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Nietzsche e l’amore per l’Engadina: “Qui mi sento meglio che in qualsiasi altro luogo”

“Caro vecchio amico, sono di nuovo in Alta Engadina, per la terza volta, e di nuovo ho la netta sensazione che questo luogo come nessun altro al mondo sia la mia vera patria e il mio focolaio d’ispirazione”. A scrivere queste poche righe all’amico Carl von Gersdorff, fu nel giugno 1883 il filosofo Friedrich Nietzsche. Nel corso di quella estate si trovava a Sils Maria, in Engadina, valle svizzera del Cantone dei Grigioni, a una decina di km dalla nota località turistica di Saint-Moritz. Una meta che aveva scoperto nell’estate del 1879 e che tanto gli era rimasta nel cuore da decidere di tornarvi in estate nel 1881 e poi dal 1883 al 1888.

Qui è come un ottobre costante, soleggiato. Per la prima volta un senso di sollievo; ora ho preso possesso dell’Engadina, e sono nel mio elemento, è veramente miracoloso, io sono affine a questa natura!”, scriveva nel giugno 1879 alla sorella Elisabeth.

La valle divenne per il filosofo tedesco un rifugio ove ritemprare corpo e anima. Soltanto qui, merito probabilmente anche del clima secco e soleggiato, Nietzsche, che era estremamente sensibile al meteo, riusciva a trovare sollievo alle continue emicranie, così forti da portare spesso a vomito e dolori agli occhi.

“Qui mi sento di gran lunga meglio che in qualsiasi altro luogo sulla terra”, scriveva nel luglio 1881. Arrivò ad affermare che in Alta Engadina dimorassero le sue muse e riconoscere Sils Maria come il luogo in cui vorrei morire un giorno; ma nel frattempo mi dà i migliori incentivi per continuare a vivere.” 

Un eremita tra i sentieri dell’Engadina

Nel corso dei soggiorni a Sils, dove per anni affittò la medesima casa, della famiglia Durisch, oggi divenuta Museo in suo ricordo, dedicava almeno 5/6 ore al giorno alle camminate nel verde. Percorreva sentieri che ancora oggi si dipartono dall’abitazione stessa in cui soggiornava, o si spostava nella Val di Fex. “Sentieri, foreste, laghi, prati, tutto sembra creato apposta per me”, si legge in una lettera ancora una volta indirizzata a Elisabeth, nel luglio 1881.

Fu lì, tra prati e boschi di larice, abete e pino cembro, che prese forma il pensiero dell’eterno ritorno dell’eguale, concetto di base della celebre opera “Così parlò Zarathustra” che, partendo dall’antica idea dell’eterno ritorno di matrice greca presocratica, riconosce nel tempo una ciclicità, un infinito ripresentarsi di realtà ed eventi. Un pensiero soffocante per l’uomo comune, che soltanto il Superuomo è in grado di sostenere, anche con gioia, sulla base della sua totale accettazione della vita.

Sarebbe fuori luogo immaginare un Nietzsche in modalità vacanziera, estroverso e loquace. Anche a Sils Maria, luogo in cui riusciva a trovare una certa pace interiore, a tormentarlo era la solitudine. Sul sito della Casa Museo dedicata al filosofo, è possibile scoprire passi di lettere e appunti che ben dimostrano tale sensazione.

“È profondamente radicata in me una sensazione di estraneità dal mondo, come fossi solo di passaggio, di fretta, come fossi un viandante – e questa sensazione (…) difficilmente può essere attribuita solo ai grossi disagi della mia vita esteriore. Solo raramente giunge fino a me una parola calorosa”, scriveva nell’estate del 1882, che lo vide impegnato nella stesura del secondo libro di Zarathustra. “Le sere che trascorro tutto solo nella mia stanzetta bassa e angusta (…) sono bocconi duri da mandar giù”, un appunto del luglio 1884.

Bisogna immaginarlo dunque come un eremita tra le valli svizzere, che di tanto in tanto si concedeva parentesi sociali coi proprietari di casa, con il pastore, il maestro elementare del paese e un gruppo di donne colte che, conosciute nel 1884, continuò a incontrare anche nelle estati seguenti.

La lapide di meditazione e il Sentiero dei Filosofi

Il ricordo di Nietzsche in Alta Engadina non si conserva soltanto nella Casa Museo “Nietzsche Haus” di Sils Maria, che accoglie oggi anche un centro studi e ricerche, mostre temporanee e una biblioteca. Sulle rive del lago di Silvaplana, una delle mete delle passeggiate riflessive del filosofo a circa 1800 metri di quota, è ancora oggi possibile sedersi sulla pietra che si dice amasse utilizzare come pensatoio. Una piccola piramide di roccia su cui è stata posizionata una lapide, detta lapide di meditazione.

In questo angolo di Engadina, Nietzsche sognava un giorno, dopo essere divenuto abbastanza ricco, di poter costruire “una specie di canile su misura”, ovvero “una casa di legno con due stanze”. Un ricovero spartano da realizzare sulla penisola che si protende verso il lago.

Sognava dunque di terminare lì i suoi ultimi giorni il solitario Friedrich. Ma non fu così. Morì a Weimer, a soli 55 anni, a causa di una polmonite, ma già da anni era affetto da demenza paralitica. Gli ultimi anni di vita del filosofo rappresentarono una lenta agonia, decisamente distante da quello stato di temporaneo benessere che la Engadina era stata in grado di regalargli.

Un ulteriore ricordo della sua presenza nella valle svizzera è rappresentato dal Sentiero dei Filosofi a Muottas Muragl, vetta panoramica che offre da una quota di 2450 metri una vista sui laghi dell’Engadina. Un panorama che affascinò non solo Nietzsche ma anche altre menti artistiche, come Giovanni Segantini e Alberto Giacometti. A Mottas Muragl si arriva comodamente con una funicolare a cremagliera che parte da Punta Muragl (700 m).

Il percorso è un anello di circa 5 km, con dislivello limitato (250 m), idoneo in inverno a meravigliose ciaspolate. Cosa divertente è che si possa anche optare per una discesa in slittino invece che riprendere la funicolare. Lungo il cammino ci si imbatte in cippi che riportano citazioni filosofiche, da Socrate a Nietzsche e Sartre passando per Einstein.

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2 Commenti

  1. Il tormento lo passò poi involontariamente a generazioni di studenti, costretti a studiarlo senza capirci molto, provati da di mal di testa e bruciore agli occhi dovuti a eccessiva concentrazione su pagine oscure.Sarebbe stato megliofarstudiare soloqueste riflessioni e indirizzare alla montagna e natura in genere..lasciando spazio a studi più proficui per inserimento nel mondo del lavoro.

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