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Linea Bianca riparte dalla Sicilia nella Giornata Internazionale della Montagna

Il conto alla rovescia è terminato: “Linea bianca – Storie di montagna” è pronto a ripartire e tenerci compagnia nei mesi invernali. Il celebre programma televisivo di Rai Uno dedicato alla montagna, alla gastronomia, alla cultura e alle attività sportive montane, torna oggi, sabato 11 dicembre, giorno speciale per la montagna, con un orario nuovo, alle 15:15 circa. La prima puntata della nuova serie sarà dedicata alla Sicilia, in particolare all’area dei Nebrodi e delle Madonie.

Anticipazioni RAI

Riportiamo di seguito qualche anticipazione sulla prima puntata della nuova stagione, diffusa sul settimanale RAI Radiocorriere TV.

Una faggeta tra le più estese d’Europa, la roccia dolomitica, paesaggi unici, il piacere del turismo di prossimità, l’intimo rapporto con la natura: sabato 11 dicembre riprende l’avventura di “Lineabianca” sui monti Nebrodi e Peloritani, a ridosso della costa nord-orientale della Sicilia. A guidarci in questa avventura Massimiliano Ossini, Giulia Capocchi e Lino Zani.

Un profilo che ricorda una tra le montagne più maestose d’Italia: quota 1.340 metri sul livello del mare, in vetta al “Cervino di Sicilia”, con una guida alpina, un’emozionante apertura del conduttore e Lino Zani.

Torrenti scroscianti che regalano la tipica melodia dei boschi di montagna, il fascino di una faggeta incontaminata, pascoli sterminati dove è possibile incontrare esemplari di suino nero: nel cuore del Parco Naturale Regionale dei Nebrodi, meraviglioso affaccio naturale sull’Etna e le isole Eolie, l’incontaminata bellezza del bosco dei Mangalaviti.

Un affascinante complesso di megaliti intorno ai quali aleggia ancora un’aura molto densa di mistero, un gruppo di grandi rocce di arenaria quarzosa modellate in forma curiosa e suggestiva: tra i comuni di Montalbano Elicona, Tripi e Roccella, sull’altopiano dell’Argimusco, alla scoperta di in uno degli angoli meno conosciuti, ma più suggestivi, del Sud d’Italia.

“Grazie ad un sogno ho incontrato me stesso e mi è venuta voglia di volare”: in un piccolo rifugio incastonato sulle Rocche del Crasto, sotto un cielo dove volteggiano grifoni ed aquile, la coraggiosa scelta di vita di Angelo Pidalà, l’eremita “sociale”.

Una tradizione che si tramanda di padre in figlio, la riscoperta dei grani antichi siciliani, una vecchia chiave di ferro gelosamente custodita: all’ingresso di Novara di Sicilia, la magia del Mulino Giorginaro, costruito nel 1690, l’unico “sopravvissuto” dei quattordici mulini ad acqua dislocati lungo il corso del torrente San Giorgio.

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