi della parete Nord del Pelmo, è una comoda meta per una breve passeggiata ed è aperto anche d’inverno. Continuando sul sentiero dell’Alta Via numero Uno si può raggiungere la solitaria Malga Prendera. Si parte da un tornante (1663 m) a nord di Passo Staulanza, sulla strada che unisce Zoldo Alto a Pescùl. Si segue la strada a mezza costa, si costeggia un ripido pendio (attenzione), si tocca la Malga Fiorentina e si sale al rifugio Città di Fiume (1918 m, 0.45 ore), belvedere sulla Civetta e sul Pelmo. Un breve tratto ripido porta al sentiero dell’Alta Via, che si segue a sinistra aggirando il Col de la Puina. Si tocca la Forcella Puina (2034 m), si scende alla Forcella Roan (1999 m), e si continua con una ripida salita. Un tratto in un vasto altopiano porta a Malga Prendera (2148 m, 1.30 ore), ai piedi delle rocce della Rocchetta. Si torna per lo stesso itinerario (1.30 ore).     

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Un commento

  1. Itinerario :”da passo Rolle ecc”…meglio andare fuori periodo turistico vacanziero natalizio e fuori week end…per evitare conflitti tra sciatori, ciaspolisti e semplici camminatori o nordic walker . Se il percorso ormai e’ben pressato..forse si procede meglio a semplici scarponi..le ciaspole diventerebbero un impiccio che altera la camminata naturale…anche se nelle foto ricordo “bisogna far vedere l’attezzatura”.che fornisce un tocco di wilderness alaskiana

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