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Fonde il ghiacciaio e si spostano i confini. Il rifugio Guide del Cervino diviso tra Italia e Svizzera

Succede sul Plateau Rosa, dove il confine di stato è deciso in funzione della posizione del ghiacciaio o, meglio, in funzione della linea di displuvio. Per farla breve: se l’acqua confluisce nel bacino idrografico a sud, allora ci troviamo in Italia; se scende verso nord, ci troviamo in Svizzera. È così per tutte le Alpi e, fino a oggi, non ha creato alcun problema di demarcazione territoriale.

Sul ghiacciaio tra Monte Rosa e Cervino sta però succedendo qualcosa di singolare: l’aumento delle temperature, con il conseguente ritiro dei ghiacci, ha modificato la morfologia dell’area spostando il confine che, dal 2018, taglia in due il rifugio Guide del Cervino. Metà sala da pranzo si trova nel comune di Valtournenche (Aosta), l’altra metà in quello di Zermatt (Svizzera).

Una questione di linee

Può sembrare un gioco divertente quello della linea di confine su un ghiacciaio, ma in realtà è una questione seria. Dal 2009 esiste infatti, all’interno della convenzione tra Italia e Svizzera, il concetto di “confine mobile”. In pratica si è trovato un accordo per valutare di anno in anno l’andamento del confine in quelle porzione di territorio che possono subire variazioni o alterazioni nel corso del tempo come, appunto, i ghiacciai. Le misurazioni per il tracciamento del confine di stato vengono effettuate ogni due anni da una commissione di tecnici italiani e svizzeri. Se fino a qualche anno fa non ci sono mai stati problemi a trovare un accordo tra le due parti su dove far passare la linea, interessando solo ghiaccio, rocce e poche altre formazioni naturali, ora che di mezzo c’è una struttura ricettiva le cose stanno cambiando e gli accordi tardano ad arrivare, creando non poche complicazioni alla sua attività. Anche dei semplici lavori di ristrutturazione, per fare un esempio, faticano a partire a causa della mancanza di autorizzazioni, che senza certezze non vengono rilasciate. Ovviamente un cambio di confine modificherebbe molte cose per la gestione del rifugio, a partire dalla tassazione per arrivare alle norme di gestione di una struttura ricettiva.

Disegnare la linea di confine

Bisogna trovare un accordo per risolvere questa condizione di dubbio sui ghiacci di confine. Non ci fosse il rifugio, con buona probabilità, tutto si sarebbe risolto in poche ore. Invece la discussione che riguarda il Plateau Rosa va avanti dal 2018. Una delle prime proposte avanzate dalla Svizzera vedeva la nazione elvetica rinunciare alla proprietà del rifugio in cambio di una porzione di terreno italiano in una zona distante dal Plateau Rosa. La mediazione è però naufragata di fronte al rifiuto italiano.

Lo scorso 11 novembre le due parti si sono nuovamente riunite per cercare una soluzione al problema, che questa volta sembra essere stata trovata. Non ancora ufficializzato l’accordo raggiunto prevede essenzialmente quanto già proposto dagli svizzeri nel 2018 ma questa volta l’Italia dovrebbe aver accettato la proposta, ora possono partire i lavori di ristrutturazione.

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3 Commenti

  1. Speriamo che i nostri rappresentanti abbiano fatto i conti giusti perchè, conoscendo gli svizzeri, se rinunciano in cambio di un’altra parte di territorio, sicuramente ci guadagneranno loro.

  2. SE QUESTI SONO I PROBLEMI CHE ASSILLANO I RAPPRESENTANTI ITALIANI, SVIZZERI ED ALTRI, DIO CE NE SCAMPI. PENSINO PIUTTOSTO A REPERIRE I PRODOTTI ENERGETICI CHE IN QUESTO PERIODO SCARSEGGIANO, PER ESEMPIO GAS PER PRODURRE ELETTRICITÀ E PER RISCALDAMENTO,ALTRIMENTI ASSAGGEREMO UN INIZIO DI ERA GLACIALE ANTICIPATA!

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